Thich Nhat Hanh – Fermarsi

fermarsi

Fermarsi, nella nostra vita indaffarata, è molto importante, per Thich Nhat Hanh. Perché fermarsi è vedere, e vedere aiuta a fermarsi. Sedersi, fermarsi, essere se stessi: e poi incominciare da lì. Questo è meditare.

Una storiella zen racconta di un uomo su un cavallo: il cavallo galoppa veloce, e pare che l’uomo debba andare in qualche posto importante. Un tale, lungo la strada, gli grida: “Dove stai andando?” e il cavaliere risponde: “Non so! Chiedi al cavallo!”.

C’è qualche somiglianza tra questa storia e la nostra: anche noi stiamo cavalcando un cavallo, non sappiamo dove stiamo andando e non ci possiamo fermare. Il cavallo è la forza dell’abitudine che ci spinge in una certa direzione, senza che noi si possa fare niente: corriamo sempre, e correre diventa il nostro modo di vivere. Spesso siamo così indaffarati che ci dimentichiamo cosa stiamo facendo e persino chi siamo. Persi in mille preoccupazioni, rimpianti, paure, sogni a occhi aperti, ci dimentichiamo di guardare e apprezzare le cose che ci circondano, le persone che amiamo, finché non è troppo tardi. Quella che sto vivendo, pensano molti di noi, non è la mia vita vera: quella appartiene al passato, a quando ero giovane, oppure è rimandata a quando avrò più denaro, o una posizione migliore, una casa più grande, la laurea, una fidanzata, un figlio… E nel frattempo viviamo come in un’eterna parentesi, immersi in una bolla di sofferenza opaca di cui neppure ci rendiamo conto, convinti che le condizioni attuali non consentano alcuna vera felicità.

Pubblicità (registrati per non vederla più)

Anche quando abbiamo del tempo libero, non sappiamo come entrare in contatto con ciò che sta succedendo dentro e fuori di noi. Così accendiamo il televisore, prendiamo in mano il telefono, sfogliamo una rivista, apriamo Internet, qualsiasi cosa pur di sfuggire a noi stessi. Combattiamo tutto il tempo, anche durante il sonno. Dentro di noi c’è la guerra, ed è facile che questo faccia scoppiare una guerra con gli altri.

Cambiare questo stato di cose è possibile, se lo vogliamo. La prima cosa che dobbiamo imparare è l’arte di fermarsi: fermare i pensieri, le abitudini, le emozioni forti che ci condizionano.

*****

Fermarsi e vedere sono cose molto vicine. Appena vi fermate le parole della pagina diventano chiare, il problema di vostro figlio diventa chiaro. Fermatevi e guardate: questa è la meditazione di visione profonda. Significa avere una visione intuitiva della realtà. Fermarsi è vedere, e vedere aiuta a fermarsi. I due sono uno. Facciamo così tante cose, corriamo tanto in fretta, la situazione è pericolosa, gli altri ci dicono: “Non stare seduto là, fai qualcosa!”.  Forse, fare qualcosa in più peggiora la situazione. Così, potremmo rispondere: “Non fare niente, stai seduto lì!”.

Sedersi, fermarsi, essere se stessi: e poi incominciare da lì. Questo è meditare.

Sedete nella sala di meditazione, a casa vostra, in qualunque altro posto. Ma stare seduti non è abbastanza, dovete sedervi davvero.

Sedete e siate. Sedere senza essere non è sedere.

Fermatevi e siate.

Da: Thich Nhat Hanh, “Essere Pace“, Astrolabio Ubaldini, 1998.

Essere pace. Con il cuore della comprensione e la meditazione camminata

Thich Nhat Hanh, Essere pace
La voce quieta e leggera di Thich Nhat Hanh fa venire una voglia assoluta e profonda di cambiare il mondo nel proprio piccolo, alla propria portata, scegliendo i gesti di pace da portare in atto passo dopo passo. Lo consiglio anche da consultazione durante i primi passi per la meditazione, conforta e aiuta rileggerne alcuni passi (da un commento su Anobii.com).

Vuoi ricevere gli aggiornamenti da Zen in the City?

Inserisci il tuo indirizzo per ricevere aggiornamenti (non più di 1 a settimana):

(ricordati dopo di cliccare sull’email di conferma)

[La foto è di Marina Abrosimova, Russia]

You need to login or register to bookmark/favorite this content.

Pubblicità (registrati per non vederla più)