Meister Eckhart – ‘Poveri di spirito’, qual è il significato

Katie.Craven, Overcast beach days

È un uomo povero quello che niente vuole, niente sa, niente ha.

a) Niente vuole: fintanto che l’uomo ha ancora in sé la volontà di compiere la dolcissima volontà divina, non ha ancora la povertà di cui parliamo. Infatti, egli ha ancora in sé una volontà, con cui vuole soddisfare la volontà di Dio, e questa non è la vera povertà. Perché l’uomo sia davvero povero deve essere privo della propria volontà come lo era quando non esisteva. Ve lo dico nell’eterna verità: finché avete la volontà di compiere la volontà di Dio e avete desiderio dell’eternità e di Dio, non siete ancora poveri; infatti vero uomo povero è solo colui che niente vuole e niente desidera.

b) Niente sa: l’uomo dovrebbe vivere in modo da non vivere né per se stesso, né per la verità, né per Dio. Ma aggiungiamo: l’uomo che deve avere questa povertà, deve vivere così da non sapere neppure che egli vive né per se stesso, né per la verità, né per Dio. Egli deve essere così vuoto di ogni sapere, da non sapere né conoscere né sentire che Dio vive in lui. Inoltre, deve essere privo di ogni conoscere che vive in lui.

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c) Niente ha: l’uomo deve essere così povero da non avere, e non essere, alcun luogo in cui Dio possa operare. Quando l’uomo mantiene un luogo, mantiene anche una differenza. Perciò prego Dio che mi liberi da Dio, perché il mio essere essenziale è al di sopra di Dio, in quanto noi concepiamo Dio come inizio delle creature. In quell’essere di Dio in cui Egli è al di sopra di ogni essere e di ogni differenza, là ero io stesso, volevo me stesso e conoscevo me stesso per creare quest’uomo che io sono. Perciò io sono causa originaria del mio essere, che è eterno, e non secondo il mio divenire, che è temporale.

Da: Meister Eckhart, Sermoni tedeschi, Adelphi, 1985.

Per approfondire:

Dio

Rupert Spira – Il non dualismo spiegato per bene

Meister Eckhart – Nota biografica

Eckhart von Hochheim O.P., meglio conosciuto come Meister Eckhart (in italiano: Maestro Eccardo; Tambach-Dietharz o Hochheim, 1260 – Colonia o Avignone, 1327/1328), è stato un teologo e religioso tedesco. È stato uno dei più importanti teologi, filosofi e mistici renani del Medioevo cristiano, e ha segnato profondamente la storia del pensiero tedesco. Per Eckhart Dio è l’essere e l’essere è Dio; dunque la creazione attraverso la moltiplicazione è un progressivo allontanamento dall’unità e perfezione originaria, in cui ogni ente è e vive solo in quanto partecipa in qualche modo e forma della natura divina.

La grande filosofia tedesca dell’Ottocento, l’idealismo, riconosce in Meister Eckhart e nella mistica medievale le proprie radici. Fichte, Schelling, Hegel si considerano eredi di quella spiritualità.

Erich Fromm dedica un capitolo del suo “L’arte di amare” alle varie forme di amore. In quello dell’amore per Dio, porta Eckart come il maggior esempio del misticismo nelle filosofie occidentali. Eckart parla di rapporto Io-Dio. Di ciò Fromm dà una lettura psicoanalitica, vedendo la proiezione di un amore sia materno che paterno, tipica di una religiosità matura, che non è più solo matriarcale o patriarcale.

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