Liberarsi dall’ansia facendo la pipì
Quella di liberarsi dall’ansia è una necessità assai diffusa al giorno d’oggi, forse il vero e più grave male del nostro tempo. I ritmi sempre più veloci che la società c’impone, la paura di perdere il lavoro o di diventare più poveri, l’incertezza per l’avvenire dei figli, la prospettiva catastrofica dei cambiamenti climatici, la mancanza di punti di riferimento ideali, religiosi, affettivi. L’ansia ci prende prima alle spalle, facendoci contrarre il muscolo trapezio, poi all’intestino, al fegato, al cuore. Ci fa stare male di giorno e ancora di più di notte.
Per liberarsi dall’ansia non servono farmaci come il Lexotan, che fanno stare meglio, ma momentaneamente. È necessaria una piena e matura consapevolezza di ciò che accade veramente nella nostra mente e nel nostro corpo, in ogni momento della giornata e della vita. La meditazione praticata regolarmente è molto utile in questo. Ma oggi vorrei proporvi qualcosa di molto più semplice, veramente alla portata di tutti: fare la pipì.
Nella meditazione della pipì avevo già proposto delle pratiche legate a questo importantissimo atto liberatorio. Una di essere era quella di sperimentare la dimensione del lasciare andare. È arrivato il momento di approfondire un po’ questa questione chiave.
Meditazione della pipì n. 2
Scopo di questa pratica è di prendere confidenza con la dimensione del lasciare andare. Per liberarsi dall’ansia, infatti, è necessario soprattutto essere capaci di lasciare andare le preoccupazioni per il futuro. Queste ultime ci offuscano la visione di ciò che accade nel momento presente nel corpo e nella mente, impedendoci di godere di tutte le cose positive e nutrienti che ci sono.
La dimensione del lasciare andare non è un fatto esclusivamente mentale. È anzi intimamente legata al corpo. L’atto dell’espirazione, che compiamo di continuo, è la modalità con cui il corpo rilassa le tensioni. I vari esercizi legati alla respirazione – come ad esempio il body scan – mirano principalmente a questo.
Quando facciamo la pipì rilasciamo ciò che fino a quel momento avevamo trattenuto. Nel momento in cui la vescica è piena, la minzione viene trattenuta coscientemente dalla corteccia cerebrale, che invia impulsi eccitatori allo sfintere uro-genitale, il muscolo che ci consente di trattenere. È una capacità che il nostro cervello acquisisce all’età ci due anni e mezzo circa.
Come fare
- Mettiti in posizione e chiudi gli occhi (uomini, non fatelo in piedi!);
- quando fai pipì, prova a sentire cosa succede veramente nel corpo e nella mente quando lasci andare. È una sensazione molto piacevole, alla quale non facciamo mai caso, perché pensiamo ad altro;
- concentrati sulle sensazioni legate al lasciare andare; sentirai soprattutto il rilassamento di molti muscoli del corpo, e non solo;
- prova a mantenere ala concentrazione dall’inizio alla fine, fino all’ultimo secondo. È difficile, ma esercitati: si tratta di vicara, la capacità della mente di mantenere l’attenzione.
Ti garantisco che svolgere questo esercizio regolarmente ti aiuterà a liberarti dall’ansia. Ti capiterà prima o poi di dover fare la pipì, no?
Per approfondire:
leggi il capitolo “Meditazioni in bagno” del libro “Zen in the City”
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