Dizionario essenziale del Buddhismo

dizionario del buddhismo

Le voci che seguono di questo piccolo Dizionario del Buddhismo hanno lo scopo di orientarti nei concetti fondamentali degli insegnamenti del Buddhismo “classico”. In Zen in the City troverai anche formulazioni diverse o perfino divergenti, rispetto a queste, dal momento che siamo aperti alle diversità di visione e di approccio, in quanto elementi di arricchimento.

Anatta

Anatta è uno dei principi fondamentali del Buddhismo che riguarda la natura dell’essere umano e del mondo. Anatta significa “non-sé” o “non-essenza” e nega l’esistenza di un sé permanente e immutabile all’interno dell’individuo o del mondo.

Il concetto di Anatta sostiene che l’individuo è composto da un insieme di processi e di fenomeni, e non da una “anima” o un “sé” che esiste al di fuori di questi processi. Il mondo stesso è percepito come un flusso continuo di cambiamento e impermanenza.

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Il Buddhismo insegna che l’idea di un sé permanente e immutabile è alla base della sofferenza umana, poiché questa idea porta alla bramosia, all’ansia e all’attaccamento. L’affermazione che non esiste un sé permanente è vista come un modo per liberarsi dalla sofferenza e raggiungere la pace e la serenità.

La comprensione profonda di Anatta è ritenuta essenziale per il percorso spirituale del Buddhismo e per la realizzazione della vera natura del mondo e del sé. L’obiettivo è quello di liberarsi dalle illusioni e dalle falsità relative all’essere umano e al mondo, e di raggiungere uno stato di pace interiore e di liberazione.

Per approfondire:

Meditazione sul non Sé

Buddha

Il Buddha è il fondatore del Buddhismo, una religione e filosofia che si è diffusa in tutto il mondo. Il Buddha era originariamente un principe indiano chiamato Siddhartha Gautama, che visse circa 2500 anni fa.

Siddhartha rinunciò alla sua vita di lusso e al suo titolo per intraprendere un viaggio spirituale alla ricerca di verità e pace. Dopo anni di meditazione e pratica spirituale, Siddhartha raggiunse l’illuminazione e divenne noto come il Buddha, che significa “l’Illuminato”.

Il Buddha insegnò che la sofferenza è intrinsecamente legata alla vita umana e che la via per superare questa sofferenza e raggiungere la pace interiore è seguire l’Ottuplice Sentiero, che comprende l’etica, la concentrazione e la saggezza.

Il Buddha insegnò anche che tutti gli esseri umani possiedono la capacità di raggiungere l’illuminazione attraverso la pratica e che ognuno è responsabile per la propria vita e per la propria felicità.

Dopo la sua morte, i suoi insegnamenti furono raccolti in scritti che divennero noti come i Sutra del Buddhismo. Questi scritti hanno conservato la sua saggezza e sono stati studiati e seguiti da milioni di persone in tutto il mondo.

Dharma

Il Dharma è un termine buddhista che si riferisce agli insegnamenti e alla legge morale del Buddha. Il Dharma comprende tutto ciò che il Buddha insegnò durante la sua vita, comprese le sue parole, le sue azioni e le sue attività spirituali.

Il Dharma include anche le scritture buddhiste, come i sutra, che descrivono gli insegnamenti e le pratiche del Buddha. Il Dharma include inoltre le pratiche spirituali che i praticanti buddhisti seguono per raggiungere l’illuminazione e il liberazione dalla sofferenza.

Nel Buddhismo, il Dharma è considerato uno dei Tre Gioielli, insieme al Buddha e al Sangha. Il Dharma rappresenta la guida per la vita spirituale e l’aiuto per i praticanti buddhisti per comprendere la verità sulla natura della realtà e su come porre fine alla sofferenza.

Il Dharma include anche l’Ottuplice Sentiero, un insieme di principi morali e pratiche spirituali che conducono all’illuminazione e al liberazione. Questi principi includono retta intenzione, retta parola, retta azione, retta fatica, retta concentrazione, retta conoscenza e retta saggezza.

