Charlotte Joko Beck – Lo Zen non è per tutti

Sedere bene richiede coraggio. Lo Zen non è per tutti, esige la disponibilità ad affrontare qualcosa che non è facile. Ma se ci impegniamo con pazienza e perseveranza, sotto la guida di un buon insegnante, a poco a poco la nostra vita si sistema, si equilibra. Le emozioni perdono il loro potere tirannico. Sedendoci, scopriamo che la prima cosa a cui lavorare è la nostra mente affaccendata e caotica.

Siamo tutti presi in un modello di pensiero frenetico, e il primo problema che la pratica affronta sta nel renderlo più chiaro ed equilibrato. Con la mente chiara e bilanciata, non più dominata dagli oggetti, può prodursi un’apertura, per un attimo possiamo capire chi siamo davvero. Sedere non è una tecnica a cui dedicare un anno o due per impadronircene.

Si siede per tutta la vita, perché non c’è limite all’apertura disponibile agli esseri umani. Alla fine scopriamo di essere lo sfondo illimitato e sconfinato dell’universo, e il lavoro della nostra vita diventa quello di espanderci nell’immensità e di esprimerla. Entrare sempre più in contatto con questa realtà porta compassione per gli altri e cambia la nostra vita. Viviamo diversamente, lavoriamo diversamente e ci rapportiamo diversamente agli altri. Lo Zen è lo studio di tutta una vita. Non si tratta di sedere su un cuscino per trenta o quaranta minuti al giorno: tutta la vita deve diventare pratica, ventiquattr’ore al giorno.

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Da: Charlotte Joko Beck, “Zen quotidiano“, Astrolabio Ubaldini, 1991.

Zen quotidiano. Amore e lavoro

Charlotte Joko Beck, Zen quotidiano
N. pagine: 160
Uno dei capolavori dello zen americano, nel quale questa insegnante, che sa unire la tradizione secolare dell’Oriente con la psicologia contemporanea, ci spiega come la liberazione si possa ottenere proprio nella vita ordinaria di tutti i giorni.
[La foto è di Ari Tikka, Finlandia]

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