La mindfulness online funziona come quella in presenza? Sembrerebbe proprio di sì, a giudicare dalle esperienze compiute fin qui, non solo da parte di istruttori che offrono i propri corsi direttamente online, ma anche a seguito di una serie di ricerche effettuate in tutto il mondo su persone affette da vari disagi e patologie. Mindfulness è ormai una parola di moda, che indica l’applicazione delle pratiche di ispirazione buddhista a contesti terapeutici, tramite l’adozione di un protocollo predefinito, ideato dallo scienziato americano Jon Kabat-Zinn, che si articola in 8 incontri, più un lavoro quotidiano da svolgere individualmente con l’aiuto di istruzioni e di audio-guide. Il protocollo si chiama MBSR (Mindfulness Based Stress Reduction), ovvero riduzione dello stress basata sulla mindfulness.
L’ultimo degli esperimenti di mindfulness online è stato compiuto da Birgitta Johansson e Helena Bjuh, dell’Università di Göteborg, le quali hanno analizzato gli effetti del programma MBSR di 8 settimane erogato online a pazienti affetti da “fatica mentale” a seguito di trauma cranico. Precedenti ricerche avevano già dimostrato gli effetti positivi della mindfulness online per l’ansia, lo stress, la sindrome dell’intestino irritabile. Johansson e Bjuh hanno applicato il protocollo MBSR con due diversi gruppi di pazienti, uno dal vivo e l’altro online. Gli appartenenti a entrambi i gruppi hanno riportato esperienze molto simili, come una maggiore consapevolezza della connessione tra mente e corpo, una maggiore disponibilità di energia, più calma, più pensieri positivi, maggiore speranza e fiducia nel futuro. Inoltre in entrambi i gruppi è stato possibile riscontrare sia il senso di appartenenza al gruppo che la disponibilità a condividere esperienze al suo interno. Le conclusioni dello studio sono state che, almeno per questo tipo di pazienti, il programma MBSR può essere erogato online con effetti positivi.
Il ruolo della tecnologia nella mindfulness online
Dal punto di vista tecnologico – non trascurabile, visto che parliamo di esperienze compiute online – nell’esperimento svedese è stato adottato Adobe Connect, una delle varie tecnologie per le video-conferenze online disponibili. Adobe Connect viene utilizzato nell’ambito dei corsi statunitensi che fanno capo a Jon Kabat-Zinn, dunque è diventato una sorta di standard dei corsi MBSR. I vari sistemi di videoconferenza consentono ai partecipanti di prendere parte a riunioni virtuali nelle quali ciascuno può intervenire in voce e in video. Ciascun sistema ha i suoi servizi aggiuntivi, come ad esempio la chat, la possibilità di condividere lo schermo o quella di navigare insieme sul web, o una lavagna interattiva. I software più noti in questo campo sono TeamViewer, Cisco Webex, Google+ Hangout e Skype. Zen in the City, per la Meditazione online, attualmente utilizza Google+ Hangout, in quanto gratuito e di facile accesso dal browser e da qualsiasi dispositivo mobile.
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I limiti tecnologici sono importanti da considerare. Innanzi tutto i software gratuiti tipicamente consentono la partecipazione al massimo di 10 persone. Inoltre, in tutti i casi, i partecipanti utilizzano tipicamente linee Adsl, che ricevono discretamente ma trasmettono male, e a volte sono molto precarie.
La soggezione rispetto alla tecnologia è però il fattore più importante. Molte persone si sentono a disagio, quando utilizzano questi mezzi, perché si percepiscono “inadeguate”, anche se il sistema è semplice da usare. Inoltre la tecnologia digitale in quanto tale è un sistema “freddo”, che frappone un filtro nella comunicazione con gli altri, che è sempre necessario considerare. Sta all’abilità e all’esperienza dei facilitatori compensare l’asetticità dello strumento con un coinvolgimento che sappia toccare anche gli aspetti emotivi.
