
Charlotte Joko Beck – Biografia
Charlotte Joko Beck (1917 – 2011) è stata un’insegnante zen statunitense, autrice di libri come “Zen quotidiano” e “Niente di speciale”.
Madre di 4 figli nel New Jersey, dopo la separazione dal marito ha lavorato presso un’università e all’età di 40 anni ha cominciato a praticare lo zen. È diventata insegnante di Dharma ricevendone il mandato (“trasmissione della lampada”) dal maestro zen giapponese Taizan Maezumi. Nel 1983 ha fondato il Centro Zen di San Diego, in California, di cui è stata responsabile fino al 2006.
Nel 1995 ha fondato insieme a vari suoi successori la Ordinary Mind Zen School, una rete di centri Zen indipendenti.
Ha portato molte innovazioni negli insegnamenti buddhisti, come ad esempio l’indicazione di lavorare con tutte le emozioni della vita quotidiana, piuttosto che cercare di evitarle. Per questo motivo è considerata un punto di riferimento per le relazioni tra lo Zen e la psicologia moderna, particolarmente seguita da psicologi e psicoterapisti praticanti del buddhismo.
Citazioni e aforismi di Charlotte Joko Beck
Momento dopo momento la nostra pratica è come una scelta, un bivio sulla strada dove possiamo scegliere se andare da una parte o dall’altra. La scelta è sempre, momento dopo momento, tra il nostro bel mondo che abbiamo costruito nelle nostre menti e ciò che è veramente.
C’è solo un maestro. Chi è questo maestro? La vita stessa.
La nostra pratica non ha nulla a che fare con “Oh, dovrei essere buono, dovrei essere gentile, dovrei essere questo o quello”. Sono chi sono ora. E quello stato dell’essere è il Buddha.
La pratica non consiste nel valorizzare le qualità “buone” e liberarsi di quelle cosiddette “cattive”. Nessuno è “buono” o “cattivo”
Per praticare dobbiamo abbandonare la speranza.
Se la mente non riesce a prendersi cura di una situazione con consapevolezza, sarà il corpo a farlo.
Persino quando andiamo ad ascoltare il nostro maestro zen sentiamo ciò che vogliamo sentire. essere aperti a un insegnante significa non sentire solo ciò che vogliamo sentire.
Se smettiamo di cercare, cosa ci resta?
Ci resta ciò che è sempre stato qui, al centro.
Dietro alla ricerca c’è l’angoscia, il disagio.
Quando lo capiamo, vediamo che il punto non è la ricerca
ma l’angoscia e il disagio che spingono a cercare.
Capire che cercare all’esterno non è la via è un momento magico.
Ci rendiamo conto che qualunque cosa cerchiamo, saremo sempre delusi.
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