
Proseguendo sul sentiero, la fede e la fiducia si rinsaldano sempre di più grazie all’esperienza diretta. Allora la fede non deriva più soltanto dall’ispirazione che ci proviene dagli altri, ma dalla conoscenza interiore. Cominciamo ad aver fiducia nel momento, nella realtà dell’esperienza. Vediamo che cosa c’è in serbo per noi. Che cos’è un pensiero, una sensazione, un’emozione? Qual è la natura dell’esperienza libera dalla proliferazione dei concetti e delle visioni limitate?
Dalla consapevolezza semplice e spontanea deriva l’immediatezza della conoscenza. Nell’istante in cui ascoltiamo c’è forse dubbio o confusione? Camminiamo nel bosco; si ode il richiamo di un uccello… è semplice ascolto. Proviamo un’intensa sensazione di presenza. L’immediatezza della conoscenza, qui e ora, di un respiro, di un suono, di un movimento, sta a dimostrare l’innata attenzione della mente. Impariamo a riconoscerla, a prendere confidenza con lei, a fidarci. Milarepa, il grande yogi tibetano dell’XI secolo, disse: “Acquisisco tutta la conoscenza di cui dispongo dall’osservare la mente al suo interno […] Così tutti i miei pensieri diventano l’insegnamento del dharma, e i fenomeni visibili sono tutti i libri di cui abbiamo bisogno”.
Da: Joseph Goldstein, “Un solo dharma. Il crogiolo del nuovo buddhismo“, Astrolabio Ubaldini, 2003.
Per approfondire:
Joseph Goldstein – Frasi, libri, biografia e testi in italiano
[La foto è di Jean-François Chénier, Stati Uniti]
Un solo dharma. Il crogiolo del nuovo buddhismo

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