Nel Buddhismo, il Dharma è visto come la via per raggiungere la pace e la beatitudine permanenti e come la fonte di tutti gli insegnamenti e le pratiche buddhiste. I praticanti sono incoraggiati a studiare e praticare il Dharma per sviluppare la loro comprensione della verità e per liberarsi dalla sofferenza.

In sintesi, il Dharma è una parte importante del Buddhismo che rappresenta gli insegnamenti e le pratiche del Buddha e che guida i praticanti verso l’illuminazione e il liberazione dalla sofferenza.

Dukkha

Dukkha è un termine Pali che significa “sofferenza” o “insoddisfazione”. Nel Buddhismo, il dukkha è visto come uno dei tre aspetti fondamentali dell’esperienza umana, insieme all’impermanenza e all’assenza di sé.

Il dukkha si riferisce a una vasta gamma di esperienze negative, tra cui dolore fisico, tristezza, ansia, insoddisfazione e insicurezza. Il dukkha è inerente alla vita umana e a tutte le cose soggette a cambiamento e decadimento.

Secondo il Buddhismo, la causa profonda del dukkha è l’ignoranza e l’attaccamento ai piaceri illusori della vita. L’attaccamento crea desideri insoddisfatti e sofferenza, e la pratica della meditazione e l’acquisizione di saggezza sono visti come mezzi per superare il dukkha.

Il dukkha è un tema centrale nelle quattro nobili verità, che descrivono la natura del dukkha e il modo per liberarsene. La quarta nobile verità afferma che è possibile superare il dukkha seguendo l’ottuplice sentiero, che consiste in retto intento, retto parlare, retto agire, retto sforzo, retta concentrazione, retta conoscenza e retta saggezza.

In sintesi, il dukkha è un termine Pali che significa “sofferenza” o “insoddisfazione” e descrive una delle tre realtà fondamentali dell’esperienza umana nel Buddhismo. La causa profonda del dukkha è l’ignoranza e l’attaccamento ai piaceri illusori della vita, e la pratica della meditazione e l’acquisizione di saggezza sono visti come mezzi per superare il dukkha.

Karma

Il karma nel buddhismo è un concetto che descrive come le azioni di una persona influenzano il suo presente e il suo futuro. Si ritiene che ogni parola, pensiero o azione abbia conseguenze, che possono essere positive o negative.

Il karma non è un giudizio morale o una punizione, ma piuttosto una legge causale che governa come le azioni influenzano la vita di una persona. Le azioni positive, come la generosità e la compassione, tendono a portare a risultati positivi, mentre le azioni negative, come l’odio e l’avidità, tendono a portare a risultati negativi.

Il buddhismo incoraggia a vivere una vita virtuosa e a praticare la meditazione per aiutare a comprendere e superare il karma negativo. Questo può portare a una vita più felice e soddisfacente.

In sintesi, il karma nel buddhismo descrive come le azioni di una persona influenzano il suo presente e futuro e incoraggia a vivere una vita virtuosa e a praticare la meditazione per aiutare a comprendere e superare il karma negativo.

Impermanenza

L’impermanenza è un concetto centrale nel Buddhismo, che afferma che tutto è soggetto a cambiamento e che niente è permanente. Questa idea è fondamentale per capire la natura della realtà e come affrontare la sofferenza. Secondo il Buddhismo, la percezione che tutto è permanente è un’illusione che porta a desideri insoddisfatti e sofferenza. Invece, accettare che tutto è impermanente e che nulla dura per sempre, può aiutare a liberarsi dalla sofferenza e a raggiungere la pace e la liberazione.

L’impermanenza è spiegata in dettaglio nel Buddhismo come una delle tre caratteristiche fondamentali dell’esistenza, insieme all’insoddisfazione (dukkha) e all’assenza di sé (anatta). Questi tre concetti sono conosciuti come “le Tre Verità del Buddha” e sono stati enunciati da Siddhartha Gautama, il Buddha storico, durante il suo primo insegnamento.

L’impermanenza è anche una parte importante della pratica buddhista, come la meditazione, che aiuta a sviluppare una maggiore consapevolezza della natura transitoria della vita. Questo a sua volta può aiutare a sviluppare una maggiore accettazione e pace con ciò che accade nella vita, invece che resistere ai cambiamenti o desiderare che le cose restino immutate.

