Chi era Alan Watts
Alan Wilson Watts (1915 – 1973) è stato un prolifico scrittore e oratore britannico, diventato personaggio di culto, noto soprattutto per aver interpretato e divulgato la spiritualità orientale presso il pubblico occidentale: buddhismo (specialmente Zen), taoismo e induismo. La sua biografia è interessante quanto i suoi scritti e discorsi. Nato vicino Londra, si trasferì a New York all’età di 23 anni per intraprendere l’addestramento Zen. Ma poi, nel 1945, dopo aver conseguito un master in teologia, divenne un sacerdote episcopale. Cinque anni dopo abbandonò tale ruolo per trasferirsi a San Francisco e intraprendere una carriera accademica di studi buddhisti.
Nel 1956 iniziò il suo popolare programma radiofonico, “Way Beyond the West“, in una radio californiana. All’inizio degli anni sessanta, i suoi discorsi radiofonici andarono in onda a livello nazionale, facendo di Alan Watts il portavoce spirituale del movimento della controcultura, quello dei diritti civili e degli hippy. L’abbondanza di registrazioni audio con la sua voce, ha fatto fiorire un gran numero di creazioni digitali basate sui suoi insegnamenti. Si potrebbe affermare che internet ha dato ad Alan Watts una seconda vita. Quest’ultimo aspetto è ben rappresentato nel film “Lei” (2013), dove Alan Watts è un individuo virtuale che vive solo nel mondo digitale.
Il pensiero
Alan Watts è noto soprattutto per il suo pensiero non dualista, che ne ha fatto il punto di riferimento non solo per lo Zen, ma anche per movimenti non-dualisti contemporanei di origine induista, come Satsang o Advaita. Ma più in generale, si può dire che il suo ruolo fondamentale sia stato quello di divulgare e rendere alla portata di tutti, in Occidente, i cardini delle filosofie orientali. Sosteneva di voler fare da ponte tra antico e moderno, tra oriente e occidente e tra cultura e natura.
Watts ha consentito di portare i concetti orientali di illuminazione e di liberazione nel flusso di un movimento radicale di protesta, tipicamente occidentale, rendendo la Bay Area, nel 1967, un punto di riferimento internazionale e popolarizzando lo stesso Zen. Molto interessante, in quel periodo, il dialogo con i poeti Allen Ginsberg e Gary Snyder, il primo noto rappresentante della beat generation, il secondo precursore dei movimenti ambientalisti.
Il dialogo si svolse nella casa di Alan Watts, che era una barca (“houseboat”). Questa illustrazione fu diffusa per pubblicizzare l’evento, noto come “Houseboat Summit”. Watts è il terzo da sinistra:
Dal punto di vista etico, Watts riteneva che la morale assoluta non avesse nulla a che fare con la realizzazione fondamentale della propria profonda identità spirituale. Sosteneva l’etica sociale piuttosto che personale e auspicava un panorama sociale razzialmente e culturalmente diversificato.
La sua visione del mondo attingeva all’induismo, alla filosofia cinese, al panteismo e alla scienza moderna. Sosteneva che l’intero universo è costituito da un Sé cosmico che “gioca a nascondino”, nascondersi da se stesso, diventando tutte le cose viventi e non viventi nell’universo e dimenticando ciò che è realmente. Il risultato è che siamo tutti sotto mentite spoglie, perché la nostra concezione di noi stessi come “ego in una borsa di pelle” non è altro che un mito. Le entità che chiamiamo “cose” separate sono semplicemente aspetti o caratteristiche del tutto.
Il suo rapporto con lo Zen è stato in parte controverso. Fu criticato da Philip Kapleau e D. T. Suzuki per la sua interpretazione non sufficientemente rigorosa dello zazen, la meditazione seduta. Ma ebbe un grande sostenitore in Shunryu Suzuki-roshi, fondatore del San Francisco Zen Center. David Chadwick, biografo di Susuki, racconta che un giorno uno studente denigrò Watts, dicendo “pensavamo che fosse profondo, fino a quando non abbiamo scoperto la realtà”. Allora Shunryu Suzuki si infuriò subito, dicendo:
Non hai capito per niente Alan Watts! Dovresti notare ciò che ha fatto. È un grande bodhisattva.
Alan Watts e gli Hyppies
Particolarmente interessante è stato il rapporto intessuto tra Alan Watts e il mondo della cosiddetta controcultura, quello dei beatnik – la Beat Generation rappresentata da intellettuali come Allen Ginsberg e Jack Kerouac – e dei loro eredi, gli Hyppies.
