Come scoprire chi sei in 5 secondi, giusto il tempo di un respiro
Se t’interessa scoprire chi sei e vuoi addirittura arrivare presto alle conclusioni, t’insegnerò a farlo nel solo arco di un respiro, che mediamente dura circa 5 secondi.
Il respiro è considerato un grande maestro da molti secoli. 2.500 fa il Buddha insegnò l’importanza del respiro in un famoso discorso, il Sutra sulla piena consapevolezza del respiro (Anapanasati Sutta), che ancora oggi è tenuto in grande considerazione dai praticanti di meditazione in tutto il mondo. In questo discorso viene insegnato ad adottare il metodo buddhista per eccellenza, quello di comprendere i fenomeni non intellettualmente, ma attraverso l’osservazione diretta di ciò che viene vissuto nel proprio corpo.
Sulla consapevolezza del respiro non c’è molto da aggiungere, rispetto a quanto detto dal Buddha. Magari se ne può leggere la spiegazione di Thich Nhat Hanh, che sicuramente è molto utile.
Ma qui voglio parlare solo di come scoprire chi sei attraverso il respiro, perché per molti aspetti noi stessi somigliamo al respiro, cioè abbiamo con lui delle caratteristiche in comune. Dunque osservando il respiro puoi più facilmente capire chi sei. Ecco di seguiti alcuni spunti, tratti dalla mia esperienza personale.
Se vuoi scoprire chi sei, sappi che cambi di continuo
Innanzi tutto, il respiro cambia continuamente,. Questa è una cosa che puoi osservare subito. Comincia con l’inspirazione, nel corso della quale, mentre i polmoni gradualmente si riempiono di aria, avvengono molti cambiamenti nel corpo: il torace si espande, e così l’addome. L’ossigeno entra in circolazione attraverso il sangue, portando un senso di sollievo a tutto il corpo. Con l’espirazione avviene più o meno il processo contrario e puoi avvertire un senso di generale, graduale rilassamento. Il cambiamento del respiro avviene istante per istante, ma anche tra un ciclo respiratorio e l’alto, perché non ce ne sono due che possano essere considerati uguali tra loro.
Allo stesso modo anche noi cambiamo, istante per istante. Questa è una nostra caratteristica fondamentale, di cui ci rendiamo conto pochissimo, convinti come siamo di avere una personalità fissa. È stato calcolato che nel corpo umano ci sono mediamente quasi 40mila miliardi di cellule (3.72 × 1013), che si rinnovano di continuo. Si stima che ogni minuto muoiano e rinascano 300 milioni di cellule, nel nostro piccolo e insignificante corpo. Va a finire che, nel giro di pochi anni, di noi non rimane quasi niente, nonostante continuiamo a credere di essere sempre la stessa persona!
Dunque l’osservazione del respiro può farti entrare in contatto diretto con una delle verità fondamentali dell’universo, quella dell’impermanenza, che è anche una delle verità fondamentali della nostra esistenza.
Sei apparentemente uguale, ma sempre diverso
Se osservi il respiro, vedrai che segue un certo ritmo alternato: dentro/fuori, dentro/fuori, dentro/fuori. Apparentemente è sempre la stessa cosa: inspiri ed espiri, l’aria entra e poi riesce, all’infinito.
Ma è proprio così? No che non è così, perché ogni ciclo respiratorio è diverso da quello che l’ha preceduto e da quello che lo seguirà. Il primo respiro si svolge nel tempo X, quello successivo in un tempo diverso, X+1. Come potrebbe essere la stessa cosa? A volte sei calmo e rilassato, altre volte hai addosso una certa agitazione, a volte paura, sorpresa, piacere, godimento intenso. Il respiro è ogni volta diverso. In certi casi leggermente diverso, in altri diversissimo.
Anche tu stamattina vai in ufficio, proprio come un anno fa. Ma con tutto quello che è successo in quest’ultimo anno, non puoi proprio dire di essere la stessa persona. Per non parlare di quelle rughe in più, quei capelli in meno. E anche di quell’amico che sentivi ogni giorno, hai perso le tracce. Sempre uguali e sempre diversi. Bello, no?
