Ragazzi e social network: gli aspetti positivi che i genitori devono conoscere

ragazzi e social network

Che rapporto c’è tra ragazzi e social network? I social network fanno bene o fanno male ai ragazzi? La gran parte dei genitori di adolescenti oggi si pone domande del genere. Ma senza avere una risposta soddisfacente. Una recente ricerca ci aiuta a capire qualcosa di più.

Il problema di ragazzi e social network sono i social stessi (e internet) in quanto tali, o il fatto di non accettare qualcosa che non si riesce a capire bene? Quest’ultimo aspetto va infatti tenuto in considerazione, quando si parla di ragazzi e social network, cioè del loro rapporto apparentemente ossessivo con i social e i telefoni. Non sappiamo neanche cosa ci fanno, ma quei cosi lì catturano tutta la loro attenzione. E dunque siamo naturalmente predisposti al rifiuto. Da lì nasce un pregiudizio che condiziona tutta la nostra visione del problema. Sotto l’influenza del pregiudizio, è difficile capire bene. Ma se c’è qualcosa di cui gli adolescenti e i ragazzi hanno bisogno è proprio di essere capiti.

Cosa non va tra ragazzi e social network

Già sappiamo che c’è qualcosa che non va nel rapporto tra ragazzi e social network. Da anni ormai vengono progettati per fare leva sui nostri meccanismi mentali e renderci dipendenti. Il funzionamento di base è come quello delle slot machine, basato sul rinforzo intermittente. Siccome sai che prima o poi arriva lo stimolo piacevole, che ti fa arrivare l’endorfina al cervello, continui a giocare senza più fermarti. L’attuale campione in questa disciplina è Tik Tok, la piattaforma più utilizzata dai bambini e ragazzi in tutto il mondo, e anche quella che ne sta modificando il cervello su scala globale. In questo sport anche YouTube eccelle. Sono fortissimi anche Instagram e Facebook.

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Per quanto riguarda l’uso delle diverse piattaforme, attualmente la preferita dagli adolescenti è YouTube, seguita da Tik Tok, Instagram e Snapchat:

uso dei diversi social network tra gli adolescenti

Uso delle diverse piattaforme digitali da parte degli adolescenti (13-17 anni) negli Stati Uniti. Fonte: Pew Research Center, 2022.

Gli effetti negativi nel rapporto tra ragazzi e social network sono abbastanza noti, essendo oggetto di grande attenzione. Mi scuso subito per i link a fonti in inglese, ma la conoscenza primaria su molte materie è in quella lingua e oggi è molto facile farsi tradurre dal browser una pagina web.

Per sintetizzare, possiamo dire che gli effetti indesiderati dei social network e di internet sono principalmente che:

Un elenco così lungo di guai spaventerebbe qualsiasi genitore. Ma non vi terrorizzate. Pur essendo problematiche tutte fondate, esse non coesistono in tutti i ragazzi che usano i social network. Dipende molto dal quanto e dal come, ma anche dal contesto sociale e famigliare.

Il lato buono del rapporto tra ragazzi e social network

Dopo aver doverosamente passato in rassegna la parte problematica, veniamo all’altro lato, quello più accettabile. Se i nostri ragazzi passano la gran parte del loro tempo con telefoni e social network, non è perché sono masochisti. A loro piace. E piace perché ci sono anche dei risvolti positivi. Lo rivela una ricerca recente.

Premetto che, quando si parla di dati e ricerche, bisogna essere molto cauti. Oggigiorno ne circolano tantissimi, spesso diffusi ad hoc per rinforzare le argomentazioni di chi ci vuole vendere qualcosa, dal dentifricio alla proposta di legge. Pertanto bisogna scegliere le fonti con grande cura. E quello che ho fatto in questo caso, perché vi parlerò dei dati che emergono da una ricerca del Pew Research Center, un istituto di ricerca statunitense indipendente e ben noto, che giudico molto serio.