Gli scrittori e i poeti della Beat Generation avevano un orientamento misticista ed erano molto interessati al buddhismo e alla pratica della meditazione. Lo dimostra in particolare un romanzo come “I vagabondi del Dharma”, scritto da Kerouac nel 1958, che viene considerato il seguito ideale di “Sulla strada” e che ha avuto una forte influenza sul mondo hyppie. Oltre al titolo, tutto il romanzo è una continua ricerca di ricondurre il proprio stile di vita in un contesto buddhista, anche se i protagonisti, oltre a dedicarsi alla meditazione, si ritrovano spesso completamente annebbiati dall’alcol.
Alan Watts, arrivato in California, ha molto seguito in quel mondo, dove il desiderio di “liberare la mente” è talmente forte che il ricorso alla meditazione e l’uso delle droghe psichedeliche si intrecciano senza soluzione di continuità. La vicinanza di Watts con l’ambiente della controcultura è evidente in un brano come questo, dove l’autore afferma ad esempio che “nello yoga esiste una miriade di modi fantasiosi di respirare che sono divertenti da praticare, perché possono mandare molto su di giri”.
La presenza di Alan Watts a San Francisco ha facilitato molto il compito di Shunryu Suzuki, un grande maestro zen che era venuto in America per divulgare la meditazione e gli insegnamenti buddhisti. Watts prepara il terreno a Suzuki, il risultato è che lo zen approda in Occidente proprio in uno dei suoi porti più alternativi e questo in qualche modo condiziona il carattere del buddhismo occidentale fino ai giorni nostri.
Alan Watts e la psicoterapia
Alan Watts ha svolto un ruolo significativo nella convergenza tra meditazione e psicoterapia. Ecco come nel parla Daniel Goleman ne “La forza della meditazione“, BUR, 2003:
Alan Watts, benché non fosse lui stesso un teorico di psicologia, fece molto per portare gli insegnamenti orientali alla consapevolezza degli psicologi occidentali come lettore ospite in numerose scuole mediche, ospedali, e istituti psichiatrici, e con una serie di libri, di cui il più importante è Psychotherapy East and West (1961), pubblicato in Italia con il titolo “Psicoterapie orientali e occidentali“. Watts riconobbe che quella che noi chiamavamo «via di liberazione» orientale assomiglia alla psicoterapia occidentale nel fatto che entrambe si interessano delle variazioni del sentimento di sé e della relazione con altri e con il mondo della natura. Le terapie occidentali, per la maggior parte, trattano le persone disturbate; le discipline orientali le persone normali, socialmente integrate. Anche così, Watts vide che gli scopi dei metodi di liberazione erano compatibili con gli obiettivi terapeutici di parecchi teorici, soprattutto con l’individuazione di Jung, la realizzazione di sé di Maslow, l’autonomia funzionale di Allport e l’individualità creativa di Adler.
Alan Watts redivivo
Watts è ancora oggi molto popolare, non solo per la sua visione non dualista della realtà, che si sposa molto bene con la necessità di una nuova visione del rapporto tra l’essere umano e le altre specie viventi. Il suo stile che è al tempo stesso colto, creativo, ironico e visionario, non smette di affascinare.
Il fatto che lo scrittore e filosofo inglese avesse condotto per anni una trasmissione radiofonica, oltre al suo attivismo come conferenziere, ha fatto sì che siano rimaste molte sue registrazioni audio. Tali tracce hanno conosciuto una rifioritura nel mondo del web, in un modo che lui stesso non si sarebbe mai potuto immaginare. I podcast basati sui suoi discorsi prosperano e molti autori si sono dedicati alla realizzazione di video utilizzando come audio le registrazioni della sua voce. Watts si ritrova in questo modo ad essere un autore contemporaneo in una vera e propria seconda vita. Un divertente paradosso per un autore che praticava il buddhismo ma non credeva affatto nelle sue declinazioni soprannaturali, come ad esempio la reincarnazione.
Come esempio tra i tanti si veda questo video (che ha anche i sottotitoli in italiano), visualizzato milioni di volte su YouTube:
Frasi di Alan Watts
Una selezione delle frasi, citazioni e aforismi che ci piacciono di più e che sintetizzano in maniera efficace il pensiero di Alan Watts.
You need to login or register to bookmark/favorite this content.