La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti (guida completa)

badgreeb RECORDS - john lennon, walls and bridges,.....La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti“. La frase, contenuta nella canzone “Beautiful Boy” di John Lennon, nei suoi quasi 40 anni di vita ha preso vita autonoma, diventando una sorta di proverbio globale, espressione di una saggezza che invita a prendere le cose per quello che sono, anche se non corrispondono in pieno alle nostre aspettative.

Trovo che la frase “La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti” (“Life is what happens to you/While you’re busy making other plans”, nell’originale) riveli una saggezza molto profonda. Non a caso John Lennon, che l’ha a sua volta presa in prestito (vedi nota a fondo pagina), l’ha inserita nell’ambito di un testo discorsivo, pieno d’amore, rivolto a suo figlio Sean. Dunque cercherò di passare in rassegna i vari risvolti che può avere una frase come “La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti”, senza tralasciare la canzone in quanto tale.

Abbandonare le aspettative

Il primo e più importante punto su “La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti” credo sia quello di non perseguire una vita basata sulle aspettative. L’insegnante zen Charlotte Joko Beck paragona il nostro atteggiamento a quello di uccellini, i quali a bocca aperta, nel nido, aspettano che la mamma porti loro il cibo. Così noi, ci aspettiamo, persino pretendiamo, che la vita ci serva i bocconi più deliziosi. “Ci opponiamo alla libertà, lottiamo per non abbandonare il sogno per cui alla fine la vita sarà esattamente quella che volevamo, sarà un rifugio sicuro”, dice Joko Beck. In questo ci può aiutare la meditazione praticata tutti i giorni, portandoci “alla libertà di una vita sconfinata che, nella sua libertà, nel suo non attaccamento, è illuminazione, è essere la vita stessa”.

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Con una pratica intensa possiamo imparare ad abbandonare le aspettative. “Abbandonare le aspettative non è un atteggiamento pessimistico; non c’è niente da aspettarsi perché non c’è niente all’infuori del momento presente. Attendendoci qualcosa, siamo lacerati tra la situazione presente e la situazione immaginaria. Nessuna aspettativa (non attaccamento, lo stato illuminato) è una vita fortemente radicata ed equanime, in cui il pensiero e l’emozione sono genuini. Questa vita rappresenta il frutto della pratica, di beneficio per se stessi e per gli altri, degna dell’impegno e della pratica incessanti che richiede”.

Vivere nel presente

Un altro risvolto importante che hanno i nostri progetti nella vita è quello che tendono a trascinarci verso un futuro ipotetico, che non sappiamo neanche se si realizzerà, impedendoci di vivere appieno il presente. Una ragazza potrebbe pensare: “quando troverò il ragazzo che fa per me finalmente sarò felice!”, oppure “quando avrò trovato un lavoro allora sì, che potrò essere felice!”, e così via per la laurea, la casa, la guarigione da una malattia. Questo atteggiamento, di posticipare il proprio appagamento al raggiungimento di un obiettivo, è molto comune. Ma comporta un grosso problema: impedisce di trovare la felicità nel momento presente, a meno che non rimanga a livello di aspirazione, di obiettivo che rimane sullo sfondo verso cui tendere.

Spesso è una buona idea quella di scegliere di sacrificarsi oggi per conseguire qualcosa domani: pagare il mutuo per la casa, studiare nel tempo libero per conseguire un titolo di studio, eccetera. Purché ciò non significhi rimandare la propria felicità. Anche perché la vita riserva un sacco di sorprese. Lo insegnano molti maestri, non solo buddhisti. Madre Teresa diceva: ” Non aspettare di finire l’università, di innamorarti, di trovare lavoro, di sposarti, di avere figli, di vederli sistemati, di perdere quei dieci chili, che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina, la primavera, l’estate, l’autunno o l’inverno. Non c’è momento migliore di questo per essere felice”.

