Meditazione sul sudore

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Il sudore è una manifestazione fisica del nostro corpo che, pur essendo molto naturale, non è molto amata. Il sudore emerge assai facilmente, a seguito di un piccolo sforzo, di un’emozione da poco, e anche quando la temperatura e l’umidità relativa dell’ambiente rendono la traspirazione più difficoltosa. Quando il sudore si manifesta, possiamo scegliere nell’ambito di 2 estremi: rifiutarlo come una secrezione repellente da contrastare in tutti i modi, oppure apprezzarlo per la sua grandiosità e farne un oggetto di meditazione. Qui analizzeremo questa seconda scelta.

C’è anche il caso dell’iperidrosi, cioè della sudorazione oltre la norma, che può riguardare alcune parti del corpo nello specifico, come il palmo delle mani, la pianta dei piedi, l’area ascellare o la fronte. In questi casi spesso si tratta di manifestazioni di stati emotivi, cioè il nostro modo di esprimere quella parte di noi sulla quale siamo più ignoranti. Siccome non riusciamo bene a capire cosa proviamo, ci pensa la nostra pelle a comunicarlo!

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Il sudore non è benvoluto

Nessuno di noi ama presentarsi sudato agli altri. Non mi riferisco solo alle riunioni di lavoro o agli appuntamenti galanti. Il sudore – indicatore inequivocabile della nostra natura animalesca – non è mai benvoluto. Questo è il motivo che spinge molti a non recarsi al lavoro in bicicletta, per lo meno finché la doccia non diventerà una dotazione standard degli uffici. Il deodorante è invece una dotazione di ogni bagno, per consentirci di non mostrare agli altri lo scandalo di eventuali aloni di sudore sotto le ascelle.

Diciamo pure che il sudore, al di fuori dei campi da gioco, è bandito del tutto. L’avversione al sudore ha una motivazione prevalentemente sociale, ma è anche una di quelle sensazioni che nessuno vuole mai provare. Appena sentiamo la gocciolina che scorre lungo la fronte, scatta l’allarme, e subito prendiamo in mano il telecomando dell’aria condizionata.

Quella del sudore rientra nella fattispecie delle piccole sensazioni spiacevoli che non tolleriamo più. Freddo, caldo, sudore, zanzare, mal di testa, rumore: verso ogni elemento di disturbo pratichiamo la tolleranza zero. Diamo per scontato che la nostra vita debba scorrere perfetta, senza intoppi ed elementi di disturbo. O quanto meno che debba svolgersi esattamente secondo i nostri piani.

Ma il sudore è inesorabile: prima o poi si presenta in quell’ampia superficie che fa da confine al nostro corpo, la pelle. Secondo la nostra percezione, a cui crediamo fermamente, la pelle è anche il punto di separazione tra il nostro sé e il resto del mondo.

A cosa serve il sudore

Che il sudore sia uno dei frutti della nostra storia evolutiva penso sia chiaro a tutti. Magari potremmo chiederci esattamente a cosa serve, il sudore, da un punto di vista funzionale. È semplice: il sudore è il principale mezzo che adoperiamo per raffreddare il corpo quando fa caldo. Alla produzione del sudore sono addette le ghiandole sudoripare eccrine, presenti nel nostro corpo in un numero che mediamente va dai 2 ai 3 milioni. Le goccioline di liquido che si formano sulla pelle, evaporando, cedono calore verso l’esterno. Un dettaglio molto interessante è che queste ghiandole sono state introdotte nel percorso evolutivo piuttosto tardi. Lo dimostra il fatto che le condividiamo solo con i primati più vicini a noi.

Il sudore potrebbe essere la caratteristica chiave che ha fatto di homo sapiens la specie dominante sulla Terra. A chi ritiene che il sudore sia disgustoso, Sarah Everts – autrice di “The Joy of Sweat” – risponde che poteva andare molto peggio. Se si pensa che, per rinfrescarsi, i cani sbavano, gli avvoltoi si fanno la cacca sulle zampe, mentre le foche ci urinano sopra, ci è andata di lusso. Everts ritiene che il sudore sia una meraviglia evolutiva e un superpotere riservato agli umani e pochi altri, che ci ha consentito di adattarci in molti ambienti diversi e poter essere attivi anche sotto il sole.

