
Le storie zen sono un genere popolare nella letteratura buddhista, per via della loro originalità e capacità di porre interrogativi spiazzanti. Derivano soprattutto dai “koan” che i maestri sottoponevano agli allievi.
Storie zen 1 – Chi dona dovrebbe ringraziare
Quando Seisetsu era maestro di Engaku a Kamakura, ebbe bisogno di ambienti più grandi poiché quelli in cui insegnava erano sovraffollati. Umezu Seibei, un mercante di Edo, decise di donare cinquecento pezzi d’oro, chiamati ryō, per la costruzione di una scuola più spaziosa. Andò dunque a consegnare questo denaro al maestro.
Seisetsu disse: «Va bene. Lo accetterò».
Umezu diede a Seisetsu il sacchetto pieno d’oro, ma rimase insoddisfatto dall’atteggiamento del maestro. Con tre ryō si poteva vivere per un anno intero e per cinquecento ryō il mercante non era neppure stato ringraziato.
«In quel sacchetto ci sono cinquecento ryō» fece notare
Umezu.
«Me lo avevi già detto» rispose Seisetsu.
«Anche se sono un ricco mercante, cinquecento ryō sono un mucchio di denaro» disse Umezu.
«Vuoi che io ti ringrazi?» domandò Seisetsu.
«Dovresti farlo» ribatté Umezu
«Perché dovrei? domandò Seisetsu. — È il donatore che dovrebbe ringraziare».
Storie zen 2 – La cosa più preziosa al mondo
Uno studente domandò a Sozan, un maestro cinese di Zen: «Qual è la cosa più preziosa del mondo?».
Il maestro rispose:
«La testa di un gatto morto».
«Perché la testa di un gatto morto è la cosa più preziosa del mondo?» chiese allora lo studente.
Sozan rispose:
«Perché nessuno è in grado di indicarne il prezzo».
Storie zen 3 – Veri amici
Molto tempo fa, in Cina vivevano due amici. Uno suonava l’arpa con grande abilità e l’altro ascoltava con altrettanta abilità.
Quando uno suonava o cantava di una montagna, l’altro esclamava: «Vedo la montagna come se l’avessimo davanti a noi».
Quando suonava alludendo a un corso d’acqua, colui che ascoltava esclamava: «Qui c’è l’acqua che scorre!».
Poi però quello che ascoltava si ammalò e morì. L’altro amico tagliò le corde della sua arpa e non suonò mai più. Da allora, tagliare le corde di un’arpa è sempre stato un segno di profonda amicizia.
Storie zen 4 – Tempo di morire
Ikkyū, il maestro di Zen, era molto intelligente persino quando era ancora un bambino. Il suo maestro aveva una preziosa tazza da tè, antica e rara. Accadde che Ikkyū ruppe la tazza e ne rimase profondamente preoccupato. Udendo i passi del maestro, si nascose i cocci dietro la schiena. Quando il maestro arrivò, Ikkyū gli domandò: «Perché le persone devono morire?».
«È un fatto naturale — spiegò il vecchio maestro. — Ogni cosa deve morire e vivere il tempo che le è destinato».
Mostrandogli la tazza rotta, Ikkyū disse:
«Per la tua tazza era arrivato il momento di morire».
Da: Paul Reps e Nyogen Senzaki (a cura di), “Carne zen ossa zen“, Lindau 2017.
Per approfondire:
Prova uno dei nostri esercizi zen:
Gli Esercizi di Meditazione sono riservati agli iscritti di livello Praticante e Contemplante.
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