In sintesi, l’impermanenza è un concetto fondamentale del Buddhismo che insegna che tutto cambia e che non c’è nulla che sia permanente. Questa comprensione può aiutare a liberarsi dalla sofferenza e a vivere una vita più equilibrata e serena.

Meditazione

La meditazione è una pratica centrale nel Buddhismo. Il Buddha insegnò che la meditazione è un modo per calmare la mente e aumentare la consapevolezza, che può portare a una maggiore comprensione della natura della sofferenza e della realtà.

La meditazione nel Buddhismo può assumere molte forme, come la concentrazione sulla respirazione o la meditazione di visione profonda.

La pratica della meditazione aiuta a sviluppare la concentrazione, la presenza mentale e la saggezza, che sono tutte parti dell’Ottuplice Sentiero. La meditazione può anche aiutare a ridurre la sofferenza emotiva, migliorare la salute mentale e fisica e aumentare la pace interiore.

La meditazione nel Buddhismo è spesso praticata in un ambiente tranquillo e con una postura seduta comoda. Il meditante si concentra sulla propria esperienza presente, accettando i pensieri e le emozioni senza giudicarli o reagire.

In sintesi, la meditazione nel Buddhismo è una pratica che aiuta a sviluppare la consapevolezza, la pace interiore e la comprensione profonda della natura della sofferenza e della realtà

Nirvana

Nirvana è un termine buddhista che significa “estinzione” o “liberazione”. Nel Buddhismo, il Nirvana rappresenta il fine ultimo della pratica spirituale e il raggiungimento dello stato finale di liberazione dalla sofferenza e dalla rinascita.

Il Nirvana è descritto come uno stato di pace e beatitudine permanente che si raggiunge attraverso la comprensione profonda della natura della realtà e l’eliminazione di tutte le cause di sofferenza, come l’ignoranza, la rabbia e l’avidità.

Per raggiungere il Nirvana, un individuo deve seguire l’Ottuplice Sentiero, che comprende la pratica di retta intenzione, retta parola, retta azione, retta fatica, retta concentrazione, retta conoscenza e retta saggezza.

Il Nirvana non è un luogo fisico, ma piuttosto uno stato mentale e spirituale che può essere raggiunto da chiunque, indipendentemente dalla propria origine o religione.

Nel Buddhismo, il Nirvana è visto come il fine ultimo della vita e il modo definitivo per porre fine alla sofferenza e alla rinascita continua. Esso rappresenta una realizzazione completa e una pace duratura che va oltre la morte.

Ottuplice Sentiero

L’Ottuplice Sentiero è uno dei più importanti insegnamenti del Buddhismo e rappresenta una guida per la pratica spirituale verso la liberazione dalla sofferenza e il raggiungimento del Nirvana. Esso consiste in otto elementi che sono considerati essenziali per la realizzazione spirituale:

  1. Retta intenzione (right intention): l’intenzione di vivere con una mente aperta e piena di compassione.
  2. Retta parola (right speech): la parola che non causa danno a nessuno, è vera, gentile, utile e conciliante.
  3. Retta azione (right action): azioni che non causano danno a nessuno e che sono virtuose, come la nonviolenza e la generosità.
  4. Retto sforzo (right effort): lo sforzo di sviluppare la mente e di superare i pensieri negativi.
  5. Retta concentrazione (right concentration): la capacità di concentrarsi su un oggetto o una meditazione per raggiungere uno stato di calma e stabilità mentale.
  6. Retta conoscenza (right knowledge): la comprensione delle Quattro Nobili Verità e delle leggi causali che governano l’universo.
  7. Retta saggezza (right wisdom): la comprensione profonda della vera natura della realtà, che comprende la non-soggettività, l’impermanenza e la non-esistenza di un sé permanente.

L’Ottuplice Sentiero fornisce una struttura per la pratica buddhista, in cui l’individuo si sforza di sviluppare la mente e il cuore verso uno stato di pace e liberazione dalla sofferenza. Attraverso la pratica costante di questi otto elementi, un individuo può progredire lungo il sentiero verso il Nirvana.

