Com’è fatta una preghiera senza contenuto religioso? Norman Fischer propone alcune formulazioni su cui esercitarsi per portare la dimensione della preghiera nella propria vita.

Possa chi è nudo ricevere abiti,
che gli affamati possano essere nutriti.
E possano gli assetati
ricevere acqua pura e bevande deliziose.

Possano i poveri e i diseredati trovare il benessere
i sofferenti e gli oppressi trovare gioia.
Possa la fiducia alleviare i disperati
e portare loro fede e ogni perfezione.

Possa ogni ammalato e sofferente
essere liberato immediatamente da ogni malattia.
Possano tutte le malattie che affliggono gli esseri viventi
essere istantaneamente e permanentemente guarite.

Possano i pavidi non avere più paura.
Possano i prigionieri essere liberi da ogni catena.
Possano i deboli trovare forza.
E possano gli esseri viventi aiutarsi gentilmente l’un l’altro.

(…) Finché lo spazio dura,
e finché ci saranno esseri viventi,
possa io durare
e distruggere le sofferenze del mondo.

Ripetete lentamente questi versi a voi stessi. Se potete, memorizzatene alcuni, cosicché diverranno vostri. Se volete, potete scrivere versi creati da voi, o anche solo un verso. Copiate questo verso su un pezzo di carta e ponetelo dove potete vederlo ogni giorno. Ripetetelo spesso. In modo costante, gentile, semplice, graduale, senza essere troppo drammatici o altisonanti, portate lo spirito di queste preghiere nel vostro modo di sentire, pensare e vivere.

Da: Norman Fischer, “Tornare a casa. Un commento zen all’Odissea“, Edizioni La Parola, 2010.

You need to login or register to bookmark/favorite this content.

Categorie di questo esercizio: Compassione | Gentilezza amorevole | Meditazione guidata |
Temi di questo esercizio: preghiera |
Autore: Norman Fischer |
Immagine di copertina: Friedrich Caspar David, Donna prima del Sol Levante, 1818-20