Quanto vale un insegnante di meditazione? Una classifica con molte sorprese

quanto vale un insegnante di meditazione

Quanto vale un insegnante di meditazione? Se la domanda fosse posta seriamente, per rispondere bisognerebbe conoscere la persona in questione, vedere quanto sono profondi i suoi insegnamenti e poi capire quanto tali insegnamenti sono sinceramente vissuti e messi in pratica. Ma io mi sono fatto una domanda un po’ diversa. Qual è il valore economico dei diversi insegnanti di meditazione? Quali sono i più popolari? Eh sì, perché anche il mondo della meditazione ha il suo star system e il suo giro d’affari, il quale è appetito da tutto coloro che si cimentano nell’insegnamento di questa pratica millenaria.

Per sapere quanto vale un insegnante di meditazione, ho perso in considerazione i “maestri” di cui pubblichiamo gli scritti qui, in Zen in the City. Ce ne sono di tutti i tipi, dallo Zen, alla Vipassana, al Buddhismo tibetano, fino ad arrivare all’attualissimo Buddhismo secolare. Non troverete insegnanti di Mindfulness, perché la Mindfulness è già un mercato vero e proprio, piuttosto agguerrito, nel quale preferisco non entrare. Jon Kabat-Zinn, l’inventore della Mindfulness, è in questo caso un’eccezione, ma è molto più di un insegnante di Mindfulness, senza nulla togliere a questa utilissima disciplina.

Per stabilire il valore economico mi sono basato sul costo della pubblicità in Google. La pubblicità in Google, a differenza di quella delle testate giornalistiche o degli spazi fisici a pagamento, non ha un costo fisso definito dal proprietario dello spazio, in questo caso Google. Nel mondo online domina la legge della domanda e dell’offerta, che è equanime ma a volte anche spietata. Pubblicare pubblicità basata su un certo termine di ricerca, ha un costo basato su due fattori:

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  • il numero di ricerche che vengono effettuate dagli utenti con quella parola chiave, cioè l’interesse effettivo del pubblico;
  • il numero di inserzionisti che pubblica pubblicità con quella stessa parola chiave, cioè il grado di concorrenza.

La combinazione di questi due fattori determina il costo della pubblicità per una determinata ricerca. Più una certa parola è ricercata dal pubblico, più costa la pubblicità legata a quella parola. Più operatori ci sono sul mercato che fanno pubblicità basata su quella parola, più tale valore aumenta ulteriormente. Bisogna anche considerare che tale costo è estremamente dinamico, perché dipende molto anche dal momento. Se ad esempio in un certo periodo si parla di più di qualcuno, per via di un fatto accaduto o altro legato all’attualità, il suo valore sale. Ma presto potrebbe riscendere. Anche la classifica che troverete qui ha un valore estremamente temporaneo. Ripetendo la ricerca a distanza anche di pochi giorni, l’ordine subisce dei cambiamenti. Niente di più adatto per gente come gli insegnanti di meditazione, che non fanno altro che parlare di impermanenza, non credete?

La tabella mostrata di seguito è frutto di una stima su eventuali inserzioni pubblicitarie pubblicate nel corso di tutto l’ultimo trimestre 2020, dal 1 ottobre al 31 dicembre, rivolte al pubblico italiano. La tabella esprime perciò il valore in termini pubblicitari dei vari nomi di insegnanti di meditazione. La spiegazione sul significato dei diversi valori la potete leggere dopo la tabella stessa.

La classifica degli insegnanti di meditazione

Un dato che mi colpisce, osservando la classifica, è che i primi 4 posti non sono occupati da insegnanti di meditazione “buddhisti”, nonostante la pratica di meditazione abbia nel buddhismo proprio la sua radice primaria. Il più popolare tra i maestri di tradizione buddhista, è il nostro amato Thich Nhat Hanh, uno dei più comprensibili al grande pubblico. Ai primi posti, dopo Kabat-Zinn, troviamo Eckhart Tolle e Osho, autori di bestesller sempre molto apprezzati dal pubblico.

Un autore molto popolare è Daniel Goleman, autore dell’importantissimo libro “Intelligenza emotiva”. Ciò mi consente di introdurre un altro dato che emerge da questa classifica, ovvero la maggiore popolarità di autori nei quali gli aspetti emotivi legati alla pratica sono in primo piano. È il caso di Pema Chödrön e Jack Kornfield, che occupano rispettivamente il 7 e 8 posto. Forse è per questo che Kornfield è molto più popolare di Joseph Goldstein, un autore non meno valido e peraltro di impostazione molto simile.

Chandra Livia Candiani è estremamente popolare, prima tra gli italiani. La sua fama è dovuta principalmente all’attività come poetessa, ma credo che per lei l’attenzione alla dimensione delle emozioni giochi un ruolo importante. Il secondo italiano che troviamo è Corrado Pensa, la persona che più di ogni altro ha contribuito a portare nel nostro Paese la meditazione e gli insegnamenti buddhisti, ma anche a far conoscere molti dei grandi maestri presenti nella classifica.

