Guida completa alla postura di meditazione
Praticare la consapevolezza, sedendosi in meditazione, sarebbe l’attività più facile del mondo, perché non c’è proprio nulla da fare, e bisogna starsene solo lì seduti a respirare, senza pensare a niente.
Ma sappiamo che la nostra mente è come una scimmia, che salta di continuo da un ramo all’altro, e rende difficile mantenere a lungo la concentrazione.
Perciò – quando si decide di praticare una seduta “formale” di meditazione – è molto importante la posizione che si assume. Anzi, è già di per sé una parte assai significativa della pratica, lungi da qualsiasi tentazione di virtuosismo yogico.
Chiunque può sedersi nel modo più adatto alla concentrazione, in base alle proprie caratteristiche fisiche, sin dalla prima volta che ci prova, purché conosca alcuni accorgimenti di base.
Li ho raccolti e condensati in questa breve guida, per la quale ringrazio Stephanie Nash, che mi ha consentito di utilizzare materiali già elaborati da lei. Ringrazio anche l’amico Phap Bhan, per il disegno qui riportato, oltre agli autori delle altre fotografie che ho utilizzato.
Guida completa alla postura di meditazione
Compila il modulo e scarica il pdf della guida illustrata con tutte le istruzioni per sedersi nelle varie posizioni.
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Grazie,Paolo. ho letto ciò che mi invii con molta attenzione .purtroppo ho una età molto avanzata e faccio fatica,cioè il mio corpo fa fatica, a seguire le varie posizioni,alla lettera.
Tuttavia la meditazione, comunque la pratichi e seguendo anche i testi di Osho mi da una mano in più nell’affrontare questi anni .Sono meravigliata di quante volte la mia mente rimanga ostaggio delle “scimmie “,anche nell’arco di una giornata .A volte mi ci arrabbio,altre ,invece ne sorrido.Grazie,quindi,dell’aiuto che mi regali. Ti auguro un lieto Natale e un felice Anno nuovo .Adriana.
Grazie Paolo per il bel regalo, mi inchino di fronte alla tua essenzialità e alla cura di ogni dettaglio
Grazie.
Approdo su questo blog per la prima volta, ma pare valga la pena fermarcisi.
Buone feste.
Grazie Paolo, la tua guida alla postura è tanto esauriente quanto
per nulla esauriente. Hai fatto un ottimo lavoro, e molti ne troveranno giovamento. Tuttavia non trattiamo mai di persone
astratte: una buona percentuale (30-40%) degli esseri soffre
di patologie subdole, di difficile individuazione: protrusioni
ed ernie discali lombari e cervicali, lesioni muscolari lombari,
deviaziioni lombari infantili, calcoli renali, esiti di artriti ed
artrosi alle giunture ed altre ad iosa.
Dunque queste persone non devono sentirsi in obbligo di
sedersi in “stile” per poi soffrire atrocemente, agitandosi
per tutta la seduta e magari disturbando involontariamente
gli altri. E’ vero, tu parli anche della seduta su una sedia, ma
qui bisognerebbe spendere qualche parola di “lode”
alla sedia, magari per farla uscire dall’ombra in cui viene
relegata negli zendo, gompa e dojo d’occidente. Poichè non siamo
nati e cresciuti a livello del pavimento, come accade prevalentamente in Oriente, abbiamo via via conosciuto il seggiolone, la
seggiolina, quindi la sedia che, quantunque in molteplici
fogge, ha sempre in comune “la spalliera”. Il riconoscimento
ai vantaggi della spalliera viene riconosciuto da secoli in Cina,
da decenni in Giappone, ove la disputa tra zafu e sedia
è tutt’ora aperta. Poichè ai praticanti con problemi alle giunture
la sedia può essere la risposta, bisogna aprire le sale di
meditazione alle sedie, senza alcun timore di Buddha e magari
che ci si sieda anche qualche insegnante, possibilmente per
insegnare che non ci si deve legare ai concetti.anche a quello di “corretta posizione”- Con un fiore,
Mainato
L’ha ribloggato su Meditazione.