Uso dei social media tra i ragazzi, i giovani e gli adolescentiNonostante le preoccupazioni sugli effetti collaterali, gli stessi adolescenti dipingono un quadro più sfumato della loro vita sui social network. Secondo un sondaggio su ragazzi e social network condotto dal Pew Research Center tra aprile e maggio 2022 tra gli adolescenti statunitensi di età compresa tra i 13 e i 17 anni, la maggior parte di loro ritiene che queste piattaforme siano in grado di rafforzare i legami e di fornire una rete di supporto quando ne hanno bisogno. Solo una percentuale minore – anche se notevole – riconosce i drammi e le pressioni che possono derivare dall’uso dei social media.

Il maggior beneficio che gli adolescenti riscontrano è quello di poter essere più connessi a ciò che accade nella vita dei loro amici. Il secondo vantaggio, in ordine di percezione, è di poter mostrare di più il proprio lato creativo. Segue la possibilità di trovare persone che li sostengano nei momenti difficili e poi quella di essere più accettati.

È chiaro che tutti i vantaggi citati sul rapporto tra ragazzi e social network hanno il potenziale risvolto negativo del confronto con gli altri, ma questo fa parte intrinsecamente della socialità. Alla fine il bilancio sembrerebbe positivo. Almeno così lo giudicano i ragazzi stessi, con una prevalenza di 32 per cento positivo contro 9 per cento negativo.

Una ragazza intervistata nel corso del sondaggio ha detto:

Mi mette in contatto con il mondo, mi offre uno sbocco per imparare cose a cui altrimenti non avrei accesso e mi permette di scoprire ed esplorare interessi.

Fermiamoci un attimo: quale genitore direbbe di no a una ragazza intenzionata a usare uno strumento con tali caratteristiche?

Colpisce che tra i motivi citati tra coloro che hanno detto che i social hanno un impatto molto positivo su di loro, ci sia la possibilità di connettersi e di socializzare. Su questo punto gli adulti si mettano l’anima in pace: il modo di socializzare dei ragazzi è diverso, non lo si può confrontare con la propria esperienza. Probabilmente è più ricco di quello di noi adulti, anche se il fatto che sia basato molto su mezzi digitali ha fatto perdere ai ragazzi un po’ di quell’intelligenza emotiva che rende la nostra vita più ricca.

impatto dei social media sui ragazzi e le ragazze

Gli adoloscenti stessi vedono che c’è qualcosa che non va, nel rapporto tra ragazzi e social network. Il 32 per cento dei ragazzi e il 48 per cento delle ragazze si sente travolto da tutte le tragedie. Le tragedie a cui si riferiscono i ragazzi sono evidentemente sia personali (dei propri contatti) sia sociali. La mia osservazione è che guardando tutti i giorni il telegiornale, come fanno molti degli adulti, l’esposizione alle tragedie non è minore, anzi. E aggiungo che una grande quota di bambini della mia generazione (i “boomer” 😊) è cresciuta cenando con la TV accesa e il telegiornale che non faceva sconti su cronaca nera e tragedie di ogni sorta.

Circa un terzo dei ragazzi si sente sotto pressione a postare contenuti in gradi di raccogliere molti commenti o likes. Questo è un fattore di certo ansiogeno, che punisce duramente chi, pur avendo tale aspettativa, non è in grado di soddisfarla. Si badi che non si tratta di una grossa novità, perché l’essere umano è un animale con una forte componente sociale. Il bisogno di reputazione è una spinta fortissima, perché parte del nostro DNA. La sua origine deriva dal fatto che nel lungo periodo in cui c’è stata l’evoluzione della specie, gli umani vivevano in piccoli gruppi. In tale contesto, l’opinione degli altri su di sé era determinante sia per la sopravvivenza che per la capacità di riprodursi.

impatto dei social media sulla vita dei ragazzi e degli adolescentiL’impatto sui ragazzi dei social network in generale, vien giudicato dai ragazzi stessi con una certa indifferenza. Per una quota consistente di loro, non è stato né positivo né negativo.

