Saper aspettare, un arte

saper aspettare

Saper aspettare è un’arte che al giorno di oggi non è particolarmente popolare. Le lunghe file nei negozi Apple di tutto il mondo, per accaparrarsi l’ultimo modello di iPhone sin dalle prime ore, dimostrano di quale scarsa considerazione goda oggi il valore della pazienza. Ma proprio per noi, immersi nel turbine di una società iper-consumista, il saper aspettare e la pazienza possono diventare gli antidoti contro il nostro malessere esistenziale di fondo, come ci suggerisce Rilke in questo suo celebre brano.

Lasciate ai vostri giudizi il loro proprio sviluppo indisturbato, che – come ogni progresso – deve venire dall’intimo profondo e non può esser da nulla represso o accelerato. Tutto è portare a termine e poi generare. Lasciar compiersi ogni impressione e ogni germe d’un sentimento dentro di sé, nel buio, nell’indicibile, nell’inconscio irraggiungibile alla propria ra-gione, e attendere con profonda umiltà e pazienza l’ora del parto d’una nuova chiarezza: questo solo si chiama vivere da artista: nel comprendere come nel creare.

Qui non si misura il tempo, qui non vale alcun termine e dieci anni son nulla. Essere artisti vuol dire: non calcolare e conta-re; maturare come l’albero, che non incalza i suoi succhi e sta sereno nelle tempeste di primavera senz’apprensione che l’estate non possa venire. Ché l’estate viene. Ma viene solo ai pazienti, che attendono e stanno come se l’eternità giacesse a-vanti a loro, tanto sono tranquilli e vasti e sgombri d’ogni an-sia. Io l’imparo ogni giorno, l’imparo tra dolori, cui sono rico-noscente: pazienza è tutto!

Rainer Maria Rilke, “Lettere a un giovane poeta-lettere a una giovane signora-su Dio”, 1903.

Saper aspettare è un modo di non fare

L‘insegnamento di Rilke è notevole: non bisogna avere la smania di trovare risposta a tutti i nostri interrogativi, dubbi, problemi. Il che significa dire anche che non possiamo sempre confidare sulla nostra razionalità, perché spesso le risposte, le soluzioni e le buone idee arrivano da sole, come tutti abbiamo potuto sperimentare.

Riemerge dunque il tema del non fare. Per poter capire la realtà, un modo ottimo è quello di non fare niente, non intervenire, saper aspettare. Osservar senza aspettative e senza idee preconcette. In questo modo è più facile la comprensione basata su una visione profonda della realtà.

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Rainer Maria Rilke (1875-1926), austriaco di origine boema, è considerato uno dei maggiori poeti di lingua tedesca del ventesimo secolo.

Per approfondire:

Non fare niente

Visione profonda

[Ringraziamenti: ad Anna Rossi e Cristiana Munzi, che mi hanno fatto conoscere questo brano; a Leone Traverso, traduttore dal tedesco, all’editore Adelphi, che ha pubblicato il libro nel 1980.]
[La foto iniziale è di MahPadilha, Brasile]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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3 risposte

  1. Monica ha detto:

    Salve, ancora una volta mi permetto di condividere sulla mia pagina FB il tuo articolo…davvero preziosa la poesia di Rilke. Grazie!

  2. mainato ha detto:

    lasciare il commento mi è cosa pesante,
    mi sento di lasciare il mento.
    scoprire denti e lingua pulsante.
    infilarmi nel letto lento lento.
    cadere nella rete del sonno,
    come un tonno.

    mainato