
Ultimamente ho sentito una storia molto significativa. Un maestro zen sta davanti agli studenti con un grande recipiente di vetro vuoto. Senza dire una parola prende alcune pietre rotonde, grosse più o meno quanto una prugna, e comincia a riempirlo. Poi chiede agli studenti se il recipiente è pieno. Gli studenti dicono di sì. Il maestro allora prende una scatola di sassolini e la versa nel recipiente, che poi scuote con delicatezza. I sassolini vanno a riempire lo spazio vuoto tra le pietre. Quindi chiede di nuovo agli studenti se il recipiente è pieno. Loro rispondono di sì. Il maestro prende una scatola di sabbia e la versa nel recipiente. Naturalmente la sabbia riempie ogni spazio vuoto. Chiede ancora una volta se il recipiente è pieno. Tutti dicono di sì. A quel punto il maestro prende un bicchiere d’acqua e lo versa nel recipiente, riempiendo gli spazi tra i granelli di sabbia. Gli studenti scoppiano a ridere.
“Ora”, dice il maestro, “dovete capire che questo recipiente rappresenta la vostra vita. Le pietre sono le cose importanti: l’aspirazione a realizzare la vostra vera natura, il desiderio di vivere in maniera più autentica, la perseveranza e l’impegno a coltivare la presenza, la gratitudine e la gentilezza. Se ogni altra cosa andasse persa e rimanesse solo questo, la vostra vita sarebbe comunque piena. I sassolini sono le altre cose che contano, come la salute, gli amici e forse anche il lavoro. La sabbia è tutto il resto: le cose poco importanti, tra cui la vostra casa, l’automobile, tutti i vostri possedimenti. Se riempite subito di sabbia il recipiente, non ci sarà spazio né per le pietre né per i sassolini. Lo stesso vale per la vita. Se spendete tutto il vostro tempo e la vostra energia nelle piccole cose, non avrete mai spazio per le cose importanti per voi. Fate attenzione a cosa sia davvero essenziale per la vostra autentica felicità. Pensate prima di tutto alle cose che contano davvero. Decidete le vostre priorità. Il resto è solo sabbia”. Uno studente alza la mano e chiede che cosa rappresenta l’acqua. Il maestro sorride e dice: “Sono contento che qualcuno l’abbia chiesto. L’acqua mostra solo che, per quanto la vita possa sembrare piena, c’è sempre spazio per un pochino più di pratica che la renda ancora più piena”.
Per ricordare le nostre priorità possiamo ricorrere alla domanda dell’eterno ritorno. Quando siamo di fronte alla scelta di agire per rinforzare il compiacimento e continuare a dormire a occhi aperti o per vivere in maniera più autentica, possiamo domandarci: “Se dovessi vivere la mia vita ancora e ancora, esattamente nello stesso modo per tutta l’eternità, cosa farei in questo esatto momento?”. A volte mi sveglio nel cuore della notte e non riesco più a prendere sonno. Vorrei lasciarmi andare ai sogni a occhi aperti e alle fantasticherie per non sentire il disagio che mi assale, ma quando mi pongo la domanda dell’eterno ritorno, la risposta è sempre chiara: ciò che desidero più di qualunque altra cosa è dimorare nel cuore della consapevolezza. Quando me ne ricordo, respiro semplicemente al centro del petto, ripetendo:
Inspirando, dimoro nel cuore;
Espirando, semplicemente sono.
Il punto chiave è che se non viviamo seguendo ciò che consideriamo veramente degno, perdiamo la nostra vita un momento dopo l’altro.
Da: Ezra Bayda, La vita autentica. Saggezza zen per vivere liberi, Astrolabio Ubaldini, 2015.
Per approfondire:
Ezra Bayda – Libri e testi scelti in italiano
Si ringrazia per il testo il Centro Studi Mindfulness
[La foto è di Dennis Wong, Hong Kong]
La vita autentica

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