Meditazione guidata per lasciare andare le distrazioni

lasciare andare le distrazioni

Questa meditazione guidata per lasciare andare le distrazioni è un esercizio molto utile che vi propongo per imparare come meditare in modo sempre più piacevole ed efficace. Soprattutto senza giudicarsi. Si basa sulla capacità di distinguere i momenti di distrazione quando ci proponiamo di essere concentrati su qualcosa. Questo qualcosa è il respiro e infatti questa meditazione consiste, molto semplicemente, nell’etichettare ogni pensiero che sorge come “non è il respiro!”.

Se il mio programma è di concentrarmi unicamente sul respiro, quello che passerà nella mia testa sarà più o meno:

inspiro, espiro
inspiro, espiro
ecc.

Ma capiterà che sorgano dei pensieri, ad esempio su quello che dovrò fare domani o che mi è successo ieri, quanto mi fa male la schiena o che caldo che fa. Cose del genere, normalissime.  A quel punto me ne accorgo e stronco il pensiero sul nascere, o quasi, annotando mentalmente:

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non è il respiro!

È molto semplice, ma vi assicuro che questa pratica è potentissima, perché l’ho sperimentata direttamente. Non l’ho inventata io, avendola imparata da Sharon Salzberg. Ma quanto meno so bene di cosa parlo. Su Zen in the City ho sempre seguito il principio di parlare solo di cose che conoscevo direttamente, e questo è uno di quei casi.

Le distrazioni nella meditazione

Le distrazioni nella meditazione sono una cosa molto normale, direi quasi necessaria. Le cose stanno più o meno così. Mi viene insegnato che la meditazione consiste nel rimanere concentrato a lungo, in silenzio, senza pensare a niente. Io ci provo, ma dopo pochi minuti, forse anche secondi, mi rendo conto che non ci riesco. Il silenzio mi riesce pure, ma non pensare a niente è molto difficile. Ci riprovo un’altra volta, e poi un’altra volta ancora, ma le cose non cambiano molto. A questo punto imbocco una delle due seguenti strade:

  1. mi faccio l’opinione che la meditazione sia un’inutile cazzata;
  2. penso di non essere all’altezza del compito, cioè mi sento inadeguato.

L’opzione numero 2 è di gran lunga quella più scelta. Sembra che sentirci inadeguati ci piaccia tantissimo, anche se ci fa soffrire. Ma questo solo perché abbiamo l’abitudine mentale di giudicare tutto e quindi giudichiamo noi stessi di continuo.

Ma in realtà non c’è niente di male a distrarci, a passare da un pensiero all’altro. È ciò che fa la mente quando si trova nel suo “stato di default”. È stata l’evoluzione a volere che fosse così. Ci è convenuto per decine di migliaia di anni. Abituarsi a rimanere concentrati è per l’appunto un esercizio che dà i suoi frutti solo con l’allenamento costante.

Ma in realtà, con la meditazione, ancora più che a rimanere concentrati, impariamo a non giudicarci. Se dovessi dire quali benefici ricavo dalla meditazione, questo è senz’altro uno dei più preziosi.

Quando le distrazioni sono necessarie

Adesso vi spiegherò perché le distrazioni, per quanto non siano volute, possono rivelarsi necessarie, persino indispensabili. È proprio il caso di questa meditazione guidata che vi propongo.

Dunque, mi concentro sul respiro – dentro/fuori, dentro/fuori, ecc. – e mi sembra che tutto vada per il meglio. Ma a un certo punto mi accorgo che sto pensando a quel documento di lavoro che dovrò consegnare entro domani. “Non è il respiro!”. Allora tranquillamente torno al respiro, senza giudicarmi: dentro/fuori, dentro/fuori, ecc. Cosa è rimasto di quel pensiero? Proprio niente, e neanche c’è bisogno di tornarci sopra, perché pensare a quella cosa – il compito che mi aspetta domani – non serviva a molto.

Tono al mio compitino e dopo un po’ mi rendo conto che non sono focalizzato sul respiro, perché sto pensando a quanto mi è dispiaciuto che Francesca ieri dicesse quella certa cosa… “Non è il respiro!” Osservo come questo pensiero è uno dei tanti che potrebbe sorgere da un momento all’altro. È come se la mia testa fosse strapiena di pensieri e stati d’animo in agguato, pronti a presentarsi in ogni momento, senza essere stati chiamati. I miei pensieri non posso controllarli. ,a dopotutto questo loro andare e venire non è molto utile. Cos’è rimasto di quello stato d’animo di poco fa, di quel ricordo? Puff! Si è dileguato.

Ecco, questa meditazione guidata per lasciare andare le distrazioni, mi ha fatto scoprire una cosa molto interessante: l’evanescenza e la futilità dei pensieri. O per lo meno di un gran numero di pensieri. Forse la stragrande maggioranza. Grazie Sharon Salzberg. Grazie Dharma. E grazie a voi, lettori di questo blog, senza i quali queste parole scritte – anch’esse evanescenti – non esisterebbero.

Per approfondire:

meditazione guidata

Ascolta la meditazione guidata:

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[La foto è di Jeronimo Sanz]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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