L’atteggiamento del terzo impegno è quello di vivere in un mondo intrinsecamente buono, intrinsecamente risvegliato, e il nostro percorso consiste nel rendercene conto. In parole povere, a questo stadio la pratica richiede di rivolgervi alla vostra esperienza, nella sua totalità, e di non voltarle mai le spalle.
In primo luogo continuate a vivere secondo gli altri impegni. praticate la presenza mentale, continuando a ritornare esattamente lì dove vi trovate e a ciò che state sperimentando: il pavimento sotto i vostri piedi, il ginocchio che fa male, l’acqua calda che vi scorre sulle mani, l’aria invernale che vi punge gli occhi, il rumore dei martelli, il profumo del caffè.
Poi, a questo, aggiungete una sensazione di profondo apprezzamento per ognuno di quei momenti unici e preziosi, Potreste desiderare che gli operai smettano di martellare: vanno avanti tutto il giorno, ogni giorno, da un mese, e non ne potete à più. Ma passerà, e quando ci ripenserete un anno dopo vi sembrerà che il martellamento sia finito in un attimo. L’ascolto del martellamento è un’esperienza fugace e transitoria, e ogni volta in cui il martello picchia è un momento unico: non lo sentirete mai più risuonare in quello stesso modo.
Non importa quanto ciò che udite vi irriti, ogni suono è degno della vostra attenzione. Quando lo ascoltate apprezzandolo, comincia a tirarvi fuori da voi stessi, fuori dal piccolo mondo egocentrico che si interessa solo all’io. Una volta che disporrete di questa genuina connessione con voi stessi e con il mondo, potrete cominciare a sperimentare lo stato di risveglio. All’improvviso avrete la sensazione di trovarvi in un vasto ambiente aperto con un illimitato spazio per respirare liberamente. È come se foste usciti da una tenda piccola, buia e mal aerata per ritrovarvi sull’orlo del Grand Canyon. È il luogo in cui si è semplicemente. Non è un luogo ultraterreno o etereo, non avete trasceso i normali dettagli della vostra vita, al contrario: siete finalmente entrati totalmente in contatto con essi, ed essi sono diventati un portale per quello che nella tradizione Vajrayana è chiamato il mondo sacro. Sacro non nel senso di religioso o santo, ma nel senso di prezioso, raro, fugace, fondamentalmente sincero e buono.
Da: Pema Chödrön, Vivi nella bellezza. L’incertezza, il cambiamento, la felicità, Apogeo, 2013.
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