Non pensare di sapere già tutto

Avere delle aspettative su ciò che ci riserverà la vita rivela anche un altro aspetto, quello di avere la pretesa di sapere già come devono andare le cose. È un atteggiamento presuntuoso e infondato, perché la vita ci riserva sempre delle sorprese. Vogliamo mantenerci costantemente all’interno della comfort zone di quello che già conosciamo, del prevedibile. Tutto deve essere già noto e classificato a priori in base ai nostri pre-giudizi, alle nostre idee su come va il mondo, ai nostri schemi mentali e morali.

Le persone illuminate imparano a guardare ogni cosa con lo stupore di un bambino. Di fronte l bello si abbandonano alla meraviglia. Il poeta Fernando Pessoa scriveva: “So avere lo stupore essenziale / che avrebbe un bambino se, nel nascere, / si accorgesse che è nato davvero… / Mi sento nascere a ogni momento / per l’eterna novità del Mondo…” E il maestro Shunryu Suzuki-roshi parlava della mente zen come “mente di principiante”, da addestrare quotidianamente affrontando la meditazione con un atteggiamento di totale apertura.

L’importanza del piano B

Un modo di dire che è cresciuto di popolarità nel tempo è quello di “passare al piano B” quando si verifica un imprevisto che rende impossibile attuare il nostro piano originario. In realtà non c’è quasi mai un “piano B”; perché pochi di noi hanno l’abitudine di prevedere in anticipo come comportarsi in caso di contrattempi. Attuare il piano B significa semplicemente reagire prontamente all’inconveniente, non scoraggiarsi e inventarsi qualcosa di diverso.

La cosa interessante dei piani B è che spesso i loro risultati sono sorprendentemente positivi. Ci tenevamo così tanto al piano A, che sembrava la migliore e più efficace tra le azioni possibili, ma poi va a finire che facciamo qualcosa di completamente diverso e il risultato finale è ottimo.

Il ruolo di genitore e il “piano di famiglia”

Accettare il principio secondo cui “La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti” ha anche un importante risvolto educativo. Non a caso John Lennon rivolge la frase proprio al figlio, e lo fa dopo avergli detto “Prima di attraversare la strada prendimi per mano”. I genitori molto spesso hanno delle aspettative nei confronti dei propri figli, specie dal punto di vista professionale, e proiettano su di loro le proprie ambizioni o le proprie frustrazioni. Sarebbe molto comodo per chiunque avere un figlio che intraprende la carriera del medico, magari con successo anche economico, ma il ruolo del genitore è quello di aiutare i propri figli a realizzare se stessi secondo la propria natura.

Giacomo Leopardi, nella sua famosa lettera al padre, accusa il genitore di avergli impedito di essere ciò che avrebbe voluto essere, a causa del suo “piano di famiglia”. Tutti noi genitori tendiamo ad avere una sorta di piano di famiglia sui figli, più o meno dichiarato, più o meno ammesso nel proprio intimo. Ma l’educazione del figlio è un processo che si verifica soprattutto nei primi anni di vita, poi la persona diventa sempre più autonoma e sempre più in grado di desiderare ciò che forse a noi sembra non desiderabile. Il figlio è una freccia scagliata lontano, di cui perdiamo il controllo non appena si allontana dal nostro arco. I progetti di nostro figlio spesso non sono i nostri progetti. E va bene così. Oppure capita che i figli facciamo proprio l’opposto di quello che avremmo desiderato, che si perdano nella droga, nel disagio psichico o in una vita piena di dolore. Qui entra un gioco una qualità molto preziosa: la resilienza.

La resilienza

La resilienza è proprio quella capacità che serve quando la vita ci riserva brutte sorprese, quando succedono cose sgradite mentre eravamo impegnati a fare altri piani. La resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita di fronte alle difficoltà, di saper ricominciare restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre, senza alienare la propria identità.

Si dice che la mindfulness (dunque la pratica della meditazione) aiuti a sviluppare la resilienza. Secondo Massimo Tomassini, un esperto in questa materia, la meditazione aiuta a capire le radici profonde della nostra precarietà esistenziale, ad accettare in pieno i nostri limiti e a conoscere le risorse che abbiamo a disposizione, per confrontarci con una realtà che è sempre diversa da come ce l’aspettiamo. È proprio ciò che serve quando “La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti”.