È interessante l’ottimo posizionamento di Jeff Foster e Rupert Spira, due insegnanti nient’affatto buddhisti, riconducibili al filone del non dualismo, o non dualità, a cui presto dovremo dedicare una sezione ad hoc in questo sito.

Si noti infine il posizionamento dei vari “generi”. Il pubblico non ha preferenze particolari, sembrando esprimere con questo una sorta di indifferenza, rispetto all’origine culturale e alle diverse scuole. È un tipico esempio di cosa sta succedendo al Buddhismo nell’era di Internet. Tutto si rimescola e il pubblico sceglie come al supermercato.

Termine ricerca Genere N. visualizzazioni N. Click Costo per click Costo totale
1 Jon Kabat-Zinn Mindfulness 1.690,55 60,54 0,51 30,73
2 Eckhart Tolle 1.415,11 37,68 0,59 22,12
3 Osho 1.232,05 27,87 0,36 10,07
4 Daniel Goleman Mindfulness 1.123,15 38,99 0,49 19,27
5 Thich Nhat Hanh Zen 884,49 32,15 0,56 18,07
6 Chandra Livia Candiani Vipassana 774,46 18,02 0,39 7,00
7 Pema Chödrön Tibetano 698,91 18,41 0,39 7,14
8 Jack Kornfield Vipassana 451,27 10,43 0,45 4,70
9 Jeff Foster Non dualista 315,34 10,00 0,24 2,44
10 Rupert Spira Non dualista 268,74 8,58 0,54 4,63
11 Alan Watts Zen 216,19 4,94 0,56 2,76
12 Joseph Goldstein Vipassana 194,64 6,65 0,44 2,96
13 Dalai Lama Tibetano 187,10 5,75 0,52 3,00
14 Corrado Pensa Vipassana 176,37 1,95 0,82 1,61
15 Alan Wallace Tibetano 151,01 6,26 0,11 0,66
16 Stephen Batchelor Secolare 140,96 3,23 0,34 1,08
17 Ajahn Sumedho Vipassana 131,44 1,14 0,36 0,40
18 Sharon Salzberg Vipassana 99,83 1,13 0,59 0,67
19 Christina Feldman Vipassana 80,26 1,58 0,64 1,01
20 Matthieu Ricard Tibetano 80,26 3,06 0,49 1,51
21 Charlotte Joko Beck Zen 77,75 2,08 0,24 0,51
22 Ajahn Chah Vipassana 68,23 1,11 0,15 0,17
23 Shunryu Suzuki Zen 63,21 1,41 0,59 0,83
24 Jiddu Krishnamurti 46,15 0,82 0,43 0,35
25 Robert Wright Secolare 31,60 2,29 0,32 0,72
26 Ezra Bayda Zen 29,09 0,75 0,60 0,45
27 Lodro Rinzler Tibetano 17,06 0,02 0,37 0,01
28 Stefano Bettera Secolare 14,54 0,67 0,55 0,37

Gli indicatori utilizzati

Il numero di visualizzazioni esprime il numero totale di volte in cui una pubblicità basata su quel nome comparirebbe agli utenti delle ricerche Google nel periodo considerato. Questo numero rappresenta una stima e ha un significato che è molto vicino a quello di “popolarità” del personaggio.

Il numero di click esprime una stima del numero di volte che quella pubblicità verrebbe cliccata dagli utenti. A volte un personaggio consente di ottenere più click di un altro che magari è più popolare. Corrado Pensa, ad esempio, risulta un po’ più popolare di Alan Wallace, ma consente di ottenere molti meno click. Evidentemente chi cerca Corrado Pensa è poco propenso ad acquistare qualcosa che lo riguardi, o per lo meno lo è meno rispetto ad Alan Wallace.

Il costo per click è quanto bisognerà pagare per ciascun click ricevuto, se si effettua una campagna pubblicitaria basata su quel nome. Esso dipende dal numero di click stimati, ma anche dall’eventuale concorrenza già presente. Un click su Joseph Goldstein, ad esempio, costa il triplo rispetto al suo maestro Ajahn Chah. Questo si spiega con il fatto che Goldstein è un insegnante di meditazione ancora attivo, con una sua attività commerciale, mentre Ajahn Chah, oltre a essere scomparso 30 anni fa, era anche un maestro “vecchio stile”, poco presente sui media. Osho, invece, pur essendo scomparso circa negli stessi anni, inizi ’90, ha un costo per click relativamente alto, grazie alla sua popolarità ancora forte.

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Paolo Subioli

Ho scritto questo libro per condividere ciò che ho imparato nell’ambito della mia pratica quotidiana, grazie agli insegnamenti dei maestri, ma anche e soprattutto dell’esperienza diretta.

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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