Quattro Nobili Verità

Le Quattro Nobili Verità sono considerate uno dei pilastri fondamentali del Buddhismo e forniscono una comprensione fondamentale delle cause della sofferenza e del modo per liberarsene. Esse consistono in:

  1. La verità della sofferenza (dukkha): la vita umana è caratterizzata da sofferenza, insoddisfazione e impermanenza.
  2. La verità della causa della sofferenza (samudaya): la sofferenza è causata dalla sete insaziabile di piacere, possesso e immortalità (tanha) e dall’ignoranza del vero sé e della realtà.
  3. La verità della fine della sofferenza (nirodha): è possibile liberarsi dalla sofferenza e raggiungere uno stato di pace e beatitudine permanente, noto come Nirvana.
  4. La verità del sentiero che porta alla fine della sofferenza (magga): questo sentiero è noto come Ottuplice Sentiero, che comprende il retto intento, il retto parlare, il retto agire, il retto sforzo, la retto concentrazione, la retta conoscenza e la retta saggezza.

Queste verità guidano la pratica buddhista e aiutano a raggiungere una comprensione profonda delle cause della sofferenza e del modo per liberarsene. Attraverso la meditazione, la compassione e la saggezza, un individuo può superare il proprio karma negativo e raggiungere il Nirvana.

In sintesi, le Quattro Nobili Verità forniscono una comprensione fondamentale delle cause della sofferenza e del modo per liberarsene nel Buddhismo. Esse sono una guida per la pratica spirituale e per raggiungere il Nirvana.

Sangha

Il Sangha è un termine buddhista che si riferisce alla comunità dei seguaci del Buddha. Il Sangha comprende monaci, laici e anche coloro che praticano il Buddhismo come una forma di vita spirituale.

Il Sangha è considerato uno dei Tre Gioielli del Buddhismo, insieme al Buddha e al Dharma (insegnamenti del Buddha). Il Sangha rappresenta un importante sostegno per i praticanti buddhisti, poiché offre una comunità di persone che condividono gli stessi valori e che possono incoraggiare e ispirare l’uno con l’altro nella loro pratica spirituale.

Il Sangha serve anche come un mezzo per preservare e trasmettere gli insegnamenti del Buddha da una generazione all’altra. I monaci buddhisti, in particolare, giocano un ruolo importante nel mantenere la tradizione e nel trasmettere gli insegnamenti ai laici.

Nel Buddhismo, il Sangha è visto come una fonte di ispirazione e di guida spirituale, e i praticanti sono incoraggiati a cercare il supporto e l’ispirazione dalla comunità. Inoltre, il Sangha rappresenta un modello per la vita retta e l’illuminazione spirituale, poiché i suoi membri praticano i principi buddhisti in modo coerente e costante.

In sintesi, il Sangha è una parte importante del Buddhismo che offre una comunità di supporto per i praticanti e aiuta a preservare e trasmettere gli insegnamenti del Buddha.

Per approfondire:

Il Sangha di Zen in the City

Sutra

I Sutra sono scritti che raccolgono gli insegnamenti del Buddha. Essi forniscono informazioni sulle pratiche spirituali, le verità universali e le tecniche per raggiungere l’illuminazione.

I Sutra sono stati scritti in sanscrito e sono stati trasmessi oralmente prima di essere scritti. Sono stati tradotti in molte lingue diverse e sono stati studiati e utilizzati in tutto il mondo.

Nel Buddhismo, i Sutra sono visti come una fonte di ispirazione e guida per la vita spirituale. I praticanti buddhisti possono studiare i Sutra per sviluppare la loro comprensione della verità e per migliorare la loro vita quotidiana.

Inoltre, i Sutra possono essere utilizzati durante la meditazione e la preghiera come mezzo per concentrarsi e rafforzare la propria pratica spirituale.

In sintesi, i Sutra sono scritti che raccolgono gli insegnamenti del Buddha nel Buddhismo e possono essere utilizzati come guida per la vita spirituale e per sviluppare la comprensione della verità.

