
Il maestro Linji disse che, se riusciamo a sedere anche per un solo istante senza discriminazione, allora possiamo essere felici. Se, invece, sediamo in meditazione senza visione profonda, siamo come un albero senza frutti. Ugualmente, se pratichiamo la meditazione camminata e facciamo settecento passi e anche un solo passo è compiuto in consapevolezza, allora è già una buona cosa. Un minuto di consapevolezza può essere seguito da un altro minuto di consapevolezza.
Possiamo aiutarci reciprocamente ad avere questi momenti di visione profonda. L’altro giorno, mentre attraversavo la cucina, ho visto qualcuno che puliva le verdure e gli ho chiesto: “Cosa stai facendo?”. Stavo impersonando il ruolo dell’amico spirituale. Anche se era evidente che stava pulendo le verdure, ho posto questa domanda per risvegliare la persona a come avrebbe potuto essere felice, semplicemente lavando le verdure. Se non facciamo le cose con gioia, quel momento sarà sprecato.
Sugli autobus di New York e di molte altre città c’è un campanello che la gente suona per segnalare al conducente che vuole scendere alla fermata successiva. Se siamo consapevoli, questo campanello sull’autobus non sarà diverso da quello che ascoltiamo invitarci li momento presente nella sala di meditazione. Dobbiamo inventare modi creativi per ricordarci di rimanere consapevoli, allora saremo più capaci di essere buoni amici spirituali per i nostri cari, aiutando anche loro a rimanere nel momento presente.
Da: Thich Nhat Hanh, Nulla da cercare. Un commento alla raccolta di Linjii, Astolabio Ubaldini, 2010.
Nulla da cercare. Un commento alla raccolta di Linjii

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