Saigyō - Quale cosa divina

Il poeta Saigyō esprime lo stupore profondo, carico di commozione, che lo pervade quando prende coscienza del mistero dell’esistenza, al di là di qualsiasi credo o filosofia esistenziale.

Quale cosa divina possa regnare ed esserci,
lo ignoro.
E traboccano però le mie lacrime
per l’appello estremo di ciò che è.

Il testo della poesia è tratto da: Davide Rondoni, “Il canto dell’anima e le voci del mondo”, in: ”Luoghi dell’Infinito“, Anno XXVII, n. 282, aprile 2023.

Chi è Saigyō

Saigyō (1118-1190) è stato un poeta e monaco buddista giapponese, noto soprattutto per le sue poesie waka, una forma di poesia giapponese tradizionale che utilizza un schema di 5-7-5-7-7 sillabe. Saigyō, che è considerato uno dei maggiori poeti del periodo Heian, nacque in una famiglia aristocratica. Dopo aver prestato servizio come guerriero, decise di diventare monaco buddhista. Passò gran parte della sua vita a vagabondare per il Giappone, visitando luoghi sacri e scrivendo poesie che riflettevano la sua ricerca spirituale e la sua preoccupazione per la transitorietà della vita. Le sue opere, tra cui “Saigyō shū”, una raccolta di poesie, sono ancora lette e apprezzate in Giappone per la loro bellezza e profondità spirituale. Saigyō è anche noto per i suoi scritti in prosa, tra cui i suoi diari di viaggio, nei quali descrive le sue esperienze di pellegrinaggio e le sue riflessioni sulla natura umana e sulla condizione umana.

[La foto sulla poesia Ode alla tranquillità di Pablo Neruda è di Arthur Brognoli, Brasile]

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