La civiltà ha un limite: 30 Km orari

ciclabile nomentanaQuesto cartello è comparso ieri, a Roma, nel corso di una manifestazione per chiedere la realizzazione di una pista ciclabile. Rappresenta il punto di vista di chi ha scelto la bicicletta come mezzo di trasporto, ma secondo me assume anche un significato molto più ampio e profondo. Oltre che di grande attualità. Andare in bici, oggi, significa accettare di viaggiare a bassa velocità. Rispetto all’auto, per gli spostamenti extraurbani, e allo scooter, per quelli urbani, la bici richiede tempi più lunghi e perciò permette di fare meno cose in una stessa giornata. Questo va contro la grande tendenza che da tempo predomina nel mondo: andare sempre più veloci, per poter fare sempre più cose e consumare sempre di più, in tutti i sensi, non solo rispetto agli acquisti veri e propri. Ma questa tendenza ha un limite:

  • dal punto di vista individuale, la fretta impedisce di godere appieno della vita nel suo svolgersi; ci rovina le relazioni e offusca la nostra visione della realtà, perché finalizza ogni momento della nostra esistenza a qualcosa che verrà dopo;
  • dal punto di vista collettivo, una civiltà basata sulla crescita continua non è più sostenibile, come sta dimostrando l’ormai innegabile (e forse irreversibile) fenomeno del riscaldamento globale, oltre che la crisi profonda di tutte le economie avanzate.

Perciò questo ciclista romano ci lancia un avvertimento che va molto oltre la vivibilità di una metropoli moderna: se non impariamo a fermarci, o per lo meno ad andare più piano, la nostra vita e quella della nostra società saranno sempre dominate dalla frustrazione e dalla rabbia. [La foto iniziale è mia]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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3 risposte

  1. Davjdek ha detto:

    Parole sante! Aggiungo che la bicicletta ci insegna, oltre al valore della lentezza, anche il contatto con l’ambiente, con l’aria, con il nostro respiro e il nostro corpo, con le altre persone: contatto che l’automobile tende a cancellare, isolando il corpo e la mente dell’autista e dei passeggeri dall’ambiente e favorendo quindi l’egoismo.

  2. Ilaria Inbici ha detto:

    Grazie dell’articolo! solo un ma… con la bici si riescono a fare molte piu cose ed in realtà negli spostamenti urbani risulta relativamente piu veloce rispetto all’automobile. Considerando che a Roma la velocità media è di 16 km all’ora.Ecco viaggiare a bassa velocità rispettando i principi di efficienza e di equità! Insomma la bici batte l’auto e lo scooter negli spostamenti fino a sette chilometri! 😉 Daje co ste bici!

  3. Cicleppe ha detto:

    Quoto Ilaria e rilancio: a Roma il traffico è spesso così congestionato da rendere la bici il mezzo più veloce su qualsiasi distanza e contro qualsiasi mezzo di trasporto, specie al centro. E non parlo solo del Trofeo Tartaruga, ma di esperienza personal in tutte le condizioni (si, sono riuscito ad arrivare prima anche di notte con le strade deserte).

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