
Troppo spesso togliamo tempo ai nostri amici per dedicarlo ai nostri nemici
Destino e carattere sono due nomi del medesimo concetto
Il principio di ogni arte è l’amore; valore e dimensione di ogni arte vengono soprattutto determinati dalle capacità d’amore dell’artista
Il richiamo della morte è anche un richiamo d’amore. La morte è dolce se le facciamo buon viso, se la accettiamo come una delle grandi, eterne forme dell’amore e della trasformazione
Nella nostra vita frettolosa, assordante, sono maledettamente poche le ore in cui l’anima può diventare cosciente di sé stessa, in cui tace la vita dei sensi e quella dello spirito e l’anima sta senza veli davanti allo specchio dei ricordi e della coscienza
Note biografiche
Hermann Hesse (1877 – 1962) è stato uno scrittore e poeta tedesco naturalizzato svizzero, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1946. I suoi romanzi più famosi sono Peter Camenzind (1904), Gertrud (1910), Demian (1919), Siddharta (1922), Il lupo della steppa (1927), Narciso e Boccadoro (1930) Il gioco delle perle di vetro (1943).
I suoi lavori rispecchiano il suo interesse per l’esistenzialismo, lo spiritualismo, il misticismo, non meno della filosofia indù e buddhista, in parte riconducibili alla sua biografia, essendo stato suo padre un ex missionario pietista ed essendo sua madre nata in India, seppur da genitori europei. Il pietismo era una corrente del protestantesimo cristiano contrapposta al luteranesimo, la quale si rapportava in modo critico con i dogmi imposti da gerarchie ecclesiastiche, predicando piuttosto una religiosità interiore strettamente individuale, animata e sorretta da un’esperienza mistica.
Hesse, in ogni caso, si ribellò sin da bambino all’educazione pietistica della famiglia, anche a causa del suo carattere ribelle.
You need to login or register to bookmark/favorite this content.