I personaggi famosi amano la Soka Gakkai e Tina Turner spiega perché

Tra i personaggi famosi e la Soka Gakkai (il Buddhismo Nichiren) sembra esserci un certo feeling, specialmente nell’ambito di artisti e musicisti. C’è da chiederci cosa ci sia che possa spingere un musicista ad aggregarsi a un gruppo, assieme al quale recitare ripetutamente il mantra Nam-myoho-renge-kyo, che costituisce la pratica di base di questa scuola laica buddhista giapponese, fondata appena 90 anni fa. Qualcosa in effetti c’è, e ce lo spiega bene Tina Turner, classe 1939, universalmente riconosciuta come la “Regina del Rock & Roll”, celebre in tutto il mondo per la sua presenza scenica energica, la voce potente, la longevità nella carriera e la bellezza delle sue gambe, che non ha mai mancato di esibire anche in età avanzata.
Tina Turner è proprio uno di quei personaggi famosi che ha aderito alla Soka Gakkai, e lo ha fatto sin dal 1973. È stata intervistata di recente su questo argomento dalla rivista online Trycicle. A quel tempo Tina era immersa in un periodo veramente difficile della sua vita, dopo anni di coabitazione con un marito violento come Ike Turner, il quale, pur essendo anche suo partner musicale, non le risparmiava abusi e violenze continue.
Alla domanda su quale vantaggio potesse mai portare la recitazione del Nam-myoho-renge-kyo, Tina Turner risponde: “Mi è piaciuto il fatto che la pratica mi offrisse una formula semplice e concreta per la felicità. Quando ho iniziato a studiare gli insegnamenti buddhisti e cantilenare di più, mi ha portato ad assumermi la responsabilità della mia vita e a basare le mie scelte su saggezza, coraggio e compassione. Non molto tempo dopo aver iniziato a cantilenare, ho iniziato a vedere che il potere di cui avevo bisogno per cambiare la mia vita era già dentro di me”. Chi conosce un po’ il buddhismo, può riconoscere subito in queste parole l’essenza dell’insegnamento buddhista stesso, il quale esorta il praticante a liberarsi da solo, anziché aspettare interventi o spinte dall’esterno. Dunque anche una pratica che per molti può risultare inusuale, nell’ambito del buddhismo, come quella della Soka Gakkai, contene questo elemento a dir poco essenziale.
Tina Turner trova questo tipo di pratica “attiva e rinvigorente”. Nella tradizione della Soka Gakkai del Buddhismo Nichiren – dice la cantante americana – “cantiamo con gli occhi aperti e con una vigorosa ripetizione ritmica, cosa che ho sempre amato. A poco a poco, ha tirato fuori il mio coraggio di staccarmi e vivere per mio conto una vita indipendente”.
Personaggi famosi: perché Soka Gakkai e non meditazione
Rimane la curiosità di sapere perché i personaggi famosi amano la Soka Gakkai e la cantilena Nam-myoho-renge-kyo, un mantra molto popolare nelle arti dello spettacolo, tra attori, ballerini, cantanti e musicisti in genere. La spiegazione di Tina Turner è molto interessante. Innanzi tutto, “gli insegnamenti buddisti in generale promuovono una visione di mentalità aperta, accettante e non giudicante, che gli artisti trovano attraente”. E questo vale per il buddhismo in generale, che curiosamente i seguaci della Soka Gakkai preferiscono scrivere “buddismo”, senza la h.
Ma perché proprio la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo, anziché la meditazione? “Con il Buddhismo Nichiren” – dice Tina turner – “il canto Nam-myoho-renge-kyo ha un ritmo musicale così chiaro, è simile al canto. Penso che gli artisti siano naturalmente attratti dalle pratiche che coinvolgono il ritmo e il suono, e questo potrebbe essere il motivo per cui così tanti preferiscono cantilenare a forme più tranquille di meditazione. Si potrebbe dire che la cantilena è una sorta di arte performativa spirituale”. Interessante, no?
E perché meditazione e non Soka Gakkai?
