Lo zen è una liberazione dal tempo. Se infatti apriamo i nostri occhi e distinguiamo nettamente, risulta ovvio che non esiste altro tempo che questo istante, e che il passato e il futuro sono astrazioni senza una concreta realtà.
Finché ciò non sia diventato chiaro, sembra che la nostra vita sia tutta passato e futuro, e che il presente non sia niente di più di quel capello infinitesimale che li divide. Ne consegue la sensazione di “non aver tempo”, di un mondo che s’affretta con tale rapidità che è trascorso prima che noi lo abbiamo goduto. Ma attraverso “il risveglio all’istante” si capisce che tale impressione è l’opposto della verità; è piuttosto il passato e il futuro che sono illusioni “effimere, e il presente che è eternamente reale. Noi scopriamo che la successione lineare del tempo è una convenzione del nostro pensiero verbale monodiretto, di una coscienza che interpreta il mondo affermandone piccoli pezzi e chiamandoli cose ed eventi. Ma ognuno di simili atti della mente esclude il resto del mondo; così che tale tipo di coscienza riesce a conseguire una visione approssimativa del tutto solo mediante una serie di atti di possesso, l’uno di seguito all’altro. Nondimeno la superficialità di questa coscienza è palese nel fatto che essa non può regolare, e non regola, nemmeno l’organismo umano. Poiché se la coscienza dovesse controllare il battito del cuore, il respiro, l’azione dei nervi, delle ghiandole, dei muscoli, e degli organi dei sensi, si aggirerebbe con furia selvaggia per il corpo interessandosi di una cosa dopo l’altra, senza aver tempo per nulla di diverso. Fortunatamente non ha questo incarico, e l’organismo è regolato dalla “mente originale” che sta fuori del tempo, e occupandosi della vita nella sua totalità, può fare tante cose” in una volta.
Da: Alan Watts, La via dello zen, Feltrinelli, 2006.
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Alda Merini – Non esiste altro tempo che questo
La via dello zen
“La via dello zen” è uno dei miei libri preferiti. Il grande filosofo e divulgatore Alan Watts ci guida alla scoperta dello zen, rivelandocene aspetti spesso sorprendenti.
Zen in the city. L’arte di fermarsi in un mondo che corre
Ho scritto questo libro per condividere ciò che ho imparato nell’ambito della mia pratica quotidiana, grazie agli insegnamenti dei maestri, ma anche e soprattutto dell’esperienza diretta.
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Una risposta
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