Siamo abituati a ragionare per oggetti e anche noi, come persone, tendiamo a considerarci come delle specie di oggetti, seppure oggetti animati e molto evoluti. Ma alla luce di quanto appena detto, non sarebbe più corretto assimilarci a processi, cioè a sistemi complessi che cambiano di continuo?
In te c’è la nascita e c’è la morte
Abbiamo detto che nel corpo c’è un continuo e incessante nascere e morire di cellule. Questo ti farà capire, anche se non riesci a percepirlo direttamente, che in ogni momento della tua esistenza sperimenti la nascita e la morte. Anzi, che il tuo modo di essere nel mondo è nascita e morte, nascita e morte, nascita e morte.
Il respiro è nascita è morte. Vedi insorgere il fenomeno, lo segui lungo il suo sviluppo, e poi finisce. Ma non finisce per sempre, almeno finché sei in vita. È un continuo nascere e poi morire, rinascere e rimorire, rinascere e rimorire. Ricominciare ogni volta. Ogni volta c’è la possibilità di ricominciare. Non è fantastico?
Ma osserva bene: per poter ricominciare, per avere questa splendida opportunità, è prima necessario lasciare andare del tutto, proprio come avviene ad ogni espirazione. Se ti concentri sul respiro senza pensare a qualcos’altro, ti accorgerai che effetto fa il lasciare andare dell’espirazione. Tutto il corpo si rilassa, cellula dopo cellula, e il sistema nervoso è felice. Poi si ricomincia.
Dipendi da tante cause e condizioni
Proseguendo in questo piccolo viaggio per scoprire chi sei, ora prova a osservare il respiro un po’ più concettualmente. Solo un po’. Come mai avviene questo movimento, che coinvolge tutto il tuo apparato respiratorio, che è fatto di molti organi diversi, i quali compiono ciascuno un proprio compito, coordinato con quello degli altri?
Tante cause e condizioni hanno provocato anche uno solo di questi cicli respiratori. Le cellule del corpo hanno bisogno di ossigeno e con l’evoluzione – che è durata decine di migliaia di anni, coinvolgendo milioni di persone e di altri esseri viventi – si sono venuti a formare questi organi, come li vedi ora.
E l’ambiente nel quale ti trovi, col la sua specifica e irripetibile composizione dell’aria, determina la qualità e il ritmo del tuo respiro di adesso. Il tuo metabolismo svolge anche un ruolo fondamentale, in relazione a ciò che hai mangiato l’ultima volta, al grado di sviluppo della digestione, al movimento del corpo.
Senza anche una sola di tali condizioni, il respiro sarebbe diverso, perché esso è totalmente determinato da cause e condizioni per così dire “esterne”.
Di te si può dire la stessa cosa. Non saresti la stessa persona se ieri sera avessi mangiato una cosa diversa, tanto per dirne una, ma tutta la tua vita è stata determinata – e continua ad esserlo – dal patrimonio genetico che hai ereditato dai tuoi predecessori, da quello che ti hanno insegnato i molti maestri che hai avuto, le persone che hai incontrato, le esperienze che hai avuto. Togli anche solo una di queste cose e tu, come sei ora, non ci saresti più. Sei una persona che è completamente – senza eccezioni – determinata da cause e condizioni che sono al di fuori di te, che per lo più non puoi controllare e che in buona parte non esistono più.
Osserva questo respiro, questo unico e irripetibile respiro. E amalo. Perché se riesci ad amarlo riuscirai anche ad amare te stesso. O te stessa.
Per approfondire:
Jon Kabat-Zinn – Puro e semplice respiro
Nascita e morte sono inseparabili
Paolo Subioli – L’impermanenza ci fa scoprire il mondo eternamente nuovo
[La foto è di sprout_creative]
Prova uno dei nostri esercizi sul Respiro:
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Il dono del silenzio
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Grazie Paolo, le tue parole mi hanno commosso
Bellissimo!!! Grazie!