Tina Turner è molto soddisfatta della sua la sua pratica nel Buddhismo Nichiren, che considera fonte di speranza per un mondo migliore e aiuto a superare ogni ostacolo nella propria vita. Ma ci sono invece molti altri a cui proprio non va giù il successo della Soka Gakkai, la quale è in grado di attrarre molti più praticanti delle altre forme, come la vipassana, lo zen, il buddhismo tibetano e persino la mindfulness. In effetti, pur partendo da una radice comune, i due mondi hanno delle differenze molto forti, specialmente nel modo di praticare.
Cinque anni fa scrissi un articolo che cercava di spiegare, nel modo più equanime che mi riusciva, i motivi del successo della Soka Gakkai. L’articolo fu commentatissimo, dimostrando quanto divisivo sia questo argomento. I detrattori della pratica del Nam-myoho-renge-kyo sostengono che non si tratta di vero buddhismo, perché quest’ultimo è basato sulla meditazione. Inoltre, a giudicare dai commenti, non piace il carattere chiuso dell’organizzazione, che ha una propria gerarchia impermeabile all’esterno. Praticare il Buddhismo Nichiren richiede di fare parte di questa organizzazione, senza possibili alternative, come invece avviene in tutte le altre forme di buddhismo. C’è chi denuncia anche le modalità di cooptazione bastate sull’insistenza, se non addirittura sul ricatto. I seguaci della Soka Gakkai, in altre parole, sarebbero delle specie di Testimoni di Geova in chiave buddhista. Un altro aspetto che viene fortemente denigrato è il carattere strumentale della recitazione del Nam-myoho-renge-kyo, che indurrebbe molti a farlo solo per ottenere vantaggi pratici.
Il dibattito, la volta scorsa, è abbastanza degenerato. Possiamo dire che sia stata una fortuna che si sia svolto solo nell’ambito virtuale di questo sito web e non in presenza. Negli Stati Uniti oggi viene molto sentito il problema della polarizzazione della società, specie dopo la presidenza Trump, e nessuno sente il bisogno di ulteriori argomenti divisivi. Lo stesso vale per noi, e possono essere utili le parole di Tina Turner, quando dice che il buddhismo insegna l’uguaglianza, “il principio rafforzativo secondo cui tutti hanno il potenziale per raggiungere l’illuminazione e diventare assolutamente, indistruttibilmente felici. Quando arriviamo a vedere questo potenziale in noi stessi, possiamo vederlo e rispettarlo anche in tutti gli altri”.
Io penso che sia difficile diventare “indistruttibilmente” felici, perché ho imparato che non esiste nulla al mondo che non sia impermanente. Ma mi sembra molto apprezzabile l’idea che in tutti ci sia il potenziale dell’illuminazione e che ciò dovrebbe costituire la base per il rispetto e l’apprezzamento reciproci.
Ed ecco a voi Ike e Tina Turner
Per concludere in bellezza con Tina Turner, vorrei proporre l’ascolto di un brano di questa grande artista, uno dei suoi cavalli di battaglia: Proud Mary, cover dei Creedence Clearwater Revival. Qui viene eseguita insieme al marito Ike in una performance che non è forse tra le migliori, ma ha la caratteristica interessante di svolgersi in Italia, nell’ambito di in una trasmissione Rai del 1971.
E i personaggi famosi?
Ah! Dimenticavo di citare chi sono i personaggi famosi che aderiscono alla Soka Gakkai, che è il motivo per il quale molti saranno atterrati in questa pagina. In Italia c’è calciatore Roberto Baggio (che ha anche aperto centri ufficiali affiliati alla Soka Gakkai), l’attrice Sabina Guzzanti, i cantanti Carmen Consoli e Alan Sorrenti. A recitare Nam-myoho-renge-kyo nel mondo della musica internazionale, non c’è solo Tina Turner, ma anche Suzanne Vega e grandissimi jazzisti come Herbie Hancock e Wayne Shorter, parte essenziale del secondo quintetto di Miles Davis e fondatore dei Weather Report.
A bene vedere, la lista completa dei personaggi famosi nella Soka Gakkai non è così enorme, possiamo anche citarli tutti. Wikipedia, che su queste cose in genere è una fonte esaustiva, ne elenca 37 in tutto. Eccoli qui, da me divisi per categoria.
