Bertrand Russell – Elogio dell’ozio

Come molti uomini della mia generazione, fui allevato secondo i precetti del proverbio che dice « l’ozio è il padre di tutti i vizi ». Poiché ero un ragazzino assai virtuoso, credevo a tutto ciò che mi dicevano e fu così che la mia coscienza prese l’abitudine di costringermi a lavorare sodo fino ad oggi. Ma sebbene la mia coscienza abbia controllato le mie azioni, le mie opinioni subirono un processo rivoluzionario. lo penso che in questo mondo si lavori troppo, e che mali incalcolabili siano derivati dalla convinzione che il lavoro sia cosa santa e virtuosa; insomma, nei moderni paesi industriali bisogna predicare in modo ben diverso da come si è predicato sinora. Tutti conoscono la storiella di quel turista che a Napoli vide dodici mendicanti sdraiati al sole (ciò accadeva prima che Mussolini andasse al potere) e disse che avrebbe dato una lira al più pigro di loro. Undici balzarono in piedi vantando la loro pigrizia a gran voce, e naturalmente il turista diede la lira al dodicesimo, giacché il turista era un uomo che sapeva il fatto suo. Nei paesi che non godono del clima mediterraneo, tuttavia, oziare è una cosa molto più difficile e bisognerebbe iniziare a tale scopo una vasta campagna di propaganda. Spero che, dopo aver letto queste pagine, la YMCA si proponga di insegnare ai giovanotti a non fare nulla. Se ciò accadesse davvero, non sarei vissuto invano.

Ma questa è soltanto una premessa. lo voglio dire, in tutta serietà, che la fede nella virtù del lavoro provoca grandi mali nel mondo moderno, e che la strada per la felicità e la prosperità si trova invece in una diminuzione del lavoro. […]

Bisogna ammettere che il saggio uso dell’ozio è un prodotto della civiltà e dell’educazione. Un uomo che ha lavorato per molte ore al giorno tutta la sua vita si annoia se all’improvviso non ha più nulla da fare. Ma, se non può disporre di una certa quantità di tempo libero, quello stesso uomo rimane tagliato fuori da molte delle cose migliori. Non c’è più ragione perché la gran massa della popolazione debba ora soffrire di questa privazione; soltanto un ascetismo idiota, e di solito succedaneo, ci induce a insistere nel lavorare molto quando non ve n’è più bisogno.

Bisogna però dire che, mentre un po’ di tempo libero è piacevole, gli uomini non saprebbero come riempire le loro giornate se lavorassero soltanto quattro ore su ventiquattro. Questo problema, innegabile nel mondo moderno, rappresenta una condanna della nostra civiltà, giacché non si sarebbe mai presentato nelle epoche precedenti. Vi era anticamente una capacità di spensieratezza e di giocosità che è stata in buona misura soffocata dal culto dell’efficienza. L’uomo moderno pensa che tutto deve essere fatto in vista di qualcos’altro e non come fine a se stesso.

Pubblicità (registrati per non vederla più)

In un mondo invece dove nessuno sia costretto a lavorare più di quattro ore al giorno, ogni persona dotata di curiosità scientifica potrebbe indulgervi. […] Soprattutto ci sarebbe nel mondo molta gioia di vivere invece di nervi a pezzi, stanchezza e dispepsia. Il lavoro richiesto a ciascuno sarebbe sufficiente per farci apprezzare il tempo libero, e non tanto pesante da esaurirci. E non essendo esausti, non ci limiteremmo a svaghi passivi e vacui. Almeno l’uno per cento della popolazione dedicherebbe il tempo non impegnato nel lavoro professionale a ricerche di utilità pubblica e, giacché tali ricerche sarebbero disinteressate, nessun freno verrebbe posto alla originalità delle idee. Ma i vantaggi di chi dispone di molto tempo libero possono risultare evidenti anche in casi meno eccezionali. Uomini e donne di media levatura, avendo l’opportunità di condurre una vita più felice, diverrebbero più cortesi, meno esigenti e meno inclini a considerare gli altri con sospetto. La smania di far la guerra si estinguerebbe in parte per questa ragione, e in parte perché un conflitto implicherebbe un aumento di duro lavoro per tutti. Il buon carattere è, di tutte le qualità morali, quella di cui il mondo ha più bisogno, e il buon carattere è il risultato della pace e della sicurezza, non di una vita di dura lotta. I moderni metodi di produzione hanno reso possibile la pace e la sicurezza per tutti; noi abbiamo invece preferito far lavorare troppo molte persone lasciandone morire di fame altre. Perciò abbiamo continuato a sprecare tanta energia quanta ne era necessaria prima dell’invenzione delle macchine; in ciò siamo stati idioti, ma non c’è ragione per continuare ad esserlo.

Vedi altri articoli su:

non fare niente

Da: Bertrand Russell, Elogio dell’ozio, TEA, 2012.

[La foto è di dgarkauskas]

You need to login or register to bookmark/favorite this content.

Pubblicità (registrati per non vederla più)

Una risposta

  1. Sergio Randazzo ha detto:

    Sono un sostenitore del pensiero esplicato da Bertrand Russel nell’articolo “Elogio dell”ozio”.Sono Siciliano e tutt”ora vivo in questa terra. La visione della vita esplicata da B.R. è sempre stata presente ed è rimasta a lungo radicata nel comportamento spontaneo della popolazione dell’Italia meridionale, la cui storia, è profondamente radicata nel Regno Delle Due Sicilie,erroneamente considerato arretrato, per interessi storico propagandistici dell’unità d’Italia. Quando ero ragazzo,ero sicuro che il sud e il nord Italia si sarebbero avvicinati livellandosi in alto, sia sul piano sociale, quanto economico,facendo della loro diversità la loro ricchezza. Purtroppo,oggi che ho quasi cinquant’anni, sono costretto ad ammettere di essermi sbagliato. Le caratteristiche dell’uomo/donna meridionale sono state via via modificate dal concetto nordico, che la vita è basata sulla produzione e il lavoro come fine. Viceversa, il popolo del nord che avrebbe potuto esportare il concetto di organizzazione sociale, è stato via via influenzato da correnti di pensiero del sud, più orientate verso il disordine.
    Auspico che presto, una presa di consapevolezza della popolazione italiana, possa spingere verso una rivoluzione, dove il lavoro/produzione decada come fine unico della vita e che lasci il posto ad una società ben organizzata (nord), che da spazio, ad una visione più umana e creativa dell’esistenza (Sud).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *