Le istruzioni per praticare il Tonglen secondo Alan Wallace. Il tonglen è un’antica pratica di meditazione buddhista che consiste nell’aspirare il dolore e la sofferenza, ed espirare benevolenza e gentilezza amorevole.
Vi parlerò della pratica mahayana del tonglen, termine che letteralmente significa ‘dare e prendere’. Questo particolare metodo integra l’amorevole gentilezza e la compassione sulla base dell’equanimità, e così facendo risolleva la mente quando cade in depressione, oppure la calma quando si lascia assorbire da turbamenti emotivi. Come la consapevolezza di un ciclo respiratorio evita il torpore o l’eccitamento dell’attenzione (ridestando la concentrazione quando s’inspira e allentandola quando si espira), così il tonglen controbilancia gli squilibri emotivi della depressione e dell’agitazione, e si rivela particolarmente efficace quando è abbinato alla respirazione.
La meditazione del Tonglen
Stabilizzati corpo e mente nel loro stato naturale, immaginate simbolicamente la vostra consapevolezza originaria, che trascende ogni distorsione e afflizione mentale, come una sfera di luce bianca radiante: ha un diametro di circa un centimetro ed è posta al centro del torace. Visualizzate questa sfera come un’insondabile fonte d’amorevole gentilezza e compassione, e come una luce d’illimitata e gioiosa positività: ecco il potere risanante della consapevolezza. Ora richiamate alla mente le difficoltà incontrate nella vita e le forme di sofferenza subite, insieme alle cause interiori di tale dolore, Immaginatele come una nube oscura che offusca la vostra natura più profonda e vi ostacola nella ricerca della vera felicità. Formulando a ogni inspirazione il desiderio compassionevole di liberarvi della sofferenza e delle sue cause, immaginate d’assorbire tale oscurità nella luce all’altezza del cuore, dove si estingue senza lasciar tracce, A ogni respiro, visualizzate l’oscurità svanire, e sperimentate il sollievo dell’alleviarsi di questo fardello.
Ora, invece, pensate di assistere alla vostra piena realizzazione come esseri umani. Immaginate le benedizioni che vi piacerebbe ricevere dal mondo e le metamorfosi che vorreste attraversare per poter vivere l’appagamento desiderato. Poi, formulando ogni volta che espirate l’augurio di trovare la felicità e le sue cause, visualizzate scorrere dall’inesauribile sorgente in corrispondenza del cuore una luce che permea ogni cellula del vostro corpo e ogni sfaccettatura della mente. Percepite questa luce pervadere tutto il vostro essere, appagando a ogni espirazione l’anelito del vostro cuore.
In seguito, evocate nella sfera della vostra consapevolezza qualcuno che amate molto. Applicate la pratica precedente a questa persona, assorbendo compassionevolmente a ogni inspirazione l’oscurità della sua sofferenza e delle sue cause, ed emanando amorevolmente a ogni espirazione la luce della felicità e dei suoi motivi. Così facendo, immaginate che quella persona, liberata dal dolore, scopra la vera felicità a cui agogna.
Una volta che la figura da voi amata si è dissolta nello spazio della vostra consapevolezza, rievocate il ricordo di qualcuno che vi sia relativamente indifferente e praticate nello stesso modo, riconoscendo che la sofferenza e il benessere di quella persona sono reali e importanti quanto quelli vostri e dei vostri cari.
Nello stadio successivo di questa pratica, ripercorrete i medesimi passaggi in rapporto a qualcuno che abbia danneggiato voi o chi amate, o che voi stessi detestiate, forse per via del suo comportamento deplorevole. A ogni inspirazione, impegnatevi ad assorbire l’oscurità delle cause della sua sofferenza (quali avidità, avversione e illusione), che possono anche nuocere indirettamente a molte altre persone. Sempre inspirando, immaginate che quell’individuo si liberi di tali tendenze deleterie, mentre espirando pensate di vederlo trovare la vera felicità e coltivarne le effettive cause.
Prima di terminare questa meditazione, potete espandere la consapevolezza in ogni direzione, includendo tutti gli esseri senzienti nella sfera della vostra amorevole gentilezza e compassione. A ogni respiro, assorbite compassionevolmente l’oscurità della sofferenza del mondo e delle sue cause, e pervadete amorevolmente il mondo della luce della felicità e dei suoi motivi. Negli istanti conclusivi della meditazione abbandonate poi ogni aspirazione o immagine mentale, e limitatevi a soffermare la consapevolezza sul momento presente, senza oggetto. Siate semplicemente presenti.
Da: Alan Wallace, “La rivoluzione dell’attenzione. Liberare il potere della mente concentrata”, Astrolabio Ubaldini, 2008.
Per approfondire:
Pema Chödrön – Tonglen, significato e istruzioni per la pratica
La rivoluzione dell’attenzione. Liberare il potere della mente concentrata
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