Personaggi famosi aderenti alla Soka Gakkai
Attori
- Adewale Akinnuoye-Agbaje
- Anne Louise Hassing
- James Lecesne
- John Astin
- Hayley Mills
- Orlando Bloom
- Patrick Duffy
- Vinessa Shaw
Musicisti
- Belinda Carlisle
- Beverly Glenn-Copeland
- Buster Williams
- Courtney Love
- David Bennett Cohen
- Duncan Sheik
- Herbie Hancock
- Howard Jones
- Néstor Torres
- Nick Jago
- Carmen Consoli
- Suzanne Vega
- Tina Turner
- Wayne Shorter
Sportivi
- Hisashi Iwakuma
- Orlando Cepeda
- Roberto Baggio
- Shunsuke Nakamura
Altri VIP
- Cheryl Boone Isaacs
- Christine Rankin
- Claire Bertschinger
- Craig Taro Gold
- Hank Johnson
- Mariane Pearl
- Sabina Guzzanti
- Shan Serafin
- Steven Sater
Fonte: Wikipedia, 28/11/2020.
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Ho letto il Vostro Articolo. Molto interessante. Vorrei rispondere circa le critiche che vengono mosse… una per una.
1)I detrattori della pratica del Nam-myoho-renge-kyo sostengono che non si tratta di vero buddhismo, perché quest’ultimo è basato sulla meditazione…
R.: Recitando il mantra Nam Myoho Renge Kyo accedi ad una sorta di meditazione attiva. Ti connetti a ciò che gli psicologi definiscono sub-conscio. Accedi alla parte più profonda della tua coscienza, anima, e se devi affrontare un problema a cui non sai come far fronte pò avvenire che la risposta ti affiori da dentro, appure altre cose che possono avvenire sono che ti ritrovi nella vita in situazioni che inspiegabilmente ti danno le risposte che cerchi. Queste cose lasciano spesso i neofiti stupefatti… ed anche i praticanti più “incalliti”. Tutto questo avviene non per magia, ma perchè attivi il tuo livello di coscenza più profondo, la tua buddità.
2)..inoltre, a giudicare dai commenti, non piace il carattere chiuso dell’organizzazione, che ha una propria gerarchia impermeabile all’esterno.
R.: Organizzare l’attività di studio e gli incontri di più persone richiede ovviamente un’organizzazione solida e funzionale. Questo è necessario a far funzionare qualunque tipo di comunità. C’è ovviamente una gerarchia.. ma è comese fosse una sorta i piramide al contrario. Chi sta più in alto ha molte più responsabilità. Quando ti viene chiesto se vuoi assumere un incarico, ti viene chiesto se vuoi accettare una “Responsabilità”… in altre parole, invece di trascorrere il tuo tempo libero alla playstation, ti metti a studiare ed organizzare con i tuoi collaboratori la pianificazione dell’attività mensile del tuo gruppo, settore.. etc. In altre parole offri il tuo tempo per aiutare altre persone nel loro proprio percorso per diventare felici. Ovviamente, quando tu dedichi il tuo tempo per aiutare gli altri ricevi nella tua vita stessa dei benefici, visibili ed invisibili, trasformando il tuo karma. Come dice Nichiren:” Quando accendi una lanterna per illuminare il cammino di qualcuno illumini anche il tuo cammino”.
3) Praticare il Buddhismo Nichiren richiede di fare parte di questa organizzazione, senza possibili alternative, come invece avviene in tutte le altre forme di buddhismo.
R.: Il Buddismo ti lascia libero. Tu della tua vita puoi fare ciò che vuoi, purchè tu ti assuma la responsabilità della tua vita, tu sei l’artefice delle tue fortune e delle tue sfortune, e per questo non devi incolpare nessuno. Tutto nell’universo obbedisce alla legge di causa-effetto, tutto è Myoho Renge Kyo, dalla vita di un protozooo, a quella di una galassia, a quella dell’universo intero.
4) C’è chi denuncia anche le modalità di cooptazione bastate sull’insistenza, se non addirittura sul ricatto. I seguaci della Soka Gakkai, in altre parole, sarebbero delle specie di Testimoni di Geova in chiave buddhista.
