Joseph Goldstein – La giusta motivazione è il segreto per essere felici

Hernán Piñera, Run

Ogni nostro atto produce un effetto, tutte le nostre azioni hanno una conseguenza. Nell’insegnamento del Buddha si chiama legge del karma, la consapevolezza di essere eredi delle azioni compiute. Vi si fa riferimento chiamandola la ‘luce del mondo’, perché essa illumina lo svolgersi della vita e spiega la ragione per cui molte cose sono così come sono. La comprensione del karma è la chiave per comprendere la felicità.

Per spiegarlo con parole semplici, le azioni producono risultati. Non sempre si possiede la saggezza per capire o prevedere correttamente i risultati, oppure si riesce ad averne soltanto una visione parziale, ma è tale constatazione, comune a tutti, a ispirare all’azione. Ci aspettiamo che le nostre azioni producano risultati, che si tratti di un guadagno di natura terrena o dell’acquisizione di una maggiore saggezza o compassione.

Il Buddha fece un sostanziale passo avanti nel chiarimento del processo di azione e relativo risultato. La possibilità di raggiungere la felicità e, di fatto, di percorrere il sentiero spirituale, si basa sulla constatazione che ciò che più esaurientemente determina il risultato di ogni azione è la motivazione che la spinge. Gli insegnamenti tibetani esprimono con poche parole tale concetto: tutto poggia sulla punta della motivazione.

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Non è difficile osservare tale principio in azione. C’è differenza, sia per le sensazioni provate sia per l’effetto prodotto, tra le azioni motivate dall’avidità o dall’invidia e quelle motivate dalla generosità e dall’amore, anche quando esternamente l’azione è la stessa. Si può donare qualcosa a qualcuno per un autentico sentimento d’amore, o perché si desidera piacergli, oppure per far bella figura agli occhi degli altri. Le conseguenze apportate da ciascuna motivazione saranno diverse sia nell’immediato sia col passar del tempo.

Data la primaria importanza delle motivazioni nel determinare i risultati delle nostre azioni, è essenziale conoscerle realmente. Non è facile. Per scrutare nel proprio cuore c’è bisogno di un coraggio, di un’onestà e di una disponibilità eccezionali. Se si è inconsapevoli, ci si limita a riproporre tutti i comportamenti abituali derivati dal condizionamento. Senza sapere quali sono le motivazioni, ci sono scarse possibilità di lasciar andare quelle inadatte o di sviluppare la saggezza autentica. Secondo un insegnamento, se avessimo la possibilità di scegliere, recandoci una mattina a colazione, tra una notevole somma di denaro e la presenza di qualcuno che sapesse indicarci, con assoluta precisione, tutti i nostri difetti, la scelta di quest’ultima opzione si rivelerebbe molto più preziosa per noi. Tale è il vantaggio che procura la conoscenza di se stessi. E tuttavia, quanti farebbero una simile scelta?

A lungo, nel corso della mia pratica meditativa, ho provato imbarazzo e vergogna quando scorgevo, nella mia mente, stati moralmente dannosi quali orgoglio o invidia, malevolenza o egoismo; e invece di esaminarli e fare di tutto per liberarmene, mi giudicavo e vi sprofondavo sempre di più. Oppure mi sentivo criticato e infelice quando gli insegnanti o altre persone mi sottolineavano la presenza di quegli stati mentali. Ma, dopo anni di pratica, sono arrivato al punto di provare gratitudine quando osservo l’insorgere di quegli schemi inadatti, perché ora preferisco vederli piuttosto che non vederli. L’opportunità di osservare l’insorgenza di quegli schemi diventa un’altra possibilità di sganciarsi da essi, di scorgerne la sostanziale trasparenza, e di lasciar andare il peso che arrecano.

Padmasambhava, il grande iniziato che portò il buddhismo nel Tibet, diede risalto alla comprensione del karma e del potere della motivazione quando disse: “Benché la mia visione sia vasta come il cielo, la mia attenzione alla legge del karma è minuta come un chicco d’orzo”. La visione del dharma può essere vasta, ma è necessario che si fondi su un’attenzione sapiente alle azioni che si compiono.

Da: Joseph Goldstein, “Un solo dharma. Il crogiolo del nuovo buddhismo“, Astrolabio Ubaldini, 2003.

Per approfondire:

karma

motivazione

azioni

Joseph Goldstein – Frasi, libri, biografia e testi in italiano

Meditazione Vipassana

[L’immagine è un’elaborazione di una foto di Hernán Piñera, Spagna]

Un solo dharma. Il crogiolo del nuovo buddhismo

Un solo dharma. Il crogiolo del nuovo buddhismo
Mille anni fa - raccontano le scritture buddhiste - un esperto traduttore di testi buddhisti chiese al venerabile monaco Atisha quale fosse il modo migliore di praticare. Atisha gli rispose: "Devi trovare il punto essenziale comune a tutti gli insegnamenti e praticare in quel modo". Può sembrare un paradosso, eppure Goldstein è convinto che proprio oggi, all'alba del terzo millennio e per di più in Occidente, si potrebbero verificare le condizioni per una nuova comprensione…

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