Come il rilassamento può cambiarci la vita
Il rilassamento può cambiarci la vita al punto di farci raggiungere l’illuminazione, il nirvana, la liberazione da ogni forma di sofferenza. È quello che ho intuito ascoltando un discorso del maestro Ajahn Sumedho, in visita presso il monastero buddhista di Santacittarama, in Sabina.
Ma in che modo il rilassamento può cambiarci la vita e renderci felici? C’è il rilassamento del lavoratore che torna a casa stanco, la sera, o anche lo shavasana, il rilassamento che si pratica al termine di una sessione di yoga. Queste forme di rilassamento sono solo il punto di partenza.
Il rilassamento di cui parla Ajahn Sumedho è un fattore chiave di liberazione per due motivi.
Il rilassamento nell’attenzione
Il primo motivo che rende cruciale il rilassamento ha a che fare con il modo di meditare. Se ci poniamo in un atteggiamento di “attenzione rilassata“, dice Sumedho, non siamo assorbiti o focalizzati su qualcosa in particolare, non ci stiamo sforzando di fare o ottenere qualcosa. Siamo rilassati in quanto aperti a tutto ciò che può arrivare: stati della mente e del corpo, sensazioni ed emozioni. Questa è la condizione della mente quieta, che non si lascia intrappolare dagli avvenimenti e riesce a vedere le cose per quello che sono veramente.
Questa attenzione aperta è l’essenza della vipassana, di cui Sumedho è stato uno dei maggiori divulgatori in Occidente. Di fronte alla tendenza a voler ottenere sempre delle prestazioni, persino nella meditazione, il maestro americano ci invita a un atteggiamento rilassato. È l’atteggiamento di chi non desidera che le cose della vita vadano per forza in un certo modo, ma impara ad accettarle per quello che sono.
Ricordo che un bravo insegnante di yoga di cui sono stato allievo, Antonio Nuzzo, nel pieno di una posizione (asana) anche impegnativa, insegnava a concentrarsi sulle parti del corpo che potevano essere rilassate. Questo consente di mantenere una mente molto più aperta, equanime e in grado di osservare ciò che c’è veramente.
Nell’ambito di un corso di mindfulness di tipo MBSR, una delle pratiche fondamentali che vengono proposte è il body scan, ovvero il rilassamento progressivo di tutti i muscoli del corpo. Questo esercizio consente di portare l’attenzione verso parti del corpo di cui ci dimentichiamo persino l’esistenza, consentendoci di individuare tensioni e contrazioni che ci rivelano molto del nostro stato fisico ed emotivo e dunque della nostra visione del mondo.
Ecco dunque qual è la prima via che porta alla liberazione attraverso il rilassamento.
Il rilassamento come non attaccamento
Il secondo aspetto è legato al nostro rapporto con la sofferenza e col desiderio. Il Buddha, appena raggiunta l’illuminazione, si è posto il problema di come condividerla col resto dell’umanità, poiché era molto difficile da spiegare, ha detto Sumedho durante l’incontro italiano dello scorso 8 aprile. Allora ha enunciato le quattro nobili verità, per poter partire da qualcosa che tutti conoscono bene per esperienza diretta: le molte forme di sofferenza che tutti proviamo costantemente nel corso della vita. Ansia, rabbia, preoccupazioni, paura, rimpianto, tristezza, delusione, invidia, delusione. Non c’è momento che ci danno tregua.
La prima nobile verità è l’enunciato che la sofferenza esiste. Questo succede perché reagiamo agli avvenimenti della vita con attaccamento e avversione. Ci attacchiamo alle cose che ci piacciono e che vorremmo durassero per sempre, ma poi rimaniamo delusi. Rifiutiamo le cose che non ci piacciono anche quando sono inevitabili, e anche in questo caso soffriamo.
Ajahn Sumedho ci invita a mollare la presa. Se riusciamo ad avere un atteggiamento rilassato nei confronti sia di ciò che desideriamo, sia delle avversità, saremmo in grado di vederne la natura impermanente (prima o poi cessano) e condizionata (esistono per cause e condizioni che appartengono al passato). Il rilassamento della meditazione ci aiuta a vedere la realtà per quello che è.
Il rilassamento è uno stato sia del corpo che della mente. Con l’espirazione in particolare, si può sperimentare come sia possibile lasciare andare le tensioni e distendere i muscoli. È possibile provarlo anche solo per la durata di un respiro. Se lo si fa a lungo, con la meditazione, si impara a mollare la presa, a lasciare andare.
Il rilassamento in pratica
Abbiamo parlato del rilassamento in termini generali. Metterlo in pratica è molto facile. Basta ricordarsi che abbiamo costantemente a disposizione uno strumento prezioso per rilassarci: il respiro. Se anche non abbiamo l’ambizione di cambiare la nostra vita, possiamo fare molto per migliorarla, prendendoci delle pause per allentare la tensione che contraddistingue le nostre giornate.
Ecco di seguito alcune pratiche descritte in questo sito che possono aiutarci nel rilassamento:
- ci sono molto esercizi di rilassamento, basta scegliere il più adatto;
- il body scan è una forma specifica di rilassamento che passa in rassegna tutto il corpo;
- shavasana è la posizione yoga per rilassarsi;
- la meditazione della pipì è molto potente, e la si può praticare molte volte al giorno;
- lasciare andare è il presupposto di ogni forma di rilassamento;
- infine il respiro consapevole è la base per qualsiasi tipo di esercizio.
Zen in the city. L’arte di fermarsi in un mondo che corre
Ho scritto questo libro per condividere ciò che ho imparato nell’ambito della mia pratica quotidiana, grazie agli insegnamenti dei maestri, ma anche e soprattutto dell’esperienza diretta.
[La foto è di Georgie Pauwels, Germania]
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Una risposta
[…] Sumedho e la sua visione del rilassamento, che è il fondamento del body scan. Per Ajahn Sumedho il rilassamento – che possiamo ottenere anche con il body scan – è un fattore chiave di liberazione, […]