La pratica della compassione inizia con il secondo verso del canto: “Che tutti gli esseri possano essere liberi dalla sofferenza e dalla radice della sofferenza”. Segue poi un percorso in sette passi simile a quello della gentilezza amorevole.
- Risveglia la compassione nei tuoi confronti: “Che io possa essere libero dalla sofferenza e dalla radice della sofferenza”, oppure esprimi questa aspirazione con parole tue.
- Risveglia la compassione nei confronti di una persona (o un animale) verso cui la provi già spontaneamente: “Che (nome) possa essere libero dalla sofferenza e dalla radice della sofferenza”, o esprimilo con parole tue.
- Risveglia la compassione nei confronti di un amico (usa le stesse parole).
- Risveglia la compassione nei confronti di qualcuno verso cui sei indifferente (usa le stesse parole).
- Risveglia la compassione nei confronti di qualcuno che trovi difficile (usa le stesse parole).
- Risveglia la compassione nei confronti di tutti gli esseri menzionati (usa le stesse parole).
- Risveglia la compassione nei confronti di tutti gli esseri nell’universo, partendo da chi ti sta vicino e ampliando il cerchio sempre di più: “Che tutti gli esseri possano essere liberi dalla sofferenza e dalla radice della sofferenza”.
Attraverso questi sette passi si può risvegliare anche la capacità di gioire e di essere equanime. Per la gioia si possono usare parole proprie o quelle del terzo verso del Canto: ”Che io e gli altri possiamo non essere mai separati dalla grande felicità priva dalla sofferenza”. Per l’equanimità si possono usare le parole del quarto verso: “Che io e gli altri possiamo dimorare nella grande equanimità libera dalla passione, dall’aggressività e dal pregiudizio”.