Meditazione nuotata

meditazione nuotata

L’Estate è il tempo ideale per la meditazione nuotata – o meditazione nel nuoto, o anche nuoto consapevole – se si sta in vacanza al mare, ma anche nell’ora di piscina che eventualmente ci regaliamo.  Che cos’è la meditazione nuotata? Una delle tante possibili forme di meditazione di consapevolezza – come quella seduta o camminata – che ci consentono di prendere contatto in pieno col momento presente, con la vita.

Quando nuotiamo, la familiarità col movimento dello stile ci induce di solito a mettere il “pilota automatico” al corpo, lasciando che, nel frattempo, la mente vaghi lontana chilometri dal posto dove ci troviamo. Se siamo in piscina, ci viene naturale contare le vasche, o lo spazio che manca alla fine della vasca, oppure valutare quante vasche possiamo fare prima che finisca il tempo a disposizione. Per non parlare dei ricordi, o dei progetti. Ma dov’è la nostra vita, in quel momento? Dove siamo noi?

Quello che ti invito a provare, invece, è di fare tesoro delle pratiche di consapevolezza sviluppate in secoli di tradizione, specialmente zen, per diventare tutt’uno con l’azione del nuotare. E goderti veramente quei momenti. Ecco come fare la meditazione nuotata.

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  1. Prima di entrare in acqua, rilassati, in modo che tu possa contare su una mente più chiara e più disponibile alla consapevolezza.
  2. Mentre nuoti, prova a concentrarti unicamente sul respiro e sui movimenti che compie il tuo corpo, facendoti aiutare dal ritmo delle bracciate.
  3. Lascia andare i ricordi, così come i progetti. Se arrivano, accompagnali con dolcezza lontano dalla tua attenzione.
  4. Senti la sensazione dell’acqua che ti sfiora la pelle, che ti accarezza gli arti e i muscoli.
  5. Ascolta il suono dell’acqua che sgorga tre le tue orecchie, o il rumore che fa il respiro mentre ti trovi dentro l’acqua.
  6. Senti che sensazione, quella dell’acqua che ti sostiene. Lascia che l’acqua ti culli.
  7. Smetti di combattere (col respiro, con la fatica, con le prestazioni che vorresti avere, con gli altri coi quali ti confronti, con la paura dell’acqua).
  8. Prova ad eliminare qualsiasi giudizio su quello che stai facendo.
  9. Prova anche ad osservarti, come se fossi un testimone esterno, senza pensare a quello che stai facendo.
  10. Puoi diventare una cosa sola con l’acqua: il tuo corpo è fatto di acqua per il 70 per cento!

Ti renderai conto, piano piano, senza bisogno di pensarci troppo, che non c’è un nuotatore e l’azione del nuoto che egli compie. C’è solo il nuotare. Nuotatore e nuoto sono la stessa cosa.

Anche tra gli atleti, si sta diffondendo sempre di più la meditazione, quale tecnica per migliorare la concentrazione, unire la mente con il corpo e ridurre lo stress.

Secondo la testimonianza di Rischard, un istruttore intervistato dalla testata americana “Swimmer”, il nuoto consapevole è simile al Tai Chi, nel quale i praticanti si esercitano per lungo tempo sugli stessi movimenti, come il nuotatore con le sue bracciate, in modo che, ad un certo punto, la mente si svuoti, come anestetizzata, consentendo di non pensare più a come muoversi. Lo stesso fanno i nuotatori, per i quali il movimento del nuoto deve diventare naturale al punto che sia più un non fare che un fare. Fino a raggiungere il movimento pienamente nel momento presente che è anche l’essenza dell’antica arte del Qigong (che si pronuncia “ci gong”).

Secondo Tonya Nascimento, ex nuotatrice professionista ed ora ricercatrice presso la Florida State University, la consapevolezza di ciò che ci circonda e dei movimenti del corpo, senza pensieri o giudizi, aiuta a sviluppare un’attitudine al controllo ed alla serenità, persino alla capacità di stupirsi.

La meditazione nuotata secondo Alan Watts

Sul nuoto come forma di meditazione ha detto qualcosa anche Alan Watts, il grande filosofo che in Zen in the City è un importante punto di riferimento:

Si può trasformare qualsiasi attività umana in meditazione, semplicemente stando con essa e facendola completamente. In altre parole, quando dici di nuotare, se ti piace davvero nuotare, non stai nuotando per raggiungere l’altra sponda di un fiume o per nuotare tanti metri o per competere con te stesso o con altre persone. Stai nuotando per sperimentare l’acqua che ti passa accanto, la sensazione di galleggiamento, essere sdraiato sulla schiena e guardare il cielo blu e i gabbiani che girano.

Lo stai facendo in ogni momento, sei semplicemente assorbito da questo mondo luminoso e increspato che guarda il reticolato mutevole della luce del sole sotto la sabbia, in basso. Ecco di cosa si tratta, ecco cosa significa nuotare.

[Da: The Simpler Your Pleasures, The Richer You’ll Be – Alan Watts’ Insights on Feeling and Control]

Per noi semplici bagnanti, il nuoto consapevole è solo una meravigliosa occasione per goderci pienamente il piacere di stare dentro l’acqua, di nuotare, di essere completamente immersi nel momento presente.

[Ringraziamenti: a Cari Shane Parvin, per il suo articolo The Zen of Swim (pdf), pubblicato su Swimmer; a Tonya Nascimento, per il suo articolo Mindful Swimming, pubblicato su Swimming World e su Mindful; al mare, che è sempre pronto ad accogliere noi e tutto ciò che vi immettiamo, senza giudizi]

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[La foto è di Taylor Simpson, Stati Uniti]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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