Perché troppe seghe mentali ci rendono ciechi

Le "seghe mentali" sono una metafora un po' grezza ma molto efficace, inventata dallo scrittore Giulio Cesare Giacobbe, per indicare quella continua attività mentale che ci caratterizza un po' tutti e che per lo più si svolge a vuoto, senza portare mai ad alcun risultato. Se per "sega mentale" dobbiamo intendere il pensare a cose che non hanno attinenza con la realtà - considerando che l'unica realtà accertabile è costituita dal nostro corpo e dall'ambiente fisico che lo circonda - allora dobbiamo anche riconoscere che quasi non facciamo altro nella vita. Non dobbiamo prendercela per questo, perché è normale. Purtroppo, però, a parte i casi di "seghe mentali" benefiche, come ad esempio il pensiero creativo, la maggior parte delle seghe mentali è malefica, cioè ci procura sofferenza. Una sofferenza inutile, come quando ad esempio ci preoccupiamo per qualcosa che potrebbe succedere nel futuro, rovinandoci così il tempo presente. Le origini di questo atteggiamento sono biol

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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Una risposta

  1. Shamal (@shamal64) ha detto:

    L’ho letto anni fa e continuo a trovarlo uno dei testi più semplici, diretti, basati su esperienza personale e quindi efficaci tra quelli più divulgativi sulla meditazione e il benessere complessivo. Grazie di averlo citato e ulteriormente spiegato e commentato.

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