R.: Il Buddismo di Nichiren ti cambia la vita. Grazie alla pratica riesci a riconoscere il tuo lato più oscuro, quella che il buddismo chiama Oscurità fondamentale. Partendo da qui, dalla presa di coscienza di ciò che di noi meno ci piace, si può partire con la tasformazione di questa parte, e così si può trasformare il nostro karma e la nostra vita stessa. Possiamo compiere la nostra rivoluzione umana. Da qui nasce la costruzione di una vita basata su una solida felicità. Quando hai avuto la fortuna di incontrare una pratica che ti aiuta di fare tutto questo senza bisogno di andare in eremitaggio su un pizzo di montagna per 7 anni, senti dentro di te il dovere morale di far conoscere questa pratica a più persone, perchè sempre più persone possano avere la tua stessa fortuna, e tirar fuori da dentro di se il loro vero potenziale ed attraversare e trasformare le sofferenze che la vita ci presenta, facendole anzi diventare opportunità per costruire un identità forte e felice.
5)Un altro aspetto che viene fortemente denigrato è il carattere strumentale della recitazione del Nam-myoho-renge-kyo, che indurrebbe molti a farlo solo per ottenere vantaggi pratici.
R.: Myoho Renge Kyo è il titolo del Sutra del Loto, uno degli ultimi insegnamenti di Shakyamuni, Il principe Siddarta, Il Buddha originale. Il Buddismo di Nichiren è basato su questi insegnamenti, che Nichiren ha identificato come gli insegnamenti definitivi. I sutra precedenti sono chiamati da Nichiren “Insegnamenti provvisori”, che rivisti alla luce del sutra del Loto assumono comunque nuova valenza. Il Buddha Shakyamuni ha predicato per tanti anni, e gli insegnamenti provvisori preparavano la strada al Sutra del Loto.Le correnti Buddiste che si fondano su insegnamenti precedenti al Sutra del Loto identificavano nel distacco dai desideri terreni e dalle passione la soluzione alla sofferenza. In realtà la vita in questa dimensione terrena è fortemente legata ai desideri terreni, che sono parte e necessità per la costruzione di una vita felice. Recitare per realizzare un obbiettivo concreto aiuta alla realizzazione dell’obbiettivo stesso e quindi contribuisce lla costruzione di un io saldo e sicuro, perchè riesci a tirar fuori le potenzialità necessarie per realizzare l’obbiettivo stesso. Inoltre, cosa assai più importante è che la realizzazione dell’obbiettivo concreto non è comunque il fine ultimo della tua pratica. Mi spiego meglio. Nichiren Daishonin diceva:”I desideri terreni sono essi stessi Illuminazione”. Il significato di questa affermazione sta nel fatto che tu reciti per realizzare un desiderio terreno, nel frattempo recitando Nam Myoho Renge Kyo innalzi il tuo stato vitale e manifesti la tua buddità… e magari nel frattempo riesci grazie a questa attività cose profonde della tua vita che ti aiutano a trasformare il tuo Karma. Nel frattempo, inoltre il tuo desierio terreno riuscirai a soddsfarlo, oppure no, ma ciò che avverrà sarà sicuramente il meglio per te e per la tua crescita evolutiva. Inoltre perchè la pratica possa funzionare non deve essere egoistica. La pratica è per se stessi e per gli altri. Tutto si smuove quando si comprende che non può esistere una vera felicità propria se non sono felici pure gli altri.
Questo è parte del Buddismo di Nichiren propagato dalla Soka Gakkai. Ho scritto “parte” perchè in realtà è molto di più.
Nessun dogma o mistero della fede. Pratichi, vedi, ottieni, credi.
Grazie.
Buona vita a voi tutti.
Grazie Andrea, penso che il tuo contributo così articolato possa di certo arricchire la conoscenza Buddhismo Nichiren da parte dei nostri lettori.
Grazie a te Paolo. 🙂
In realtà questo commento l’ho scritto tutto d’un fiato e contiene un paio di errori. Per tale ragione ne avevo inoltrato un secondo in cui avevo apportato delle piccole correzioni.
Grazie per questa bellissima spiegazione ❤️
Grazie a Paolo per averci raccontato uno pezzo di vita della grande Tina ed aver introdotto questa bella chiacchierata sul buddismo ( parola che scrivo anch’io senza h). Grazie ad Andrea ……..avrei voluto parlare del buddismo di Nichiren Daishonin proprio come hai parlato tu: trovando parole giuste, facendo paragoni appropriati, usando frasi semplici che arrivano al cuore…….
Premesso che l’articolo è assolutamente equilibrato, mi permetto però di sottolineare come comunque sia viziato da un malinteso di fondo.
