poesie di Rumi

Sono morto come minerale e come pianta sorto.
Sono morto come pianta e ancora risorto come animale.
Sono morto come animale e risorto come uomo.
Perché temere allora di divenire meno morendo?
Ancora una volta morirò come uomo.
Per risorgere come un angelo perfetto dalla testa
alla punta dei piedi.
Ed ancora quando da angelo soffrirò la dissoluzione
Io muterò in ciò che supera l’umano concetto.

Da: Jalal al Din Rumi , “Poesie mistiche“, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 1980.

Jalal al Din Rumi (1207 – 1273), noto anche come Rumi, è stato un poeta mistico persiano, conosciuto come uno dei massimi della letteratura mistica persiana. La sua fama e influenza va ben oltre l’ambito sufi, al quale apparteneva, e all’islam stesso. È tutt’ora molto popolare non solo nella Grande Persia (Iran e paesi limitrofi), ma anche in Turchia, Asia del sud e Stati Uniti.

Presso il suo mausoleo (“dargah”) fece apporre la seguente iscrizione:

«Vieni, vieni; chiunque tu sia, vieni.
Sei un pagano, un idolatra, un ateo? Vieni!
La nostra casa non è un luogo di disperazione,
e anche se hai tradito cento volte una promessa… vieni.»

Poesie mistiche

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L’acqua e l’aria, la terra e il fuoco, la mente e il cuore, l’umano e il divino: massimo poeta mistico della letteratura persiana, Gialâl ad-Dîn Rûmî esprime in versi potenti e seducenti l’anelito dell’anima verso l’assoluto e, grazie alla sua capacità di trasfigurare vicende quotidiane in visioni sublimi, si innalza a cogliere l’ebbrezza spirituale che pervade l’universo.


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[La foto è di Elijah Hiett, Stati Uniti]

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