Fretta, nemica della felicità: come salvarsi

Tutti tendiamo ad andare sempre più di fretta, al lavoro, a casa, persino in vacanza, anche se non sempre c’è un vero motivo per farlo. Specialmente se viviamo in una grande città. È un tipico caso in cui entra in gioco l’energia dell’abitudine, trasmessaci dall’ambiente a cui apparteniamo, la quale ci spinge con forza, senza che ce ne rendiamo troppo conto, ad assumere certi stati mentali. Ma c’è un antidoto altrettanto potente che possiamo mettere in campo: l’energia della presenza mentale. Ecco come.

Nel blog Savor The Book, Lilian Cheung si pone questa domanda: come possiamo diventare consapevoli delle cattive abitudini, per poterle cambiare? La risposta, tratta da un libro di Thich Nhat Hanh, Answers From the Heart (pubblicato nel 2009 in Usa e non ancora tradotto in italiano), è molto illuminante, secondo me, perché va a toccare un fattore di malessere molto comune tra noi abitanti delle metropoli: la fretta.

L’energia delle abitudini negative cerca sempre di venie fuori, ma tramite la presenza mentale, sarete in grado di riconoscerla. La presenza mentale ci aiuta a riconoscere le abitudini che ci hanno trasmesso i nostri antenati e genitori, o che abbiamo assimilato nel corso dell’infanzia. Spesso, il solo riconoscerle fa sì che allentino la propria presa. Supponete di avere l’abitudine di cadere preda della fretta, quando fate cose come cucinare o effettuare acquisti. Tramite la consapevolezza, potete riconoscere che passate da una cosa all’altra precipitosamente, cercando di finire prima possibile. Poi vi accorgete che si è manifestata l’energia del fare in fretta. Allora inspirate ed espirate, e dite: “Mia cara energia dell’abitudine, eccoti ancora qui.” E non appena la riconoscerete, essa perderà la sua forza.

Poi ritorna ancora, voi fate lo stesso, e lei continuerà a perdere la propria forza. Non dovete combatterla, ma solo riconoscerla e sorriderle. Ogni volta che la riconoscerete, diventerà un pochino più debole, fino a quando, alla fine, non potrà più esercitare alcun controllo su di voi.

Il metodo è chiaro: non sentirsi in colpa, non cercare di combattere lo stato mentale negativo, ma solo riconoscerlo. Sorridergli, persino.

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Lo si può applicare facilmente a molte altre abitudini negative. Scommetto che può essere utile anche a chi vuole smettere di fumare. Perché non provare?

Per approfondire ancora un po’, consiglio di leggere questo brano di Thich Nhat Hanh, in particolare al paragrafo “Sono a casa, non ho più bisogno di correre”.

[Ringraziamenti per i link esterni: a Lilian Cheung, per il blog Savor The Book; al Sangha di Milano, per il brano di Thich Nhat Hanhì; e a lui stesso, per averlo scritto] [La foto iniziale è di Susan Sermoneta]

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Paolo Subioli

Insegno meditazione e tramite il mio blog Zen in the City propongo un’interpretazione originale delle pratiche di consapevolezza legata agli stili di vita contemporanei.

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Una risposta

  1. adriana ha detto:

    grazie.Leggere questo brano è stato per me un grande aiuto e spero di portarmelo “in casa” il più sovente possibile.

    Adriana.

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