La soka gakkai, a cui io peraltro non appartengo, non rappresenta in toto il Buddhismo Nichiren. E’ certo l’organizzazione più famosa in occidente, ma in Giappone è solo una delle tante.
La pratica di recitare il mantra NMHRK è vecchia di almeno 800 anni ed è praticata da tutte le scuole che si rifanno agli insegnamenti di Nichiren.
I mantra nella storia del Buddhismo hanno avuto un ruolo molto importante nella pratica a partire dal Buddhismo tantrico indiano o anche oggi in Tibet con il celeberrimo Om Mani Padme hum.
Se c’è qualcosa di “non buddhista” nel credo e nelle pratiche della Soka Gakkai deriva dalle elaborazioni della stessa Sgi e non certo da quanto scritto e predicato dal monaco Nichiren.
A testimonianza di ciò si veda il fatto che due organizzazioni “nichireniane” come la Nichiren Shu e la Homnon Butsuryu Shu sono regolari aderenti all’Unione Buddhista Italiana.
Le due principali denominazioni buddhiste in Giappone, lo Shin e le scuole Nichiren, non pongono al centro della loro pratica la meditazione, ma la recitazione di un mantra. Quindi non sono buddhiste?
Credo che in Occidente ci sia una visione un po’ schematica di ciò significhi la parola Buddhismo, più che altro ricondotta a fenomeni mediatici come il Dalai Lama e/o la parola Zen che fa sempre molto chic (scusate la battuta).
Per chiudere, io ho praticato in un gruppo zen in passato, ma senza grandi soddisfazioni o risultati. La pratica di scuola nichireniana ha invece radicalmente riformato in meglio la mia vita. Che sia etichettabile da altri come buddhismo o meno, per me, poco importa.
Un saluto
Gianluca
Ma chi ve lo ha detto che per praticare questo Buddismo (o Buddhismo) bisogna fare parte per forza di un’organizzazione? Guardate che la “recitazione” di Nam-myoho-renge-kyo funziona anche da soli e senza cartellino della Soka Gakkai! E pure senza Gohonzon! Inoltre “cantilenare” ve lo potevate risparmiare, senza scomodare il film “L’utima corvè” con Jack Nicholson. Un conto è quella che afferma la Soka Gakkai, un altro è ciò che affermano Nichiren e Il Sutra del Loto! Ed è Buddismo (o Buddhismo) in quanto Nam-myoho-renge-kyo è il titolo di un Sutra predicato dal Budda Shakyamuni, gli insegnamenti del quale hanno indotto Nichiren a stabilire questa pratica e la sua scuola! Inoltre Nichiren era di provenienza Tendai e fino quasi all’ultimo ci ha sperato che la sua pratica si sviluppasse in ambito Tendai. E la scuola Tendai la conoscete, da essa è sorta anche la scuola Zen di Dogen, il quale strano a dirsi, si basava sul Sutra del Loto. La recitazione del Nam-myoho-renge-kyo era prevista anche in ambito Tendai, ma solo come pratica da moribondi. Nichiren ne ha fatto la pratica di base per coinvolgere nella pratica buddista in maniera attiva anche gli strati piu bassi della popolazione, cioè coloro che non sapevano leggere e scrivere, i quali rappresentevano la maggior parte della popolazione giapponese del XIII secolo. Altrimenti la pratica buddista sarebbe rimasta “elitaria” dato che predeva la lettura e la trascrizione dei Sutra, cosa impossibile a farsi per chi non sapeva leggere e scrivere.
In moltissimi suoi scritti Nichiren mette in risalto del figura del Budda Shakyamuni come figura principale, alle istruzioni del quale i credenti buddisti avrebbero dovuto adattarsi. E per la recitazione del titolo del Sutra del Loto lui s’inspira a due capitoli dello stesso sutra, il 14 e il 26. E sono istruzioni del Budda Shakyamuni!
https://www.princeton.edu/~jstone/Articles%20on%20the%20Lotus%20Sutra%20Tendai%20and%20Nichiren%20Buddhism/Chanting%20the%20August%20title%20of%20the%20%20Lotus%20Sutra%20-%20Daimoku%20Practi.pdf Legga chi conosce l’inglese la parte di questo pdf “The Daimoku outside the Nichiren context”. Beninteso, se vi va di farlo.