Alan Watts – Il giardino zen

Il tipo di giardino che si accompagna allo stile zen e al cha-no-yu non è, naturalmente, uno di quegli ornati paesaggi da imitazione con gru di bronzo e pagode in miniatura. L'intento dei migliori giardini giapponesi non è di rendere un'illusione realistica di paesaggio, ma semplicemente di suggerire l'atmosfera di "montagna e acqua" in un piccolo spazio, adattando il disegno del giardino in maniera da farlo apparire più aiutato che regolato dalla mano dell'uomo. Il giardiniere zen non vuole impone la sua intenzione alle forme naturali, ma si preoccupa piuttosto di seguire la "intenzione priva di intenzione" delle forme stesse, anche se questo implica la massima cura e abilità. Di fatto, il giardiniere non cessa mai di potare, tosare, ripulire dalle erbacce, e regolare la crescita delle sue piante; ma compie queste azioni nello spirito di far parte del giardino stesso piuttosto che esserne un agente esterno. Non ostacola la natura perché egli stesso è natura, e coltiva come non s

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2 risposte

  1. Vito ha detto:

    Franco Battiato nella canzone ‘Moto browniano’ (L’ombrello e la macchina da cucire -1995) così cantava: “…Provo sdegno verso alberi e fogliami, foreste onnipossenti. Mi invita una terra spoglia, senza tracce di vita. Uguali l’uragano, e il tenue soffio di vento….., mi tentano paesaggi, senza alcuna idea di movimento…., dove l’immoto echeggia, riposi”.
    In effetti, diversa letteratura ha riportato il deserto, tra i luoghi naturali, il più spirituale per ecellenza. E ancora, non è forse il giardino zen la ricostruzione stilizzata di un deserto?

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