Dalai Lama
Pema Chödrön
Alan Wallace
Il Buddhismo Tibetano è la forma di buddhismo praticata nel Tibet e in altre aree intorno alla catena dell’Himalaya. Il buddhismo fu introdotto in Tibet dall’India e dalla Cina a partire dal VII secolo. Durante i secoli successivi, il buddismo divenne la forma culturale dominante in Tibet, esercitando una forte influenza non solo sulla religione, ma anche sulla politica, le arti e altri aspetti della società. Il Buddhismo Tibetano si diffuse inoltre in Mongolia, Nepal e persino in Cina, dove ricevette il patrocinio imperiale soprattutto durante le dinastie Yuan (1260-1368) e Qing (1368-1644).
Caratteristiche tipiche del Buddhismo Tibetano sono: la forte enfasi sul monachesimo – con la diffusione in quest’area dei più grandi monasteri buddhisti del mondo – una sofisticata filosofia scolastica; forme elaborate di pratica tantrica; l’incorporazione di potenti culti popolari, che includono una vasta gamma di divinità locali.
Una peculiarità del Buddhismo Tibetano è l’istituzione del tulku, ovvero il lama incarnato: esso si basa sulla credenza che
gli insegnanti compassionevoli rinascano più volte. I lama vengono identificati quando sono bambini e investiti della carica suprema. Il Tibet ha avuto molti di questi lama, il più famoso dei quali è l’attuale Dalai Lama, il quattordicesimo.
Il Tibet fu incorporato nella Cina nel 1951 e l’attuale Dalai Lama andò in esilio in India nel 1959, dando inizio alla diaspora tibetana. Questa particolare situazione politica ha reso il Buddhismo Tibetano particolarmente popolare in tutto il mondo.
Il Buddhismo Tibetano è una forma di buddhismo Vajrayana, il quale offre una grande varietà di pratiche speciali, meditazioni e rituali per raggiungere gli obiettivi della coltivazione della compassione e della liberazione finale di tutti gli esseri viventi. Il buddhismo Vajrayana utilizza tecniche yogiche di meditazione, mantra e rituali per provocare trasformazioni psicologiche e fisiologiche.
Il Buddhismo Tibetano comprende quattro scuole, o lignaggi: Nyingma, Kagyu, Sakya e Gelug. Tutti risalgono al Buddha Shakyamuni in una stirpe ininterrotta che si estende fino ai giorni nostri. Le diverse scuole si distinguono tra loro molto più dal lignaggio che da differenze nella dottrina o nella pratica.
Il Dalai Lama e le quattro scuole del Buddhismo Tibetano
Ecco cosa scrive il Dalai Lama a proposito delle quattro scuole:
Nel Buddhismo Tibetano ci sono quattro scuole: Nyingma, Shakya, Gelug e Kagyu. È un grande errore sostenere che una di queste scuole sia superiore alle altre. Seguono tutte lo stesso maestro, il Buddha Shakyamuni; tutte hanno fuso insieme i sistemi dei sutra e dei tantra. Io cerco di coltivare fede e ammirazione per tutte e quattro le scuole. E non lo faccio soltanto come gesto diplomatico, ma per una forte convinzione. E si addice anche alla mia posizione di Dalai Lama conoscere sugli insegnamenti delle quattro scuole abbastanza da poter offrire consiglio a coloro che si rivolgono a me. Altrimenti, sono come una madre senza braccia che vede annegare il figlio. C’era un meditatore Nyingma che una volta venne e mi chiese riguardo una certa pratica che io non conoscevo bene. Riuscii a inviarlo da un grande maestro che sapeva come rispondere alla sua domanda, ma provai un senso di depressione all’idea che egli era venuto con sincerità a cercare un insegnamento da me e io non ero stato capace di esaudire il suo desiderio. Una cosa è se il desiderio di qualcun altro è al di là delle nostre capacità di esaudirlo, ma fintanto che è nelle nostre capacità, è molto importante venire incontro ai bisogni spirituali si più essere senzienti possibili. Dobbiamo studiare tutto gli aspetti degli insegnamenti e sviluppare ammirazione per essi.
Da: Dalai Lama, “La via della liberazione”, Il Saggiatore, 2009.
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