Gli esempi di riferimento
Ci sono due contesti nei quali la video-conferenza via web è oggi molto usata, dai quali è possibile ricavare utili confronti per la mindfulness online:
le riunioni di lavoro, che si svolgono sempre più a distanza, perché consentono di risparmiare sui costi e sui tempi di trasferta. Il tipo di comunicazione interpersonale che si instaura è sufficientemente sofisticato per far emergere con sufficientemente chiarezza anche gli aspetti emotivi. La video-conferenza incoraggia a rispettare i tempi prefissati e a perseguire obiettivi concreti;
la formazione online, che adotta sempre di più le tecnologie video, grazie alla riduzione dei costi, ormai vicini allo zero. Nelle “aule virtuali” gli allievi possono alzare la mano, fare domande e condividere materiali in tempo reale.
La somministrazione del protocollo MBSR (quello da 8 incontri per imparare la Mindfulness) è assimilabile alla formazione online, mentre gli incontri di meditazione online da parte di gruppi di pratica sono più simili alle riunioni di lavoro. Ciò che non cambia, in entrambi i casi, è la possibilità di usufruire di una forma di comunicazione interpersonale a distanza ormai molto vicina alla interazione in presenza, ad eccezione della possibilità di toccarsi.
Una versione più “fredda” della mindfulness online è quella proposta dall’insegnante Dave Potter, che nel suo sito mette a disposizione tutti i materiali per consentire a ciascuno di seguire il corso MBSR per conto proprio. L’unica interazione possibile è tramite la pagina Facebook ufficiale.
I vantaggi della mindfulness online
È facile domandarsi perché mai si dovrebbe preferire un corso di mindfulness online a uno in presenza. In generale, gli incontri in presenza, di qualsiasi tipo, sono preferibili a quelli online, perché riducono al minimo la possibilità di malintesi e aumentano la ricchezza delle relazioni umane. Ma la mindfulness online ha tre vantaggi innegabili:
consente la partecipazione anche a chi per vari motivi non può muoversi da casa;
facilita l’accesso a chi vive lontano da centri che erogano corsi di mindfulness;
riduce i costi logistici e dunque è maggiormente inclusiva dal punto di vista economico.
Nel frattempo, per chi vuole provare l’ebbrezza di praticare la mindfulness online insieme ad altri, è possibile prendere parte gratuitamente agli incontri di meditazione online promossi da Zen in the City, che sono gratuiti.
I rischi della mindfulness online
La mindfulness in quanto tale è un’attività non priva di rischi di banalizzazione e svilimento, a causa del suo potenziale commerciale. Da tempo si parla a tal proposito di “McMindfulness”, come ha riconosciuto anche lo stesso Kabat-Zinn. Quest’ultimo ha avuto l’intuizione di “laicizzare” gli insegnamenti buddhisti per renderli più accettabili nella cultura occidentale. Ciò ha reso la meditazione molto più vendibile sul mercato, ma anche molto più esposta a un approccio superficiale e a una diffusione da parte di insegnanti poco qualificati.
L’erogazione di corsi online, con una forte componente self-service, aumenta ulteriormente questo rischio. Già oggi è possibile acquistare su Amazon un corso MBSR fai-da-te e questo potrebbe portarci a una diffusione di massa di un Buddhismo occidentale in versione light, da distributore automatico. Un movimento spirituale fondato sul Bignami, il volumetto che in poche pagine sintetizzava interi tomi delle materie scolastiche. Ma assieme ai rischi ci sono anche le opportunità, come abbiamo visto.
Il mio consiglio per gli utenti dei corsi MBSR è quello di non accontentarsi. Dopo il corso, se la cosa vi piace, approfondite, frequentando un gruppo di pratica e andando periodicamente a ritiri con maestri validi. Potrete godere così dei frutti di una tradizione millenaria che si è evoluta di continuo, non disdegnando nemmeno di essere messa in vendita su Amazon.
"Questo libro è stato il mio primo contatto con lo zen. Per me che sono appena approdata in questo mondo è stato una rivelazione, perché parla di pratiche quotidiane che non necessitano di particolari conoscenze, ma che aiutano a vivere la vita in modo più sereno. è un libro alla portata di tutti, esordienti e esperti. è bello potercisi affidare in davvero molti momenti della giornata, perché nel libro si riesce a trovare la giusta…
Ho scritto questo libro per condividere ciò che ho imparato nell’ambito della mia pratica quotidiana, grazie agli insegnamenti dei maestri, ma anche e soprattutto dell’esperienza diretta.
Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.
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