Joseph Goldstein – Perché dobbiamo superare la distinzione tra ‘dentro’ e ‘fuori’ di noi

Michael Cory, gift

Nel Satipatthana Sutta (il sutra che è a fondamento della meditazione vipassana) si parla di contemplare le sensazioni e la mente internamente, esternamente, e in ambedue i modi. Sebbene vi siano diverse interpretazioni del significato di interno ed esterno in questo contesto, c’è una interpretazione valida per tutti e quattro i fondamenti della presenza mentale: ‘interno’ si riferisce alla propria esperienza, ‘esterno’ all’esperienza di altri. È un richiamo alla natura pregnante della presenza mentale. La nostra pratica consiste nell’essere consapevoli di qualunque cosa sia presente, dentro o fuori, per poi alla fine superare completamente questa divisione.

Le reazioni agli altri possono essere una potente campana di consapevolezza che ci ricorda di fare attenzione. C’è tanto da osservare in questi momenti. Possiamo rivolgere la consapevolezza ai nostri sentimenti reattivi, come l’impazienza, la rabbia o la paura. Oppure alle azioni, alle sensazioni o allo stato mentale altrui che hanno innescato le nostre reazioni, notando se reagiamo nello stesso modo a quelle stesse qualità dentro di noi. Infine possiamo osservare cosa accade quando ci disponiamo all’attenzione consapevole di tutto ciò.

L’accento sulla consapevolezza sia interna sia esterna tiene le cose in equilibrio. Non diventiamo eccessivamente centrati o ripiegati su noi stessi, dimenticando il contesto in cui viviamo, né siamo così risucchiati dagli eventi esterni da non sapere cosa accade nel nostro corpo e nella nostra mente.

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Praticando la consapevolezza internamente, esternamente, sia internamente sia esternamente, cominciamo ad aprirci alla comprensione di anattā, la natura vuota e impersonale delle sensazioni e di ogni esperienza. La nostra comprensione passa da “Provo una sensazione piacevole”, o “Lei prova una sensazione piacevole”, a “C’è una sensazione piacevole”. Come fa notare Anālayo, in questa contemplazione vengono superati i confini fra ‘io’ e ‘l’altro’ come due entità separate. È l’esperienza dei fenomeni indipendenti da un qualsiasi senso di proprietà.

Da: Joseph Goldstein, “Mindfulness. Una guida pratica al risveglio“, Astrolabio Ubaldini, 2016.

Per approfondire:

Satipatthana Sutta

anatta

non sé

Joseph Goldstein – Frasi, libri, biografia e testi in italiano

Meditazione Vipassana

[La foto è di Michael Cory, Stati Uniti]

Mindfulness. Una guida pratica al risveglio

foseph goldstein mindfulness
La meditazione di consapevolezza, o mindfulness, che oggi ha travalicato i confini del buddhismo per trovare applicazione nei campi più disparati, si basa sul celebre Satipatthana sutta, il discorso del Buddha sui quattro fondamenti della presenza mentale: la consapevolezza del corpo, delle sensazioni, della mente e degli oggetti mentali, o dhamma. Ricco di riferimenti alle parole originarie del Buddha, agli insegnamenti di molti maestri buddhisti di varie tradizioni, e all'esperienza personale, il libro insiste sullo…
Paolo Subioli

È un libro molto importante, consigliatissimo, che può essere considerato un vero e proprio manuale pratico di meditazione vipassana.

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