Nel sudore c’è tutto

La propensione a sudare in forma maggiore o minore è in parte ereditaria e in parte dovuta a fattori ambientali. Siccome le ghiandole sudoripare eccrine non entrano in funzione prima dell’infanzia, i primissimi anni di vita sono quelli in cui il corpo apprende quali sono le caratteristiche dell’ambiente in cui poi dovrà vivere.

Da dove viene esattamente il sudore? “Se si apre un corpo – spiega Sarah Everts in un’intervista a NPR –  si nota che è molto bagnato all’interno. È il fluido interstiziale, che mantiene tutti gli organi umidi e bagnati. Quel liquido proviene dal sangue. Quando il corpo riceve l’ordine di raffreddamento, le ghiandole sudoripare prelevano il sudore da quel fluido interstiziale. Perciò tutto ciò che è nel sangue e che è piccolo può percolare fuori”. Questo significa che nel sudore ci troviamo di tutto: quello che abbiamo bevuto, quello che abbiamo mangiato, l’attività fisica che abbiamo fatto.

Il sudore è anche una componente essenziale di quella caratteristica unica che ci distingue da tutti gli altri: il nostro odore. L’impronta di odore corporeo unica, che ci contraddistingue – e che i cani sanno distinguere perfettamente – è data da un mix composto dal sudore emesso sotto le ascelle e dall’ecosistema unico e personale di batteri che vivono nell’ascella stessa.

Le stesse impronte digitali, in fin dei conti, sono lasciti di sudore. Le polizie scientifiche adesso non si limitano ad osservare solo il disegno lasciato dalle impronte, ma ne analizzano il contenuto. Perché il sudore è un po’ come il nostro karma: lasciamo ovunque tracce di ciò che siamo e che facciamo. E non c’è privacy che tenga.

Meditazione sul Sudore: come fare

Se il fenomeno del sudore è così insito nella nostra natura, perché non accettarlo per quello che è e farci pace? Non è facile, lo so. Allora vi propongo una via intermedia, quella di esercitarci a vedere il sudore per quello che è veramente, tramite la Meditazione sul Sudore.

Come tutte le forme di meditazione, la pratica sul sudore si propone semplicemente di stare con ciò che c’è, per quello che è, nel momento presente, senza giudizio né preferenze. Questo si applica potenzialmente a tutto. Se lo applichiamo a tutto siamo dei Buddha, felici di vivere questa vita sul pianeta Terra e non altre vite ideali o ipotetiche basate su modelli, desideri e aspettative.

Ma noi oggi non vogliamo essere felici con tutto ciò che ci capita nella vita. Ci accontentiamo del sudore. Abbiamo visto che è una qualità meravigliosa e potente, prerogativa tipica della nostra umanità. Abbiamo visto che nel sudore c’è tutto, che questo liquido è un mezzo di informazione straordinario che racconta tutto di noi. Ci sono tutti gli ingredienti per godercelo, questo sudore. Ecco come fare.

  1. Appena percepisci che il sudore è presente, approfitta per osservarlo con la massima curiosità, senza avversione.
  2. Senti che tipo di sensazione ti dà sulla pelle. Di solito è di freschezza, una freschezza piacevole.
  3. Se senti le goccioline che strisciano sulla pelle, osservale senza pregiudizio. Cioè non dare per scontato che siano da evitare. Mettiti in ascolto della sensazione e vedi se è veramente spiacevole. Potrebbe essere un divertente e sensuale solletico.
  4. Considera un primo aspetto del sudore, quello di fare emergere dal corpo tante informazioni sul tuo conto, come un’immagine del tuo karma che esprime il tuo contributo al mondo.
  5. Questo sudore che si produce sulla pelle per evaporare è parte del grande ciclo dell’acqua. Il suo vapore andrà a far parte di una nuvola, per diventare pioggia, essere assorbito dalla terra e poi nutrire le piante e gli animali, fino a entrare a far parte di un altro corpo per continuare il ciclo. Sentiti parte di questo ciclo grandioso, nel quale sei in compagnia di tutti gli altri esseri della Terra.
  6. Ripeti mentalmente: “È tutto perfetto”.
[La foto è di Sarah Cervantes da Unsplash ]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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