Forum Dança, dancing exercises

La poesia può essere un ottimo supporto alla pratica di meditazione. In questo caso, il poeta Silvio Anselmo enfatizza la dimensione della lentezza quale approccio che facilita la presenza mentale. Nella poesia ci sono anche molti riferimenti diretti alle pratiche zen tradizionali – dal tiro con l’arco alla cerimonia del tè – nelle quali la gestualità controllata nelle azioni pratiche diventa il terreno ideale della presenza mentale stessa.

Se tu rallenti
rallenti il tuo agire
in quelle lente movenze
ti sentirai danzare la vita
– non più schiacciato dal condizionamento,
dalla necessità, automatizzato-
e darai significato e gusto
a ogni più minuto ricciolo di realtà.
In quella lentezza
ci sarà posto per la Consapevolezza
che darà luce e spazio
al tuo vissuto al di là
di ogni apparente banalità.

Han visto bene là dove sorge il sole.
Perché quella armoniosa gestualità
sinuosa della cerimonia del tè?
Perché quella cura così prolungata
attorno a un vaso, nell’ikebana?
O alle prese con l’arco
fino al punto in cui s’addolcisce la sua ferocia
e tutto si svolge da sé per la perfetta unità
tra l’io che tira e il fine della mira?
Nella consapevole lentezza
è possibile l’unione “col volto di tutte le cose”.
È la fine della separazione,
è la comunione con l’effige nascosta
del Mistero, e del suo scopo;
è la conoscenza del perché, senza parole,
con la mente in pace
che finalmente s’è ritirata e tace
lasciando posto alla sapienza
della mente-cuore.

Da: Silvio Anselmo, “Il viaggio. Desiderio d’infinito – Poesie“, Edizioni La parola, 2014.

Per approfondire:

rallentare

consapevolezza

cerimonia del tè

poesie di Silvio Anselmo

[La foto è di Forum Dança, Portogallo]

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