Meditazione in azienda, il caso Google

meditazione in azienda

La meditazione in azienda ha un caso d’eccellenza in Google, una delle più potenti aziende del mondo, che usa le pratiche di meditazione e di mindfulness per aiutare i propri dipendenti ad essere persone più felici e un po’ meno stressate. Il recente articolo, sul blog ufficiale, che parla delle classi di “Consapevolezza del corpo-mente“, è solo l’ultima di un’ampia serie di iniziative.

Quest’ultima si colloca nell’ambito del programma Googler-to-Googler (g2g), grazie al quale ciascun dipendente può insegnare agli altri ciò che sa fare. E così Amy Colvin, già attiva come “massoterapista” in una delle sedi Google, si è messa a insegnare meditazione, con incontri della durata di 30 minuti, pensati sia per principianti che per esperti. Si comincia col Qi Gong, che aiuta a lasciare andare i pensieri e portare l’attenzione sul corpo-mente. Segue una forma particolare di meditazione, che include un cambio continuo di posizione delle mani (v. foto), scandito dal suono di campana ogni minuto. Ciò consente di ristabilire una stretta integrazione tra corpo e mente, rendendo più facile allontanare le distrazioni e ritrovare la quiete. Una pratica che pare sia molto apprezzata, dagli ingegneri di Google.

Search Inside Yourself

L’iniziativa più importante è guidata da un ingegnere cinese, Chade-Meng Tan, noto anche solo come Meng, il dipendente n. 107 dell’azienda ed oggi una star, nel mondo Google, anche per via del suo libro Search Inside Youself (“cerca dentro te stesso/a”), che è alla base dei suoi corsi motivazionali, nei quali coniuga la mindfulness con gli approcci basati sull’intelligenza emotiva:

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  • per mindfulness s’intende una forma particolare di meditazione codificata da Jon Kabat-Zinn, che consiste in una pratica di consapevolezza del momento presente, priva di giudizio, che aiuta a capire le proprie modalità di reazione di fronte agli accadimenti della vita;
  • l’intelligenza emotiva è invece un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni.

Il corso coordinato da Meng si chiama come il libro, “Search Inside Yourself”. Fino ad aprile 2012, avevano partecipato più di 1.000 dipendenti, con liste d’attesa mediamente di 30 persone, in ciascuna delle 4 edizioni annuali. Il programma si articola in tre fasi: addestramento all’attenzione; conoscenza e padronanza di se stessi; creazione di abitudini mentali utili.

È interessante notare come l’aspetto emotivo sia messo al centro dell’attenzione. Anziché puntare tutto sulla riduzione dello stress psico-fisico, si aiutano le persone a riconoscere e gestire i propri stati emotivi e creare relazioni empatiche con gli altri.

In aziende come Google, si lavora molto sodo, ci sono forti aspettative da parte dei capi, a tutti i livelli, e la competitività e forte: con le altre aziende, ma anche all’interno. Tutto ciò si traduce in forti stress emotivi, pronti ad esplodere in circostanze particolari o comunque a minare lo spirito collaborativo.

Ecco alcuni esempi di pratiche proposte, nell’ambito del corso:

  • la Siberian north Railroad, un’espressione utilizzata per memorizzare i cinque passaggi Stop, Breathe, Notice, Reflect, Respond (Fermati, Respira, Nota, Rifletti, Rispondi), utilizzabili quando, di fronte ad uno stimolo esterno, abbiamo bisogno di capire il nostro modo di reagire e gestire le emozioni più negative;
  • la meditazione sulla resilienza, – cioè la capacità di assorbire ed eliminare gli ostacoli lungo il proprio cammino – che consiste in tre fasi: calmare la mente; richiamare alla mente un fallimento e concentrarsi sulle relative sensazioni corporee e mentali; fare lo stesso richiamando alla mente un successo.
  • la pratica di scoprire, e poi mettere per iscritto, in 7 minuti, il proprio futuro ideale.

Dentro la cultura aziendale

Nell’ambito del suo programma, Chade-Meng Tan è riuscito a portare dentro Google anche il suo ispiratore, Jon Kabat-zinn, di cui qui in fondo riportiamo il discorso con meditazione guidata. Il successo di Meng in questa iniziativa, secondo il New York Times, deriva dalla sua credibilità, nella quale giocano un ruolo fondamentale due ingredienti, che lo pongono molto in linea con gli stereotipi della Silicon Valley: il fatto di essere molto benestante e quello di essere un ingegnere.

Quattro anni dopo, è stato chiamato a parlare un altro grande maestro, Thich Nhat Hanh, a supporto di un programma mirato a stimolare tra i dipendenti l’alimentazione consapevole e gli stili di vita salutari, col supporto di Olivia Wu,  responsabile della mensa ed altra asiatica trapiantata a Google.

Nel caso di Google, sembra dunque esserci grande convergenza, con la cultura aziendale. Secondo il presidente di Google, Eric Schmidt, l’iniziativa di Meng rispecchia uno degli aspetti più importanti, della cultura di Google: che un singolo individuo, con una grande idea, può veramente cambiare il mondo.

Intervento di Chade-Meng Tan al corso Search Inside Yourself

Meditazione a Google con Jon Kabat-Zinn

La visita di Thich Nhat Hanh a Google

[La foto è di Amy Colvin]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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