Charlotte Joko Beck – I 2 tipi di pensieri che ci passano per la testa

tipi di pensieri

D – Potresti ampliare il punto del lasciar andare i pensieri che sorgono quando siamo in meditazione?

R – Non penso che possiamo ‘lasciar andare’, credo piuttosto che esauriamo semplicemente le cose. Forzando la mente a fare una certa cosa, ricadiamo immediatamente nel dualismo da cui stiamo cercando di liberarci. Il modo migliore per lasciar andare è notare i pensieri che si affacciano e riconoscerli: ‘D’accordo, di nuovo questo pensiero’. Poi, senza giudicare, ritornare alla vivida esperienza del momento presente. Siate pazienti. Può darsi che dobbiamo ripetere il procedimento migliaia di volte, ma il punto della pratica è ritornare ogni volta al presente: di nuovo, di nuovo e ancora di nuovo. Non andate in cerca di luoghi meravigliosi in cui i pensieri non si producono. Poiché, di fatto, i pensieri non sono reali, a un certo punto si affievoliscono e diventano meno coercitivi. Scopriremo che, vedendone l’irrealtà, tendono a scomparire per alcuni periodi. Col tempo avvizziscono da sé, mentre noi quasi non capiamo come sia successo. I pensieri sono autodifese. Nessuno, in fondo, vuole abbandonarli: costituiscono il nostro oggetto di attaccamento. Il modo di percepirne l’irrealtà consiste nel lasciar scorrere il film. Dopo averlo visto cinquecento volte, qualunque film diventa mortalmente noioso.

I pensieri sono di due tipi. Non c’è niente di sbagliato in ciò che chiamo ‘pensiero tecnico’, quello che usiamo per camminare fino all’angolo della strada, per cuocere una torta o risolvere un problema di fisica È un buon uso della mente. Qui non c’entra la realtà o l’irrealtà: è così e basta. Ma le opinioni, i giudizi, i ricordi, i sogni sul futuro… cioè il novanta per cento dei pensieri che ci vorticano in testa, non hanno alcuna realtà. Dalla nascita alla morte, a meno che non ci risvegliamo, sperperiamo la vita in questi pensieri. L’aspetto raccapricciante della seduta (davvero raccapricciante, credetemi) è assistere a quello che avviene nella nostra testa. È un brutto colpo per chiunque. Ci scopriamo violenti, prevenuti ed egoisti. E siamo così perché il falso pensiero su cui si basa la vita condizionata ha prodotto questa modalità. L’uomo è fondamentalmente buono, amorevole e compassionevole, ma ci vuole un faticoso lavoro di scavo per dissotterrare il gioiello sepolto.

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Da: Charlotte Joko Beck, “Zen quotidiano“, Astrolabio Ubaldini, 1991.

Per approfondire:

pensieri

Charlotte Joko Beck – Citazioni e aforismi, biografia, testi e libri

Meditazione Zen

Zen quotidiano. Amore e lavoro

Charlotte Joko Beck, Zen quotidiano
N. pagine: 160
Uno dei capolavori dello zen americano, nel quale questa insegnante, che sa unire la tradizione secolare dell’Oriente con la psicologia contemporanea, ci spiega come la liberazione si possa ottenere proprio nella vita ordinaria di tutti i giorni.
[La foto è di tangi bertin, Francia]

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