Via di Mezzo

La Via di Mezzo è uno dei concetti più importanti del Buddhismo, che descrive il percorso verso l’illuminazione e l’eliminazione della sofferenza. La Via di Mezzo si riferisce a una via equilibrata tra estremi, ed è spesso rappresentata come un percorso che evita gli estremi di una vita eccessivamente ascetica o eccessivamente indulgente.

Il Buddha insegnò che la vita eccessivamente ascetica può portare a una sorta di crudeltà verso se stessi, mentre una vita eccessivamente indulgente può portare all’accumulo di desideri e all’aumento della sofferenza. La Via di Mezzo invita a trovare un equilibrio tra questi estremi e a vivere una vita equilibrata che includa la pratica spirituale e la soddisfazione dei bisogni fondamentali.

La Via di Mezzo include anche la pratica dei 5 precetti morali, che consistono nel non uccidere, non rubare, non commettere atti sessuali immorali, non mentire e non consumare sostanze alcoliche e stupefacenti che compromettano la lucidità mentale.

La Via di Mezzo è vista come un percorso graduale verso la realizzazione della vera natura del mondo e del sé, che porta alla pace interiore, alla liberazione dalla sofferenza e alla libertà dalle illusioni e dalle falsità. La pratica della Via di Mezzo è un elemento centrale della vita spirituale buddhista e aiuta a creare una base solida per la meditazione e la pratica spirituale.

Vipassana

Vipassana è un termine pali che significa “visione profonda” o “introspezione”. Nel Buddhismo, la vipassana è un tipo di meditazione che mira a sviluppare la consapevolezza del momento presente e a comprendere la natura transitoria e insoddisfacente dell’esperienza umana.

La pratica di vipassana si concentra sull’osservazione del respiro, del corpo e delle sensazioni fisiche e mentali. Il meditante si concentra sulla percezione della propria esperienza momento per momento, senza giudicare o reagire ai pensieri, alle emozioni o alle sensazioni.

La vipassana è vista come un modo per ottenere una comprensione diretta della verità ultima, come descritta nei quattro nobili verità. Il meditatore è invitato a sperimentare direttamente la natura impermanente della vita e della sofferenza, così come la possibilità di liberarsi da essa attraverso l’eliminazione delle cause profonde della sofferenza.

La vipassana è considerata una pratica importante nel Buddhismo Theravada, ma può essere integrata in molte forme di Buddhismo. Esistono molte scuole e tradizioni diverse che enfatizzano la vipassana come pratica di meditazione, ognuna con le proprie tecniche e interpretazioni.

In sintesi, la vipassana è un tipo di meditazione nel Buddhismo che mira a sviluppare la consapevolezza del momento presente e a comprendere la natura transitoria e insoddisfacente dell’esperienza umana, al fine di raggiungere una liberazione dalla sofferenza.

Zen

Lo Zen è una scuola di Buddhismo che si è sviluppata in Cina e poi in Giappone. Lo Zen enfatizza la pratica della meditazione come mezzo per comprendere la verità ultima e raggiungere l’illuminazione.

La parola “zen” è di origine cinese e significa “meditazione”. La pratica della meditazione nello Zen mira a sviluppare la consapevolezza del momento presente e a comprendere la verità ultima, che è considerata ineffabile e inaccessibile alla comprensione mentale.

Invece di basarsi sullo studio dei testi sacri, lo Zen enfatizza l’esperienza diretta e la comprensione intuitiva. I maestri Zen spesso utilizzano enigmi, rompicapo e altri esercizi per aiutare i discepoli a comprendere la verità al di là delle parole e della mente.

Lo Zen ha avuto un’influenza significativa sulla cultura e sull’arte giapponese, e la sua pratica è diffusa in tutto il mondo. C’è una grande varietà di scuole e tradizioni all’interno dello Zen, ognuna con le proprie pratiche e tecniche uniche.

In sintesi, lo Zen è una scuola di Buddhismo che enfatizza la pratica della meditazione come mezzo per comprendere la verità ultima e raggiungere l’illuminazione, e che ha avuto un’influenza significativa sulla cultura e sull’arte giapponese.

[La foto per il Dizionario del Buddhismo è di Pixabay, mentre le voci sono state redatte da ChatGPT]

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