Cosa vuol dire amare se stessi? Per Sharon Salzberg, significa riconoscere la validità e la bellezza del comune desiderio verso la felicità e realizzare l’intimità sulla base di questo desiderio universale.
Cosa vuol dire amare se stessi
Contemplare la bontà che è in noi è una meditazione tradizionale, fatta per portare luce, gioia ed entusiasmo nella mente. Al giorno d’oggi questa pratica può essere considerata piuttosto imbarazzante, perché spesso daremo importanza alle azioni inopportune che abbiamo compiuto, a tutti gli errori molesti che abbiamo commesso. Tuttavia, questa riflessione tradizionale non è un modo per accrescere l’orgoglio, è piuttosto un impegno per la nostra felicità, vista come fondamento dell’intimità con tutti gli esseri. Ciò ci riempie di gioia, amore e rispetto per noi stessi.
È significativo che quando pratichiamo la metta, cominciamo col dirigerla verso noi stessi. Questa è la base per essere capaci di offrire amore autentico agli altri. Quando amiamo veramente noi stessi, vogliamo prenderci cura degli altri, perché questo è ciò che più ci arricchisce e nutre. Quando abbiamo una vita interiore autentica, quando siamo vicini a noi stessi e agli altri, la visione profonda del nostro mondo interiore ci permette di unirci a tutto ciò che ci circonda, così che possiamo vedere chiaramente l’unità di tutto ciò che vive, comprendendo che tutti gli esseri vogliono raggiungere la felicità e che questo impulso ci unisce. Possiamo riconoscere la validità e la bellezza del comune desiderio verso la felicità e realizzare l’intimità sulla base di questo desiderio universale.
Se pratichiamo la metta e non riusciamo a vedere la bontà in noi e negli altri, allora riflettiamo sul desiderio fondamentale di essere felici, che sta alla base di tutte le azioni. “Così come io voglio essere felice, tutti gli esseri vogliono essere felici”: questa riflessione dà origine all’apertura, alla consapevolezza e all’amore. Quando ci impegniamo in questi valori, entriamo a far parte di una stirpe che si perde nella notte dei tempi. Le persone buone di ogni epoca hanno voluto esprimere l’apertura, la consapevolezza e l’amore. Con ogni frase di metta noi dichiariamo il nostro allineamento con questi valori.
Da: Sharon Salzberg, L’arte rivoluzionaria della gioia, Astrolabio Ubaldini, 1995.
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Sul tema di cosa vuol dire amare se stessi consigliamo anche di leggere il Sedaka Sutta, o Discorso sull’Acrobata. Si tratta del testo della tradizione buddhista nel quale si afferma che colui che si prende cura di se stesso si prende cura degli altri e colui che si prende cura degli altri si prende cura di se stesso.
Sharon Salzberg
Sharon Salzberg, nata a New York nel 1952, è una delle figure più importanti, a livello mondiale, nel campo della meditazione vipassana. Vera e propria pioniera della meditazione in Occidente, Sharon è co-fondatrice dell’Insight Meditation Society a Barre, in Massachusetts, insieme a Joseph Goldstein e Jack Kornfield. È stata allieva di importanti insegnanti asiaticiiniziatori del movimento della Vipassana, come of Dipa Ma, Anagarika Munindra e Sayadaw U Pandita. Il suo lavoro più importante viene considerato L’arte rivoluzionaria della gioia, un libro Dedicato alle ‘sublimi dimore’ buddhiste, o brahmavihara, e incentrato in particolare sulla meditazione di gentilezza amorevole, o mettā, che è uno dei suoi temi prediletti.
L’arte rivoluzionaria della gioia. Il potere della gentilezza amorevole e il sentiero verso la libertà
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