Le 14 regole zen per vivere felici

I 14 addestramenti alla consapevolezza del maestro zen Thich Nhat Hanh sono oggi uno dei più validi riferimenti per un'etica universale, valida per tutti e indipendente dalle religioni. Eccoli in sintesi. I 14 addestramenti sono stati elaborati nell'ambito dell'ordine dell'Interessere, o

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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6 risposte

  1. Alessandro ha detto:

    Riguardo al rispetto profondo per la vita: sarebbe interessante sapere cosa il maestro (così come l’autore del post e altri commentatori) ne pensi dell’eutanasia. Se non bisogna uccidere poiché si crea sofferenza, allora non bisognerebbe neanche ostinarsi a far vivere una persona poiché la si farebbe ugualmente soffrire.
    Ma visto che nella pratica spesso ci si trova nella situazione? Dal mio punto di vista l’eutanasia (usata sempre con buon senso e ragionevolezza) è una cosa positiva: riduce la sofferenza di una persona che nella maggior parte dei casi non “vive”, ma “sopravvive”. Cosa ne pensate voi?
    Buona giornata

  2. Pino ha detto:

    Quale diritto abbiamo noi di decidere per gli altri?
    Sarebbe come dire che anche gli altri hanno il diritto di decidere per noi!
    E questo è male…

  3. Claudio ha detto:

    credo si rifiuti l’eutanasia solo perchè siamo troppo legati alla “nostra” di vita

  4. Simona ha detto:

    Noi non abbiamo nessun diritto di decidere la vita altrui, appunto, l’accanimento terapeutico, oltre a essere una forzatura grave al processo naturale di vita, consente ad altri di decidere, come hai detto tu, della vita o morte degli altri. Quelle persone che si trovano purtroppo in uno stato vegetativo, con morte celebrale acclarata, senza speranza, mantenuti in vita (contronatura) solo dalle macchine che causano solo altro dolore, purtroppo non sono in grado di scegliere, ma chi sceglierebbe per se stesso di SOPRAVVIVERE così??? Secondo il mio umile parere, per noi sceglieremmo di staccare la spina, ma quando poi tocca ai nostri cari non vogliamo lasciarli andare o comunque ci poniamo il problema pseudo-etico/morale. Dunque non è questo egoismo dettato dall’affetto?? Non è comunque, scegliere per gli altri?? Thay parla ampiamente della morte nei suoi scritti, (anche perchè chi più di lui ne ha cognizione di causa) e la descrive come processo di vita, come trasformazione, non come la intendiamo noi occidentali: la motre fisica come la fine di tutto! Pertanto io credo modestamente che lui non sia né a favore né contro, semplicemente lascerebbe fare alla natura, quando non c’è più altra alternativa.

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