Thich Nhat Hanh - Chiamami con i miei veri nomi

‘Chiamami con i miei veri nomi’ è una delle più famose poesie del maestro zen vietnamita Thich Nhat Hanh. Di fronte anche alle più immani tragedie, possiamo imparare a guardare i fatti con gli occhi della compassione.

Chiamami con i miei veri nomi

Non dire che domani scomparirò,
perché io arrivo sempre.

Guarda in profondità: io arrivo ogni secondo,
per essere un germoglio sul ramo a primavera;
per essere un minuscolo uccellino con le ali ancora fragili
che impara a cantare nel suo nido;
per essere un bruco nel cuore di un fiore,
per essere un gioiello che si nasconde in una pietra.

Io arrivo sempre, per ridere e per piangere,
per temere e per sperare.
Il ritmo del mio cuore è la nascita e
la morte di tutto ciò che è vivo.

Io sono un insetto che muta la sua forma sulla superficie di un fiume.
E io sono l’uccello che, a primavera, arriva a mangiare l’insetto.

Io sono una rana che nuota felice nell’acqua chiara di uno stagno.
E io sono il serpente che, avvicinandosi in silenzio, divora la rana.

Sono un bambino in Uganda, tutto pelle e ossa, le mie gambe esili come canne di bambù,
e io sono il mercante di armi che vende armi mortali all’Uganda.

Io sono la bambina dodicenne profuga su una barca,
che si getta in mare dopo essere stata violentata da un pirata.
E io sono il pirata, il mio cuore ancora incapace di vedere e di amare.

Io sono un membro del Politburo, con tanto potere a disposizione.
E io sono l’uomo che deve pagare il ‘debito di sangue’ alla mia gente,
morendo lentamente in un campo di lavori forzati.

La mia gioia è come la primavera, così splendente che fa sbocciare i fiori su tutti i sentieri della vita.
Il mio dolore è come un fiume in lacrime, così gonfio che riempie tutti i quattro oceani.

Per favore chiamatemi con i miei veri nomi,
cosicché io possa udire tutti i miei pianti e tutte le mie risa insieme;
cosicché io possa vedere che la mia gioia e il mio dolore sono una cosa sola.

Per favore chiamatemi con i miei veri nomi,
cosicché io mi possa svegliare
e cosicché la porta del mio cuore sia lasciata aperta,
la porta della compassione.

Da: Thich Nhat Hanh, “Essere pace”, Astrolabio Ubaldini, 1989

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La poesia “Chiamami con i miei veri nomi” viene citata in questo articolo.

[La foto su chiamami con i miei veri nomi è di Miguel Discart, Belgio]

“Chiamami con i miei veri nomi”: un viaggio nel cuore della compassione

La poesia “Chiamami con i miei veri nomi” di Thich Nhat Hanh è una profonda esplorazione dell’interdipendenza, della compassione e delle complessità dell’esperienza umana. Thich Nhat Hanh, maestro Zen vietnamita, poeta e attivista per la pace, ha scritto questa poesia come una meditazione sulla natura interconnessa di tutti gli esseri e sull’importanza di riconoscere questa interconnessione per coltivare la compassione.

“Chiamami con i miei veri nomi” è un invito a guardare oltre le etichette e le categorie superficiali che la società spesso impone. Esorta il lettore a riconoscere le verità più profonde e fondamentali che ci collegano tutti. Thich Nhat Hanh non evita le dure realtà della vita; menziona sia la bellezza che la sofferenza che esistono nel mondo. Facendo ciò, ci invita ad abbracciare una comprensione più olistica della vita, che include sia i suoi aspetti luminosi che quelli oscuri.

Interdipendenza e compassione

Uno degli elementi più sorprendenti della poesia è l’enfasi sull’interdipendenza. Thich Nhat Hanh suggerisce che siamo tutti connessi in una rete di vita e che le nostre azioni hanno conseguenze di vasta portata. Questa interconnessione non è solo un concetto filosofico, ma una realtà vissuta che ha implicazioni su come trattiamo gli altri e il mondo che ci circonda.

La poesia serve come promemoria che la compassione non è un impegno selettivo; deve essere onnicomprensiva. Per comprendere veramente la sofferenza di un altro, dobbiamo riconoscere che anche noi siamo capaci di causare sofferenza. Questa realizzazione non è intesa per indurre sensi di colpa, ma per favorire un senso di responsabilità e compassione per tutti gli esseri.

Nella società odierna, frenetica e individualistica, il messaggio di “Chiamami con i miei veri nomi” è più rilevante che mai. Ci sfida a rallentare e considerare l’impatto delle nostre azioni, a coltivare la compassione non solo per coloro che sono facili da amare, ma anche per coloro che ci mettono alla prova.

In conclusione, “Chiamami con i miei veri nomi” non è solo una poesia; è un manuale spirituale, un invito all’azione e una meditazione sulla natura dell’esistenza. Ci invita a guardare oltre i nostri stretti interessi personali e ad abbracciare una visione della vita più compassionevole e interdipendente. Facendo ciò, offre un percorso verso un mondo più armonioso e compassionevole.

Comprendendo e interiorizzando il messaggio di questa poesia, possiamo fare passi avanti per diventare individui più compassionevoli e meglio attrezzati per navigare le complessità dell’esperienza umana.

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