
Il più grande mito sul risveglio spirituale è che ti lascia in uno stato di “beatitudine permanente”.
NO. No. Non lo fa, non “ti” lascia in nessun luogo, perché non c’è un “ti”, nessun sé fisso che duri da un momento al momento successivo.
Il risveglio non è per il sé, è dal sé; il desiderio di esso, il suo rimpianto, l’aspettativa, i suoi ideali impossibili e i suoi concetti di felicità. E anche i suoi sogni di risveglio.
La sua resistenza al momento presente. Il suo cercare l’amore, il suo combattere contro ciò “che è”.
Non diventi qualcosa di nuovo, risvegliato; ma collassi in ciò che eri sempre stato. Intero. Libero. Completo. E il contenitore per tutta la gioia e il dolore del mondo, la sua agonia e estasi, e beatitudine e noia, e certezza e dubbi.
La tua casa non è nel tempo amico, ma nella presenza.
E la tua destinazione non è mai stata una destinazione per te; è sempre stata Te; il luogo dove il respiro accade, il Cuore del momento.
Traduzione tratta da Jeff Foster in italiano.
Per approfondire:
Jeff Foster – Testi scelti in italiano e libri
Il risveglio spirituale nella vita quotidiana

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