
Con l’impegno a non arrecare danno, abbandoniamo l’abitudine a reagire in modi che ci procurano sofferenza, ma non siamo ancora arrivati in un luogo che percepiamo come perfettamente libero e rilassato. Prima dobbiamo svolgere un processo di crescita, di acquisizione dell’abitudine. Questo processo, questa transizione, consiste nel sentirci a nostro agio con le nostre sensazioni, così come le proviamo. La pratica determinante per sostenerci in questo processo è la presenza mentale: un’attenzione sveglia e pienamente presente. La meditazione è una forma di presenza mentale, alla quale vengono dati molti nomi: attenzione, coscienza dell’adesso e presenza sono solo alcuni fra i tanti. Chögyam Trungpa la chiamava prestare attenzione a tutti i dettagli della nostra vita.
Ovviamente i dettagli specifici della nostra vita saranno diversi per ciascuno di noi, ma l’attenzione vigile riguarda ogni cosa: da come prepariamo la cena a come parliamo fra noi, a come ci occupiamo dei nostri vestiti, dei nostri pavimenti, delle nostre forchette e dei nostri cucchiai. Come per gli altri aspetti di questo impegno, possiamo essere presenti o non esserlo quando indossiamo una felpa, quando ci allacciamo le scarpe e quando ci laviamo i denti. O siamo svegli o siamo addormentati, o coscienti o distratti. Il contrasto è piuttosto evidente. Chögyam Trungpa poneva l’accento sulla presenza mentale e sul prestare attenzione ai dettagli della nostra vita come metodi per sviluppare apprezzamento nei nostri confronti e per il nostro mondo, metodi per liberarci dalla sofferenza.
Vi create una forza interiore accogliendo la vostra esperienza nella sua totalità, accettandone gli aspetti piacevoli e anche quelli problematici. Abbracciare la totalità della vostra esperienza significa adottare una gentilezza amorevole nei vostri confronti. Gentilezza amorevole verso voi stessi non significa assicurarvi di sentirvi sempre bene, ovvero cercare di pianificare la vita in modo da essere sempre a vostro agio, ma piuttosto vuol dire organizzarvi la vita cosi da avere tempo per la meditazione e l’autoriflessione, per un’onestà benevola e compassionevole nei vostri confronti. In questo modo riuscirete ad accorgervi meglio dei momenti in cui abboccate all’amo, quando venite risucchiati nel vortice delle emozioni, quando vi aggrappate e quando vi lasciate andare. È così che entrate in autentica amicizia con voi stessi così come siete, con la vostra pigrizia e la vostra audacia. Non c’è nessun altro passo più importante di questo.
Da: Pema Chödrön, Vivi nella bellezza. L’incertezza, il cambiamento, la felicità, Apogeo, 2013.
Per approfondire:
Thich Nhat Hanh – L’energia della presenza mentale
Jeff Foster – Accettazione non significa rassegnazione
Pema Chödrön – Frasi, libri, biografia e testi in italiano
Vivi nella bellezza. L’incertezza, il cambiamento, la felicità

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