Di tanto in tanto mi accorgo che le persone praticano una comoda distinzione tra l’etica personale e quella relativa a un più ampio contesto sociale. A mio parere, si tratta di un atteggiamento fondamentalmente errato, poiché trascura l’interdipendenza che caratterizza il nostro mondo.
L’etica individuale, o piuttosto la sua assenza, può avere un grande impatto sulla vita di moltissime persone, com’è stato clamorosamente dimostrato dalla crisi finanziaria globale iniziata nel 2008, di cui stiamo ancora subendo le ripercussioni in ogni angolo del mondo. È stata la dimostrazione concreta di come l’avidità sfrenata di pochi possa trasformarsi in una catastrofe per milioni di individui. Pertanto, proprio come a seguito degli eventi dell’11 settembre abbiamo cominciato a valutare seriamente i pericoli dell’estremismo religioso e dell’intolleranza, anche l’attuale crisi finanziaria dovrebbe farci riflettere a fondo sulle insidie della cupidigia e della disonestà. Se la bramosia di potere e denaro è considerata accettabile, quando non addirittura encomiabile, chiaramente c’è qualcosa di sbagliato nel nostro sistema collettivo di valori.
In quest’era di globalizzazione, è giunto il momento di riconoscere che la nostra vita è profondamente interconnessa con quella di tutti gli altri e di ammettere che il nostro comportamento personale ha una dimensione planetaria. Comprenderemo così che il miglior modo di fare i nostri interessi è agire in funzione degli interessi dell’intera comunità umana. Se invece ci concentriamo soltanto sul nostro sviluppo interiore, trascurando le più ampie problematiche che affliggono il mondo, oppure, pur avendole riconosciute, ci manteniamo indifferenti e non ci sforziamo di risolverle, ci saremo lasciati sfuggire un aspetto fondamentale della nostra esistenza. A mio parere, l’apatia è una forma di egoismo. È evidente che il nostro approccio all’etica potrà essere davvero significativo soltanto se ci preoccupiamo del mondo in cui viviamo. Questo è ciò che intendo per «principio di responsabilità globale», uno degli elementi chiave della mia concezione di etica laica.
Da: Dalai Lama, “La felicità al di là della religione. Una nuova etica per il mondo”, Sperling & Kupfer, 2013.
Per approfondire:
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