Gli smartphone ci consentono di stare con la mente costantemente impegnata, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Viaggiando in metropolitana in una grande città ci si rende subito conto del fenomeno. Lo smartphone è per tutti il compagno fedele, fonte di conversazioni, intrattenimento e condivisione delle emozioni.
Col tempo il fenomeno si è rafforzato a causa di fattori come la sempre più diffusa disponibilità di reti wi-fi gratuite e l’affermarsi di tariffe flat per la connettività sulle reti di telefonia mobile. Non c’è più limite alla possibilità di collegarsi alla Rete e dunque l’uso dello smartphone ha soppiantato abitudini come la lettura di libri e riviste, i passatempi come l’enigmistica e le stesse conversazioni tra umani. Ma ha soprattutto ridotto a zero la propensione a stare senza fare niente in particolare.
Ma cosa succede se proviamo a sospendere questa incessante attività, per periodi di mezz’ora, un’ora, un giorno, una settimana? La mente può ritrovare uno stato nel quale può conoscere se stessa e scoprire così tre cose fondamentali:
- che si tratta di uno stato di quiete che crea i presupposti per stati mentali salutari nel futuro, come felicità, gioia, appagamento, compassione verso tutti gli esseri;
- che questa quiete è sempre a disposizione, proprio come il cielo azzurro è sempre presente al di sopra delle nuvole nei giorni di cattivo tempo;
- che la mente stessa può percepirsi come parte di qualcosa di più vasto: una “Grande Mente” che trascende la singola individualità e ci porta in contatto con quella verità assoluta che nessun post su Facebook potrà mai permetterci di scoprire.
Ecco in concreto un esercizio per andare in questa direzione:
- stabilisci un criterio per definire quando staccarti dallo smartphone (mezz’ora al giorno, 1 ora a settimana, ogni volta che prendi un mezzo pubblico, ecc.).
- Prendi carta e penna e scrivi questo impegno su un foglio.
- Ripiega il foglio e portalo con te, ti aiuterà a ricordare l’impegno senza bisogno di ricorrere allo smartphone!