Finalmente parliamo della canzone

Ed eccoci alla parte musicale. Se vuoi ascoltare la canzone “Beautiful Boy“, che contiene la frase “La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti”, ti consiglio questa versione di Ben Harper, del 2007, che trovo ancora più bella dell’originale, contenuto nell’album “Double Fantasy” (1980) di John Lennon e Yoko Ono.

Ben Harper è un cantante statunitense, diventato famoso negli anni ’90, il cui mix di diversi stili musicali riflette bene il suo personale mix di origini etnico-culturali. Un mix di cui oggi c’è certamente un gran bisogno!

Qui di seguito ci sono le parole della canzone “Beautiful Boy”, quelle che includono la frase “La vita è ciò che ti accade mentre fai altri progetti”, affiancate da una mia traduzione in italiano.

Testo originale Traduzione in italiano
Close your eyes
Have no fear
The monster’s gone
He’s on the run and your daddy’s here
Beautiful, beautiful, beautiful
Beautiful boy
Beautiful, beautiful, beautiful
Beautiful boy
Before you go to sleep
Say a little prayer
Every day in every way
It’s getting better and better
Beautiful, beautiful, beautiful
Beautiful boy
Beautiful, beautiful, beautiful
Beautiful boy
Out on the ocean
Sailing away
I can hardly wait
To see you come of age
But I guess we’ll both just have to be patient
‘Cause it’s a long way to go
A hard row to hoe
Yes it’s a long way to go
But in the meantime
Before you cross the street
Take my hand
Life is what happens to you
While you’re busy making other plans
Beautiful, beautiful, beautiful
Beautiful boy
Beautiful, beautiful, beautiful
Beautiful boy
Before you go to sleep
Say a little prayer
Every day in every way
It’s getting better and better
Beautiful, beautiful, beautiful
Beautiful boy
Darling, darling, darling
Darling Sean
Good night, Sean
See you in the morning
Chiudi gli occhi
Non avere paura
Il mostro se n’è andato
Sta scappando è il tuo papà è qui
Bellissimo, bellissimo, bellissimo
Bellissimo bambino
Bellissimo, bellissimo, bellissimo
Bellissimo bambino
Prima di andare a dormire
Dì una piccola preghiera
Ogni giorno in ogni modo
Migliora sempre di più
Bellissimo, bellissimo, bellissimo
Bellissimo bambino
Bellissimo, bellissimo, bellissimo
Bellissimo bambino
Là verso l’oceano
Partendo via lontano
Posso a mala pena aspettare
Di vederti crescere
Ma credo che entrambi dovremo solo essere pazienti
Perché c’è molta strada da fare
Un solco duro da scavare
Sì, c’è molta strada da fare
Ma nel frattempo
Prima di attraversare la strada
Tienimi per mano
La vita è ciò che ti accade
mentre sei preso a fare altri progetti
Bellissimo, bellissimo, bellissimo
Bellissimo bambino
Bellissimo, bellissimo, bellissimo
Bellissimo bambino
Prima di andare a dormire
Dì una piccola preghiera
Ogni giorno in ogni modo
Migliora sempre di più
Bellissimo, bellissimo, bellissimo
Bellissimo bambino
Caro, caro, caro
Caro Sean
Buona notte, Sean
Ci vediamo al mattino

Nota sull’autore della frase: ho detto che John Lennon l’ha presa in prestito. Essa infatti apparse per la prima volta nel 1957 nella rivista Reader’s Digest,  all’interno di una sezione chiamata “Quotable Quotes” (“citazioni da citare”), che la attribuiva a Allen Saunders, un autore di fumetti. Lo dice il meritorio sito Quote Investigator, che verifica l’attendibilità delle citazioni. Utile, in questi tempi di fake news, no?

Per approfondire:

aspettative

vivere il presente

resilienza

figli

come meditare

[La foto è di Badgreeb RECORDS, Regno Unito]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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2 risposte

  1. 16 Ottobre 2020

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  2. 13 Novembre 2022

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