
Maitri, la gentilezza amorevole
Per molti di noi, i momenti più difficili sono quelli che ci procuriamo da soli. Ma non è mai troppo tardi, o troppo presto, per esercitare la gentilezza amorevole. È come se avessimo una malattia terminale ma potessimo vivere ancora per un po’. Non sapendo quanto tempo abbiamo ancora a disposizione, potremmo iniziare a pensare che sia importante fare amicizia con noi stessi e con gli altri nel tempo che ci rimane, ore, mesi o anni che siano.
Si dice che non possiamo raggiungere l’illuminazione, figuriamoci provare soddisfazione o gioia, senza vedere chi siamo e cosa facciamo, senza vedere i nostri modelli comportamentali e le nostre abitudini. Tutto questo si chiama maitri – provare gentilezza amorevole e amicizia incondizionata verso noi stessi.
La gente talvolta confonde questo processo con un miglioramento personale o con un rafforzamento. Talvolta siamo così presi a essere buoni con noi stessi che non prestiamo attenzione all’impatto che abbiamo sugli altri. Sbagliando, possiamo credere che la maitri sia un modo per trovare una felicità durevole; come la pubblicità promette in modo così seducente, pensiamo di poterci sentire bene per il resto della vita. No, non è che ci diamo delle pacche sulle spalle e ci diciamo: “Sei il migliore”, oppure “Tesoro, non preoccuparti, andrà tutto bene”. Si tratta piuttosto di un processo grazie al quale l’illusione viene messa a nudo così abilmente e con tale compassione che non c’è maschera che ci possa più nascondere.
Quello che rende la maitri un approccio così diverso è che non cerchiamo di risolvere un problema. Non cerchiamo disperatamente di scacciare il dolore o di diventare persone migliori. In realtà, rinunciamo completamente al controllo e lasciamo perdere concetti e ideali.
Si inizia rendendosi conto che qualsiasi cosa succeda non è né l’inizio né la fine. Si tratta sempre della stessa normale esperienza umana che capita alla gente fin dall’inizio dei tempi. Pensieri, emozioni, stati d’animo, ricordi, vanno e vengono tutti, e il fondamentale senso del presente è sempre con noi.
Non è mai troppo tardi per osservare la nostra mente, per nessuno di noi. Possiamo sempre sederci e lasciare spazio perché si presenti di tutto. Talvolta restiamo scioccati da noi stessi. Talvolta cerchiamo di nasconderci. Talvolta ci sorprendiamo da soli. Spesso perdiamo il controllo. Senza giudicare, senza credere ciecamente a simpatie e antipatie, possiamo sempre incoraggiarci a essere semplicemente qui, ancora e poi ancora.
Quel che fa male è che quando crediamo ciecamente alla disapprovazione, pratichiamo la disapprovazione. Quando crediamo ciecamente alla severità pratichiamo la severità. Più andiamo avanti, più queste qualità si rafforzano. Quanto è triste diventare bravi a far male a noi e agli altri. Il trucco, quindi, sta nel praticare la gentilezza e nel lasciar andare. Possiamo imparare ad andare incontro a tutto quel che si presenta con curiosità, senza farne una gran questione. Invece di lottare contro la forza della confusione, potremmo andarle incontro e rilassarci. Quando lo facciamo, pian piano scopriamo che la chiarezza è sempre lì. Nel mezzo della peggiore situazione della peggiore persona al mondo, nel mezzo di tutto il difficile dialogo con noi stessi, vi è sempre uno spazio aperto.
Da: Pema Chödrön, “Se il mondo ti crolla addosso. Consigli dal cuore per i tempi difficili“, Feltrinelli, 2017.
Maitri e i quattro incommensurabili stati mentali
Maitri è uno dei quattro “incommensurabili stati mentali”, le quattro forme che secondo il Buddhismo può assumere un amore senza frontiere. Ecco come li descrive Thich Nhat Hanh nel suo Discorso sull’Amore vero:
Maitri
Maitri, che vuol dire la bontà amorevole che ha la capacità di portare felicità e amicizia. Se l’amore può portare la felicità è un amore vero e questa capacità è Maitri. Bisogna guardare per vedere se Maitri c’è nella nostra relazione. Può essere che ci sia, ma che sia ancora flebile. Che siano ancora flebili la bontà amorevole, l’amicizia, la fratellanza, la fratellanza d’amore e, in tal caso, lasciate che si rafforzi. Coltivate l’amore, poiché l’amore è qualcosa da coltivare, è una pratica, non è un regalo inviato per posta.
Karuna
Karuna è la capacità di dare sollievo, di alleviare la sofferenza. Bisogna guardare se nella nostra relazione c’è questo elemento, Karuna – compassione. Karuna ha la capacità di alleviare il dolore, di trasformarlo, di toglierlo e se esiste nella nostra amicizia, nell’amore, nella nostra relazione, allora si chiama amore vero. Se l’amore non può dare sollievo, se l’amore rende le cose tristi, allora non è amore vero. L’amore dà sollievo, trasforma, toglie la sofferenza. Bisogna coltivarlo.
Mudita
Mudita è la gioia. Nell’amore vero vi è sempre gioia, l’amore vero porta sempre gioia a se stessi e agli altri. Se l’amore fa piangere tutti i giorni, non è Mudita. Bisogna che porti gioia. Si può parlare a se stessi e all’altra persona riguardo a questo, poiché se uno è interessato all’amore, vuole amare in modo che la gioia e la felicità siano possibili, che la trasformazione e la guarigione siano possibili, vuole l’amore vero.
Upekkha
Upekkha è l’inclusività. Non si esclude più, s’include tutto, del vostro amore traggono beneficio tutti e non solo una persona! Voi e l’oggetto del vostro amore diventate uno. La vostra sofferenza è la sua sofferenza, la vostra felicità è la sua felicità. Non c’è più una sofferenza individuale. Non ci sono più delle frontiere fra colui che ama e colui che è amato: dunque è la non discriminazione e l’inclusività.
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