Quando i ragazzi devono valutare l’impatto che i social hanno avuto su di loro, lo ritengono per lo più positivo (32 per cento contro 9 per cento di negativo). Ma curiosamente, se si tratta di valutare l’impatto sugli altri, prevale l’idea che sia negativo (32 per cento contro 24 percento di positivo). Forse i ragazzi tendono a vedere i rischi dell’uso prolungato dei social, ma anche ad avere fiducia nelle proprie possibilità di contrastarli.

preoccupazione dei genitori su ragazzi e social networkUn aspetto molto interessante toccato dall’indagine su ragazzi e social network del Centro di Ricerca Pew è quello di cosa pensano i ragazzi di ciò che pensano i loro genitori a proposito del loro rapporto con i social. Soltanto una minoranza dei teenager (il 22 per cento) dice che i propri genitori sono preoccupati del proprio uso dei social media.

Dobbiamio interpretare questo dato come fiducia da parte dei genitori o come disinteresse? La risposta probabilmente dipende dai singoli casi e include entrambe le possibilità.

Triovo che sia interessantissimo l’ultimo dato, che riporto in questo articolo. Circa 4 adolescenti su 10 ritengono che le proprie esperienze sui social media siano migliori di quanto pensino i genitori. Ottimo. È come dire: “facciamo qualcosa che non potete capire fino in fondo e proprio per questo ve ne preoccupate, ma state tranquilli”.

Ma il 27 per cento ritiene che tali esperienze siano in realtà peggiori rispetto a quanto ritengono i genitori. Siccome questo dato è superiore a quelli che dichiarano di avere genitori molto o estremamente preoccupati (22 per cento), significa che c’è una quota di genitori che sottovaluta il problema. È come se i ragazzi dicessero anche: “siccome non capite bene quello che facciamo, tirate i remi in barca, ma in questo modo ci lasciate soli!”

Conclusioni

In conclusione, allo stato di quanto sappiamo oggi, il fenomeno del ruolo preponderante che i social network hanno sulla vita di adolescenti e ragazzi è molto importante. Lo è per il benessere e la felicità dei ragazzi stessi come delle loro famiglie. E lo è anche per la società, perché gli adolescenti di oggi saranno gli adulti di domani, coloro che avranno in malo le leve di comando.

Se giudicassimo il fenomeno unicamente come negativo, non faremmo la giustizia alla realtà, ma soprattutto rischieremmo di creare una frattura intergenerazionale. La comunicazione tra adulti e ragazzi verrebbe compromessa. Se lo giudicassimo unicamente come positivo (o quanto meno neutrale), ugualmente tradiremmo la realtà dei fatti e perderemmo l’occasione di affrontare un problema importante con un minimo di discernimento.

La risposta più saggia è probabilmente nella “via di mezzo“. La via di mezzo non è a metà tra positivo e negativo, non è un compromesso tra i due atteggiamenti. È un guardare oltre, più in profondità. È cercare di capire, senza prese di posizione a priori, ma con il solo desiderio di evitare la sofferenza non necessaria.

Il discorso è diverso nel caso sia sia coinvolti in prima persona come genitori. Se siete genitori e avete letto tutto fino a qui sperando di trovare dei consigli specifici, beh, sono costretto a deludervi. Le situazioni sono molto diverse e variegate, non ci sono ricette valide per tutti.

La mia esperienza di genitore mi consente però di evidenziare alcuni punti che mi sembrano importanti, le principali accortezze da seguire. Non sono specifiche per i social (che tanto tra pochi anni saranno cambiati anche loro), ma valgono in generale. E soprattutto vanno seguite sin dalla prima infanzia, senza aspettare che arrivi l’adolescenza:

  1. essere presenti con i propri figli, ed esserlo fisicamente;
  2. mantenere sempre aperto un canale di dialogo diretto, a voce e con il linguaggio del corpo;
  3. far loro fare molta vita all’aria aperta e abituarli al contatto con la natura;
  4. aiutarli a rendersi consapevoli del proprio corpo e incoraggiarli nell’attività fisica.

Nessuno dei quattro punti ha a che fare col raporto tra ragazzi e social network, ma tutti secondo me hanno a che fare molto con i potenziali effetti negativi che i social stessi potrebbero avere.

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[La foto su ragazzi e social è di cottonbro studio, Russia]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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